Alla ricerca degli edifici coperti da rampicanti: i casi di Palese e Grumo
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martedì 19 maggio 2015
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di Mina Barcone
Il primo edificio, una torretta risalente molto probabilmente alla Seconda guerra mondiale, si trova in via Nazionale a Palese, nei pressi della scuola superiore Ettore Majorana. E' possibile notarlo, sebbene in lontananza, anche dalla tangenziale di Bari andando in direzione nord. Situato all'interno della villetta della famiglia Buonpensiero, si erge maestoso tra gli alberi che lo circondano interamente rivestito dal manto verde di piccole foglie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono stato io, dopo aver ristrutturato la torre negli anni Sessanta, a piantare i semi di quinquefolia – spiega il 70enne signor Buonpensiero –. Questa pianta rampicante con il tempo ha ricoperto l'intero edificio regalandoci oggi questo singolare spettacolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alta circa 16/17 metri, la torre conserva ancora le feritoie, visibili nonostante il verde che le ricoprono, attraverso le quali durante la guerra i soldati posizionavano i loro fucili per sparare verso il nemico qualora si fosse presentato. «Quando ho acquistato questa torretta – dice il proprietario– era registrata al catasto come l'edificio più alto di tutta Palese. Trovandosi in una posizione strategica fu utilizzata durante la guerra come torre di avvistamento».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ha una storia meno avventurosa ma un aspetto simile, l’edificio che si trova a Grumo Appula, in via Salvemini (vedi video). Si tratta di una grande abitazione a due piani coperta interamente da foglie di vite canadese, un viticcio ornamentale che ne riveste le pareti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La casa – spiega il il figlio della signora che la abita, il 53enne Enzo Balzano– è stata costruita da mio padre e da mio zio all’inizio degli anni 80. Nel corso degli ultimi lavori ricordo che finirono i soldi e non fu possibile passare l'intonaco all'esterno. Mio zio aveva piantato una piccola piantina di vite canadese e si decise di permettere alla rampicante di crescere nel tentativo di andare a coprire le pareti. E il risultato, inaspettato, è quello che vedete: una casa verde, rifugio per tanti uccellini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
*con la collaborazione di Salvatore Schirone
Nel video, la casa-giungla di Grumo:
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