Scoperta l'unica vera grotta di Bari, ma è a rischio distruzione
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mercoledì 5 marzo 2014
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di Eva Signorile
La grotta di San Giorgio Martire è quasi unica a Bari..
Sì, nel territorio barese le cavità naturali sono pochissime, a causa della natura geomorfologica del sottosuolo, caratterizzato dalla presenza della calcarenite. La calcarenite può essere scavata e questo ha favorito lo sviluppo degli ipogei, ma non è favorevole alla formazione di cavità naturali. Può accadere però che le grotte vengano scoperte proprio in conseguenza dello sbancamento delle calcareniti, a causa della realizzazione di scavi. Ed è esattamente ciò che è avvenuto per la grotta di San Giorgio Martire: se non ci fossero stati i lavori per la ferrovia, probabilmente non si sarebbe scoperta l'esistenza della cavità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono le sue dimensioni?
Non è molto grande, si estende per circa 60 metri, ma è particolare per le mineralizzazioni del ferro presente al suo interno, la limonite è una di queste: nella grotta è presente sotto forma di roccia, anche di notevoli dimensioni. Quando la limonite si ossida origina l'ocra: la più famosa è quella di Siena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ stata tutelata?
La grotta è stata inserita nel catasto delle cavità naturali e artificiali. Le cavità naturali sono tutelate dalla legge regionale di tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico, la n.33 del 2009.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi i lavori per la nuova ferrovia non potranno continuare, perché altrimenti andrebbero a distruggere la grotta e gli ipogei presenti in zona…
I lavori per ora sono fermi, ma che io sappia il tracciato ferroviario non ha subito alcuna modifica, malgrado la scoperta della grotta e degli ipogei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quante altre cavità sono presenti a Bari?
Nel territorio barese sono davvero poche: tre o quattro sono presenti in Lama Balice, tutte di modeste dimensioni, al punto che in alcuni casi si potrebbe parlare di caverna. Una è stata trovata recentemente nella cava in cui sono state rintracciate le orme di dinosauro. Poi ce ne sono alcune anche a Torre a Mare: la grotta della Tartaruga e quella della Regina sono abbastanza conosciute. Ma se vogliamo trovare grotte più imponenti dobbiamo necessariamente spostarci nella Murgia, il cui sottosuolo carsico è ricco di cavità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La vostra ultima scoperta?
Risale a giugno 2011: a Minervino Murge abbiamo scoperto la grotta della “zita" (vedi foto galleria), così chiamata perché di lì a poco si sarebbe sposata Rosanna Laragione, l’allora presidente del gruppo Vespertilio. Si tratta di una cavità con un pozzo di ingresso di circa 70 metri, molto profondo, considerando che la media pugliese si aggira intorno ai 15-20 metri. Dovremmo avviare la fase perlustrativa interna, purtroppo non è stato ancora possibile farlo perché hanno riaperto la cava in cui si trova e questo renderebbe pericolose le nostre esplorazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma la legge che ha citato prima non dovrebbe impedirlo?
Sì, così dovrebbe essere. Per il momento abbiamo inviato una lettera alla Regione Puglia e al proprietario della cava, comunicando la scoperta. Staremo a vedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altre grotte interessanti nel barese?
Sicuramente la "grotta di Faraualla", tra Altamura e Gravina: è un inghiottitoio, cioè un luogo in cui confluivano le acque, profondo circa 250 metri. Si tratta di una tra le voragini più profonde del Meridione, con un ingresso a imbuto il cui foro di apertura ha un impressionante diametro di 15 metri. Poi c'è la grotta Rotolo, l'inghiottitoio scoperto a Monopoli nel 2012, profondo oltre 300 metri e che al suo interno ha anche un lago.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come è possibile definire il lavoro di speleologo?
Per molti siamo "gli ultimi esploratori rimasti", proprio perché continuiamo a perlustrare la sola cosa che è ancora sconosciuta: il sottosuolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Eugenio Lombardi - La grotta è stata scoperta da Nicola De Toma il 16 febbraio scorso, nei giorni in cui noi dell'Ecomuseo Urbano del Nord Barese avevamo denunciato la gravità della distruzione storico-paesaggistica in atto e il rischio di ulteriori demolizioni di ipogei.. È emersa durante un sopralluogo per verificare alcune percezioni emerse dalle foto scattate da Ferruccio Cornicello. De Toma ha poi correttamente coinvolto il gruppo speleologico, intervenuto prontamente. Per tale motivo, auspico fortemente che la grotta venga intitolata al suo scopritore, da sempre teso alla tutela e alla valorizzazione del suo ambiente di nascita. Sarebbe bello, se in una visione di riconoscimento delle passioni e abnegazioni, si desse a Bari per la prima volta riconoscimento all'impegno volontario!
- Eugenio Lombardi - Ringrazio Eva Signorile per l'ottimo lavoro. Preziosa risulta in questo frangente l'attenzione rivolta al paesaggio periurbano. Strategica risulta anche la collaborazione con il geologo dott. Nino Greco, presidente di Archeoclub Bari, anch'egli profondo conoscitore del territorio barese (e non solo). ed altre associazioni impegnate per la sua tutela e valorizzazione.