Nasce l'orchestra barocca barese: «Riscopriamo grandi autori dimenticati»
Letto: 9275 volte
venerdģ 13 marzo 2015
Letto: 9275 volte
di Katia Moro
«L’obiettivo è quello di riportare alla ribalta i grandi autori barocchi pugliesi e le loro opere, tanto noti in tutta Europa e del tutto dimenticati in Italia – afferma Manzo -. Eppure non dobbiamo dimenticare che grandi nomi come Mozart o Handel si sono formati a Napoli dove operavano i maestri pugliesi da cui hanno preso ispirazione e che rappresentavano un modello indiscusso per l’epoca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La borbonica corte napoletana, infatti, punto di riferimento per tutta l’Europa Settecentesca, ospitava e si fregiava di musicisti pugliesi come Leonardo Leo, capostipite della scuola musicale napoletana, nato a San Vito dei Normanni, del suo discepolo Pasquale Cafaro di Galatina, del tarantino Nicola Fago e del tranese Domenico Sarro. Non mancavano neppure i famosi cantanti castrati, tra cui spiccava il nome di Farinelli nato ad Andria, del bitontino Caffarelli e di Giuseppe Aprile di Martina Franca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il compito della Cappella sarà quindi quello di riproporre fedelmente la musica di questi autori pugliesi. Si comincerà con l’omaggio alle “Cantate a voce sola” del citato tarantino Nicola Fago, note che saranno suonate da una cinquantina di elementi, scrupolosamente scelti tra i musicisti locali in possesso di strumenti barocchi dell’epoca. (Vedi foto galleria)
«Questo tipo di esecuzione filologica, definita “historically informed performance”, è ormai proposta in tutta Europa - sostiene il direttore artistico - . Solo in Italia è ancora poco diffusa. La differenza tra un’esecuzione realizzata con strumenti moderni e una eseguita con quelli usati all’epoca non è una pura sottigliezza da eruditi. Anche un orecchio non allenato percepisce la netta diversità di qualità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli strumenti antichi hanno infatti un timbro più morbido e meno squillante e la differenza è data dalla diversità di forma, dimensione e materiali con cui quegli strumenti erano realizzati rispetto agli attuali. Per esempio quelli ad arco avevano le corde in budello che fornivano un suono più espressivo e un volume più contenuto. Il violino aveva un manico più piccolo, un diverso peso e un arco più tondeggiante che creava una diversa velocità. Gli oboi barocchi erano completamente differenti per emissione e timbrica ma anche per estetica: quello moderno è nero mentre il suo predecessore è in legno e con molte chiavi in meno e più buchi. Infine vi erano strumenti del tutto scomparsi oggi, come le tiorbe, strumenti a pizzico, e le viole da gamba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si tratta in realtà di un progetto più ampio che ingloba anche altri aspetti e che è partito già due anni fa ma che si sta concretizzando in maniera più coerente solo ora – ci spiega il direttore artistico Antonello Fino -. La Cappella Santa Teresa dei Maschi infatti comprende anche un ensemble vocale, il “Florilegium vocis”, gruppi musicali più piccoli, alcuni solisti ma anche attività di recupero e diffusione di opere d’arte visive e figurative di epoca barocca. E in quest’ambito che si inserisce l’esposizione di una mostra fotografica sui nostri strumenti barocchi che verrà inaugurata in chiesa sabato 14 marzo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un video sull'oboe barocco realizzato dalla Cappella Santa Teresa dei Maschi di Bari:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Katia Moro
Katia Moro