Chiesa Russa, ''baci gay in luogo pubblico'' contro la legge di Putin
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lunedì 9 settembre 2013
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di Mina Barcone
«Non essendo presente a Bari una sede del consolato russo – spiega una ragazza - abbiamo deciso di dar vita al sit-in difronte alla Chiesa Russa, un luogo simbolico. L’intento è quello di rispondere a una Paese che nega le più semplici forme di libertà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Firmata lo scorso giugno dal premier russo Vladimir Putin, la legge contestata prevede il divieto di "propaganda di relazioni sessuali non tradizionali" giustificandola come "uno sforzo volto a promuovere i tradizionali valori russi contro il liberalismo occidentale".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«E' assurdo che nel 2013 si possa vietare di parlare in pubblico dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali- sottolinea Marta- ed è ancora più assurdo legittimare chi picchia e ingiuria persone omosessuali che non hanno più alcuna difesa in Russia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da qui la protesta, attuata con uno scambio di “baci in luogo pubblico”. Chiaramente tra persone dello stesso sesso (vedi foto galleria). Il tutto davanti allo sguardo sorpreso dei (a dire il vero pochi) passantie dei residenti, che dai balconi hanno seguito l'iniziativa in un caldo pomeriggio di settembre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I dimostranti hanno anche chiesto a gran voce una presa di posizione al sindaco di Bari, Michele Emiliano, che anni fa accolse con tutti gli onori in città Vladimir Putin.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel corso della manifestazione si è dato vita anche alla "Global kiss flag": i ragazzi hanno lasciato su un grande lenzuolo bianco un simbolo, una frase, una parola, un disegno. “Da oggi nasce un nuovo modo di viaggiare, coloriamo il pensiero, liberiamo l'amore”, è il loro motto. Una frase che, detta in Russia, porterebbe diritti in carcere.
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