Bari, traversata di notte in canoa: il tributo a San Nicola dei ''Cavalieri del mare''
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lunedì 7 dicembre 2015
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di Eva Signorile
Questi devoti particolari hanno un nome: sono i “Cavalieri del mare”, un gruppo di appassionati di kayak che si allenano al Cus. «È un sogno che coltivavamo da tempo», ci dice Biagio Bianchini, 58enne che insieme con il suo amico Gualtiero Melchiorre, ha fondato i Cavalieri nell’ottobre del 2010. Oggi Gualtiero non c’è più: un male improvviso se l’è portato via pochi mesi dopo aver creato il gruppo, ma Biagio continua a portare avanti il suo sogno di diffondere la cultura della canoa, non solo a fini sportivi e competitivi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ad oggi siamo in tutto 25, tra praticanti e “saltuari”», afferma Bianchini, che poi ci spiega il perché di questa strana traversata in mare. «In verità – sottolinea - la “sfilata” di canoe noi ogni anno la facciamo a maggio quando viene ricordata la traslazione delle ossa del Santo da Mira a Bari, ma da tempo desideravamo unirci anche alle celebrazioni di dicembre, quando cade la festa vera e propria di San Nicola. In fondo lui è anche il protettore dei marinai: volevamo rendergli un tributo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo con il gruppo (formato da 7 uomini e una donna, la russa Inna Sokolova), quando armato di “giacche d’acqua”, giubbini di salvataggio, lampade da minatore, lucette luminose posizionate sulle braccia e naturalmente pagaie, prende il largo intorno alle 5 da Pane e Pomodoro. Nel buio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta in mare i canoisti si compattano e rivolgono il loro saluto di marinai a Gualtiero che abitava proprio qui vicino. Una manciata di secondi di silenzioso raccoglimento, quindi ci si riposiziona tutti verso nord, qualche colpo di pagaia e si riparte, mentre dal borgo antico di Bari si levano i ghirigori dei fuochi di artificio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo i Cavalieri si stanno dirigendo verso il Molo Sant’Antonio, che verrà superato attraverso un tunnel che lo attraversa. Arrivano al punto d’attracco alle 5:30. E’ il momento di sbarcare. Una volta scavalcato il basso muretto del lungomare il gruppo si dirige senza esitazioni verso la Basilica con canoe e pagaie portate a mano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alla loro vista la folla si apre e lascia passare. «Siete venuti mare mare?», si informa una donna. Indossano tutti le scarpette da sub, hanno gli abiti e i capelli fradici: è evidente che i cavalieri sono reduci da un giro in canoa, ma la domanda della signora è più che altro un sorriso di benvenuto. Malgrado la gente che riempie la piazza della chiesa, si giunge davanti all’ingresso senza problemi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ora non resta che attendere il gruppo dei maratoneti: le luci di una fiaccolata ne annunciano l’arrivo. Il serpentone dei podisti si snoda tra la folla fino all’ingresso laterale della Basilica. E a un tratto, dopo pochi minuti, pagaie e fiaccole si levano verso l’alto fra le urla della festa: il Priore ha dato la benedizione. E così i Cavalieri possono riprendere la via del mare, in direzione Cus. E a noi, rimasti a terra, non resta che fare il pieno di calore con la tradizionale cioccolata calda del dopo celebrazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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