Giuseppe Ricci, un barese in concorso come ''giovane attore'' al festival di Todi
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giovedì 1 agosto 2013
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di Eva Signorile
Giuseppe, hai iniziato presto a recitare.
Nel 2008. Avevo 15 anni e mi è capitato di dover sostituire un collega sulla scena, nella compagnia di cui faccio parte: “Tealtrojazz”. Da allora non ho mai abbandonato la recitazione. Ma non ho una cultura teatrale per così dire accademica. Vengo da quella che chiamiamo “non scuola”: un percorso di autoformazione che mi ha dato l’opportunità di incontrare personalità fantastiche, come Enzo Vetrano e Stefano Randisi, due fra i massimi interpreti italiani del teatro pirandelliano e poi ancora il regista Jurij Alschitz e Giorgio Albertazzi.
Una scelta azzardata, quella di proporre un monologo tratto da un’opera contemporanea teatrale.
In effetti, il Todi Festival per me ha rappresentato quasi una sfida perché si tratta di una festival di prosa e non mi sarei mai aspettato di essere selezionato da una giuria tecnica che conta, fra gli altri, il fondatore dello stesso festival, Silvano Spada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parlaci del monologo con cui ti sei candidato al concorso del Festival di Todi.
Partecipo con "Il profumo di Dick Moby / Riflessioni di una balena" liberamente tratto dall'omonimo testo di B. Pompili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel testo, però, la balena è diventata una medusa.
Due meduse, per la precisione: quella fanciulla, pura ed entusiasta della vita, che cerca di arrivare a pelo dell’acqua per sentire il profumo delle montagne e quella scura, quella adulta, più introversa e disincantata, che cerca di ritrovare la sua parte “bambina”. E' anche un monologo di denuncia sociale, mi interessava l'approccio al testo che Pompili fornisce al lettore: porsi dalla parte dell'animale, osservare il mondo attraverso i suoi occhi e così sperimentare l'incomprensione del comportamento umano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel corto che hai inviato al festival di Todi, quale medusa rappresenti?
Quella “luminosa”, diciamo. È un ruolo che mi sento tagliato addosso. Mi pare, a volte, persino di sentire quei rami che “profumano” di ricordi e coi quali, al pari della medusa che interpreto, ho giocato quando ero piccolo: rappresenta il bisogno di un sogno e angoscia per la crescita, che ci allontana dalla “luminosità” dell’infanzia. Il sogno è ricerca del senso della vita e del sé, è fatica della ricerca. Di fatto, rappresenta il viaggio della creatura umana attraverso il contrasto fra la sue luci e le sue ombre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Hai superato l’importante scoglio della “giuria tecnica”, quindi. Quali sono gli altri passi, ora?
Adesso la parola spetta al web: sarà il “popolo della rete” a scegliere quale opera premiare. Si tratta di cliccare “mi piace” sotto quella che si preferisce. Si potrà esprimere il voto fino al 10 agosto su questa pagina: https://www.facebook.com/pages/Todi-Festival/140197422824100?fref=ts
Sono le tue uniche esperienze nel campo della recitazione?
Mi è capitato di partecipare anche alla realizzazione di un video per la band degli “Après la classe”, per la canzone “Balla la tribù”, dove c’è anche un cameo con Caparezza. Ho avuto anche delle parti per alcune produzioni cinematografiche: “Cento metri dal Paradiso”, una produzione Rai Cinema per la regia di Verzillo e, l’ultima, le cui riprese si sono concluse il 22 luglio è: “Ameluk, storia di un povero cristo musulmano”, per la regia di Mimmo Mancini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Progetti per il futuro?
Non ne faccio mai: prendo la vita come capita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E se dovesse capitare di vincere il concorso?
Chissà. L’importante è non sentirsi mai “arrivati”, ma fare sempre ricerca e avere tanta curiosità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il video di Giuseppe Ricci:
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