di Francesco Sblendorio - foto Paola Grimaldi

Non c'è un supermercato né un bus che va in città: viaggio a Catino, il rione più isolato di Bari
BARI – Negozi che si contano sulle punta delle dita, autobus e treni che non passano, assenza di locali serali: è questo il contesto in cui vivono le 6mila persone che popolano il quartiere di Catino. Parliamo di una delle zone meno conosciute di Bari, posta tra la statale 16 e la ferrovia, a sud di Santo Spirito e a nord del rione San Pio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un luogo dal quale un non residente non passerebbe mai, distante com’è dal resto della città e raggiungibile solo dalla tangenziale e da un paio di strade rurali. Eppure nonostante il suo isolamento e la carenza di servizi (non ci sono supermercati, farmacie e uffici postali), Catino può contare sulla forte identità della sua comunità, creatasi a partire dalla metà degli anni 80. 

Siamo dunque andati a visitare il quartiere, che prende il nome dal fatto che in questa zona confluiva anticamente acqua dalla campagna, creando appunto un “catino”. (Vedi foto galleria)

Percorriamo così la statale 16 in direzione Foggia e proseguiamo fino allo svincolo Catino-San Pio. Una volta usciti dalla tangenziale imbocchiamo strada Catino e, dopo essere passati davanti al cimitero di Santo Spirito, giungiamo in un grande spiazzo dominato dall’unica chiesa del quartiere, inaugurata nel 2016 e dedicata a San Nicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo praticamente nel centro del rione, composto da una dozzina di strade che rimandano quasi tutte a nomi di fiori. Via dei Narcisi conduce davanti al punto in cui tutto cominciò: nove palazzine bianche-ocra dall’intonaco ormai scorticato in molti punti. Si tratta del primo complesso abitativo consegnato a 2mila residenti, nel 1985.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Anche se subito dopo una serie di cooperative realizzarono numerosi edifici che accolsero famiglie del ceto medio (impiegati pubblici, forze dell’ordine) provenienti da Bari e Santo Spirito», aggiunge  il 70enne Corrado Berardi, fondatore del comitato di quartiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo ora verso il piazzale della chiesa, dove facciamo la conoscenza del parroco Luciano Cassano, giunto a Catino prima della costruzione dell’edificio religioso. È infatti qui dal 2001, quando ancora la messa si celebrava negli scantinati dei palazzi. Chiesa che come detto è consacrata a San Nicola, il quale viene festeggiato sempre a maggio, così come a “Bari città”, ma con un corteo storico “alternativo” che fino a qualche anno fa giungeva sino a Santo Spirito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci guardiamo intorno. Qui, un po’ come in tutte le strade del quartiere, è un succedersi su ogni lato di palazzine di due o tre piani, ora più trasandate e ora più curate, ma quasi tutte prive di negozi. Un bar, due parrucchieri, un barbiere, una polleria, un’edicola, una pizzeria, una cartolibreria, un tabaccaio e un centro estetico: il panorama commerciale di Catino è tutto qui. Manca perfino un supermercato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’unico esistente ha chiuso a inizio 2023 - ci spiega don Luciano -. L’azienda proprietaria ha infatti preferito aprire un punto vendita più grande in zona Torricella, a San Pio. Lì con l’auto ci si arriva facilmente, ma a piedi risulta parecchio lontano e questo comporta un grande disagio per gli anziani. In più il supermercato rappresentava un centro di ritrovo per la gente di Catino, è un peccato che non ci sia più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è poi il grande problema dei trasporti. Esiste un autobus (il n.19) che porta dal centro di Bari a Catino, ma incredibilmente non fa il percorso inverso. «Transita solo in una direzione – si lamenta una residente -. Da Bari arriva a Catino e prosegue per San Pio, ma poi quando riparte da San Pio non passa più da qui. È assurdo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Non solo: da diversi anni il rione non è raggiungibile neanche in treno. A metà anni 90 fu infatti istituita una linea che lo collegava a Bari Centrale, ma della piccola stazione oggi restano solo la cancellata e il corridoio di accesso, un binario di testa inutilizzato e il cartello “Enziteto-Catino”. E dei vagoni neanche l’ombra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A fare da contraltare alla mancanza di servizi, c’è però lo spirito di comunità che anima la popolazione. Come detto esiste un comitato di quartiere (nato nel 1992), da cui prese vita nel 1995 l’associazione “Giovanni Falcone”. Negli anni questo sodalizio ha curato molte iniziative per la legalità, ospitando anche la sorella del magistrato ucciso dalla mafia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’associazione ha sede in via dei Narcisi, all’interno del cosiddetto “centro pluriuso”, che nonostante il nome non ha mai ospitato gli ambulatori e gli uffici dalla polizia municipale previsti. Dopo essere state utilizzate per anni solo dalla Falcone, dal 2017 queste stanze si sono però arricchite della presenza di altri sodalizi quali il circolo Arci “La stanza di Cesco”, dedicato a Francesco Catacchio, un adolescente del quartiere che nel 2001 si tolse la vita perché vittima di bullismo. Qui si trova anche la sede dell’associazione calcistica Ideale Bari e nel luglio dell’anno scorso è stata inaugurata la biblioteca rionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nei locali di quest’ultima conosciamo Daniela Martino e Ketty Casella, rispettivamente presidente del circolo Arci e operatrice della biblioteca, entrambe cresciute a Catino. «In un quartiere in cui a regnare è l’assenza di iniziative culturali e sportive,  il ruolo delle associazioni diventa fondamentale - spiegano le due giovani -. Noi di fatto rappresentiamo assieme alla parrocchia gli unici punti di aggregazione del rione, soprattutto per i giovanissimi che partecipano con entusiasmo alle attività educative dei nostri centri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Spostandoci su via delle Azalee ci imbattiamo nell’hub vaccinale inaugurato nel 2021 a seguito della pandemia di Covid. Ha costretto al trasferimento le classi della scuola media “Vacca”, le quali da allora sono ospitate nell’edificio a fianco, dove già facevano lezione gli alunni della primaria “Falcone”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciandoci alle spalle le scuole, superiamo l’ex supermercato e giungiamo nella zona più recente del quartiere, che comprende il parco “Peppino Impastato”. Dotato di campetti sportivi, giochi per bambini, un’area cani, è circondato da villette ed edifici residenziali a tre o quattro livelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Al piano terra di uno di questi lavora dal 2012 Sebastiano Capogna, discendente di una famiglia di Santo Spirito che fa barba e capelli da oltre un secolo. Il signore è noto per il presepe artistico allestito nel suo salone, che ogni anno riceve numerosi premi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Abito qua dal 1993 - ci dice -. Devo ammettere che a Catino non c’è delinquenza, ma non ci sono servizi e la sera, dopo la chiusura dei pochi negozi, regna il mortorio. Mancano del tutto locali serali, attività ricreative e proposte culturali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una scossa al torpore di Catino potrebbe però arrivare da un’opera in fase di realizzazione. Imbocchiamo viale Caravella che porta in direzione Santo Spirito e prima di raggiungere la ferrovia, segnata dalla presenza di un passaggio a livello, notiamo sulla sinistra un cantiere aperto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui, al posto del vecchio campo da calcio sta sorgendo il nuovo stadio di rugby e football americano di Bari. Potrebbe essere così questa l’occasione giusta per portare finalmente un po’ di vita nella periferica e misconosciuta Catino. O perlomeno un supermercato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • antonio colavitti - BASITO! what else?


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