Il cinema all'ombra delle multisale: la storia del Piccolo e del Nuovo Splendor
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lunedì 3 dicembre 2012
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di Eva Signorile
Se i cosiddetti “multiplex”, cioè i cinema multisala resistono e, anzi, in alcuni casi registrano anche segnali positivi, le piccole realtà di quartiere sopravvivono in un quadro che si fa sempre più difficile. Qui a Bari permangono l’Abc nel quartiere Marconi, l’Esedra alla Madonnella, Il Piccolo di Santo Spirito e il Nuovo Splendor nel quartiere Carrassi. Oggi parleremo di queste ultime due sale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A Santo Spirito, periferia a nord di Bari, nel 1999 nacque “Il Piccolo”, una sala cinematografica gestita dalla parrocchia locale e voluta per intuizione imprenditoriale di don Giuseppe Cutrone, qui per tutti “Don Peppino”, sacerdote del borgo marinaro. Con il suo bell'acquario posto all'ingresso e le sue 144 poltroncine blu, allineate in uno dei locali della stessa chiesa, Il Piccolo resiste, anche se con difficoltà, grazie a un’offerta variegata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui il comitato cinematografico “Il Piccolo Principe” organizza rassegne rivolte alle scuole del territorio barese e dal 2007 vengono organizzate serate dal titolo “L’opera va al cinema”: dirette dai teatri più importanti al mondo, a cui si accompagnano dei rinfreschi alla fine della “séance”. «Siamo stati il primo cinema in tutto il meridione a realizzare questa proposta», sottolinea Francesco Battista, uno dei giovani operatori del cinema.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il Piccolo fa parte del circuito “Cinema d’autore”, al pari del cinema “Nuovo Splendor”, 280 posti in via Buccari, nel quartiere Carrassi di Bari, a pochi passi dalla Chiesa russa. Lo Splendor nacque nel lontano 1957, ma fu chiuso alla fine degli anni ’80, per riaprire poi nel 1989.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Siamo inseriti nel circuito dei “cinema d’autore” da due anni, grazie a una gara bandita dalla Apulia Film Commission – racconta Luca Anaclerio, operatore dello Splendor -. I film che trasmettiamo sono sempre individuati dopo una consultazione con le sale che ne fanno parte: si tratta di scelte condivise». Come ci conferma Francesco Battista: «Il direttore artistico del circuito, Angelo Ceglie, va in giro per i vari festival e poi presenta le proposte. Generalmente è lui a distribuirle nelle varie sale incluse nel circuito d’autore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Luca è un po’ il “factotum”, come ci dice lui stesso, del Nuovo Splendor: gestisce la biglietteria, ma è anche addetto alla proiezione dei film. «Ho conseguito il “patentino” per la proiezione dei film tre anni fa - dice - seguendo una trafila che prevede una domandina alla Prefettura e un esame. Non ci sono corsi specifici per questa figura, ci si prepara privatamente e la pratica è la migliore insegnante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La crisi c’è, è innegabile - prosegue Anaclerio - lo si vede soprattutto negli spettacoli delle 20.30, che un tempo erano i più affollati. Ora gli spettatori preferiscono le proiezioni delle 18.30 dove, dal lunedì al venerdì, si usufruisce di uno sconto». Lo Splendor però, al pari del Piccolo, si avvantaggia di una clientela costruita negli anni e ormai "fidelizzata". «In questo senso - conclude Luca - la scelta di film meno commerciali ci aiuta, perché chi viene qui sa che difficilmente troverà altrove queste pellicole. I clienti si affezionano e sono la nostra migliore pubblicità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le sale piccole dunque non temono la concorrenza dei multiplex? Sembrerebbe proprio di no: per queste realtà, la scelta di trasmettere film diversi da quelli “commerciali”, sponsorizzati dalle grandi case produttrici, si rivela una strategia di difesa che garantisce loro la presenza di un pubblico cinematograficamente più attento.
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