di Eva Signorile

Legge espianto ulivi: parte la petizione e c'è il sogno referendum abrogativo
BARI –L’ulivo è il simbolo della Puglia: compare anche nello stemma della Regione, ma il 3 aprile 2013, proprio il consiglio regionale quasi all’unanimità ha approvato le modifiche alla legge n. 14 del 4 giugno 2007, la legge di tutela degli ulivi monumentali, consentendo quindi delle deroghe al divieto di espianto di questi alberi secolari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma dal Forum sull’Ambiente, tenutosi nei locali della Fiera del Levante a Bari lo scorso fine settimana, è partita una petizione per indire un referendum abrogativo delle modifiche appena approvate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eugenio Lombardi, ideatore dell’Ecomuseo della Valle d’Itria, ha annunciato fra gli applausi generali: «Gli ulivi secolari non devono essere abbattuti: stiamo organizzando un referendum abrogativo delle modifiche apposte alla legge regionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Intanto è partita una petizione per sensibilizzare l'opinione pubblica anche al di fuori dei confini regionali. Ad oggi sono state già raccolte 946 firme.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Tutto il mondo ambientalista è in subbuglio. Italia Nostra, Legambiente, Touring Club e WWF hanno espresso pareri negativi alla modifica della legge, poiché secondo loro l’espianto degli ulivi plurisecolari aumenterebbe i problemi legati alla desertificazione e alla salinificazione del territorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Francesco Laddomada l’unico consigliere che abbia espresso voto contrario alle modifiche della legge, afferma: «La motivazione più forte al “no” alla “nuova” legge viene dall’Arpa, cioè un’agenzia della stessa Regione Puglia, la quale ha presentato una relazione molto dettagliata sull’inopportunità di presentare queste modifiche e sui rischi ambientali e idrogeologici a cui si andrebbe incontro. Allora – continua - se l’Arpa è “pigra”, come è stato detto per il “caso Ilva”, ci scagliamo contro, se si attiva per evitare certe situazioni, che facciamo, la ignoriamo? ». 

Infine riguardo agli emendamenti “migliorativi” introdotti il giorno della votazione, Laddomada tiene a precisare che «si tratta di emendamenti presentati in tutta fretta e senza relazioni a supporto».


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