di Giancarlo Liuzzi - foto Rafael La Perna

Gli incantevoli saloni del Circolo Unione di Bari, sopravvissuti all'incendio del Petruzzelli
BARI – Fu l’unica parte del teatro Petruzzelli a non essere distrutta dall’incendio del 1991, conservando così intatti gli incantevoli saloni di inizio 900 arricchiti da ornamenti dorati e preziosi affreschi. Parliamo della sede del Circolo Unione di Bari, che con i suoi locali occupa metà del secondo piano del politeama barese. (Vedi foto galleria)

Il circolo nacque nel 1901 per accogliere i membri dell’aristocrazia barese che qui si incontravano a scopo ricreativo. Oggi, nonostante la scomparsa ufficiale della nobiltà dopo l’istituzione dell’Italia repubblicana, continua a rappresentare un luogo “esclusivo” in cui si organizzano anche concerti, rassegne culturali ed eventi di beneficenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per visitarlo ci spostiamo sul lato sinistro del Petruzzelli, lì dove al civico 7 di via Alberto Sordi vi è l’accesso al club, contraddistinto da una pensilina in ferro battuto e da una targa in marmo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Varcato l’ingresso ci ritroviamo in un elegante ambiente abbellito con vetrate originali, mobili in legno e un lampioncino che segna l’inizio della scalinata, coperta da un regale tappeto rosso. Salendo i gradini incrociamo un grande specchio e, subito dopo, l’ampia porta ad arco che dà accesso al circolo le cui iniziali (C e U) sono impresse sui vetri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le stesse che troviamo raffigurante sul gonfalone del club con l’attuale stemma, ideato nel 2012 dal presidente Giacomo Tomasicchio, che ci accoglie all’ingresso. «Il simbolo riprende elementi, come i cigni e la corona di alloro, raffigurati più volte nelle antiche decorazioni interne - ci illustra il padrone di casa -. Al di sotto vi è il nostro motto latino unitatem si quaeris circumspice (guardati attorno e troverai l’unione) e infine la data di fondazione dell’associazione: il 1901».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà già dall’inizio dell’800 le famiglie nobili baresi erano solite riunirsi in ritrovi ricreativi privati. Nel 1874 venne aperto un club al di sopra dello storico caffè Stoppani, tra via Sparano e l’allora corso Ferdinandeo (attuale corso Vittorio Emanuele) dove i soci potevano leggere, conversare ed intrattenersi con giochi, balli e altri divertimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il 1° agosto del 1901 il circolo venne però investito dall’ufficialità, prendendo il nome di Unione, lo stesso di altri sodalizi simili che stavano nascendo in varie città d’Italia e trovando sede all’interno del quasi ultimato Petruzzelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La festa inaugurale si tenne il 27 dicembre 1902 – ci racconta Tomasicchio, mentre ci mostra la locandina originale dell’evento -. La serata precedette l’apertura dello stesso teatro, che avvenne il 14 febbraio dell’anno successivo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Durante il fascismo il circolo cambiò nome in Littorio per poi essere occupato, alla fine del secondo conflitto mondiale, dai soldati Alleati. Terminata la guerra l’associazione riprese le sue attività fino alla notte del 27 ottobre 1991, quando il Petruzzelli venne devastato da un incendio doloso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fortunatamente la rapida chiamata dei soccorsi, fatta proprio da un cameriere del circolo, unita al crollo della cupola del teatro (che “soffocò” il rogo) fecero in modo che gli ambienti del club non vennero colpiti dalle fiamme, salvandosi interamente dalla distruzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il circolo, durante i lavori di ricostruzione del teatro dovette comunque spostarsi nella sua sede estiva a Torre a Mare, tornando nella “casa madre” soltanto nel 2010. Attualmente conta 700 iscritti che tra bar, ristorante e tavoli da gioco, si riuniscono qui per trascorrere le serate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La vera parte di pregio del circolo sono però gli splendidi saloni, utilizzati per concerti ed eventi. Per visitarli dalla saletta d’ingresso ci spostiamo sulla sinistra, dove si svela un lunghissimo corridoio, introdotto da una porta a vetri decorata e da due lampade su supporti dorati con figure di cigni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’ambiente, illuminato da candelabri a parete, è scandito da panche e divanetti in tessuto, sovrastati da imponenti specchiere contrapposte che creano un ipnotico gioco di riflessi. Queste sono incorniciate da fasce bianche floreali, raffigurazioni di donne, grifoni e lesene con capitelli corinzi. Più in alto una cornice a dentelli cinge il soffitto, adornato con rilievi vegetali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attraverso una porta in legno accediamo a un primo salottino arredato con tavoli rotondi, poltroncine e divani chiari. Le celesti pareti della sala sono arricchite con sinuose specchiere a volute e bordure dorate, posizionate in elaborate composizioni murali con fregi a rialzo, festoni colorati e volti di putti situate negli angoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una serie di modanature delimitano l’ampio spazio sovrastante, dal cui centro pende un pregiato candelabro. Sul soffitto è riprodotta una scena dove fanciulle con delicate tuniche sono circondate da angioletti che reggono fronde vegetali. Gli stessi che sono ritratti nei pannelli laterali, mentre giocano con delle colombe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tramite un elegante porta, sovrastata da un sontuoso architrave, accediamo ora all’ambiente principale e più prezioso di tutto il circolo, ovvero il “salone delle Muse”, chiamato così per via della raffigurazione sul soffitto delle protettrici delle arti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Fu il celebre pittore Raffaele Armenise, autore delle perdute decorazioni della cupola del Petruzzelli, a dipingere entrambi i salotti del circolo Unione - ci dice l’architetto Simone De Bartolo -. È probabile che qui venne aiutato dal suo allievo Antonio Lanave e dal decoratore Francesco Rega che realizzò, con l’ingegnere Arrigo Veccia, gli altri stucchi degli ambienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La vasta sala di 240 metri quadri, si presenta come un tripudio di minuziose decorazioni che lasciano senza fiato. È illuminata da due imponenti lampadari, con fili di perle di cristallo, la cui luce riflette sugli infinti fregi dorati delle pareti, dando all’intero ambiente un aspetto regale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sui muri sono presenti finestroni con tende ocra, lesene scanalate con capitelli corinzi e figure muliebri, e bassorilievi di suadenti donne con in testa canestri vegetali. Ornamenti che individuiamo anche sulle vetrate laterali e sui frontoni che le sovrastano, impreziositi al centro da corone di alloro tra due cigni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra solenni specchi luccicanti d’oro, e applique con busti di donna coronate e leggiadre ali, si apre un balconcino “sorretto” da sei angeli tra riproduzioni di strumenti musicali. Il ballatoio è sovrastato da una scena classicheggiante di putti intenti a suonare la tromba, grifoni accovacciati e anfore attorniate da fronde arboree.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sui lati invece scorgiamo spighe di grano dorate e delle lire stilizzate con alla base delle cornucopie, motivi che si ripetono su tutto il perimetro tra cornici a palmette e bordure auree.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ammiriamo infine il magnificente soffitto circoscritto da un’ampia fascia con corone lauree. Al centro, in un vasto riquadro rettangolare, è dipinto uno scenario paradisiaco dai colori caldi dove sono rappresentate le muse comodamente adagiate su candide nuvole tra vivaci putti e colorati fiori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E osservando alcune foto antiche è sorprendente notare come gli ambienti, a distanza di decenni, siano rimasti perfettamente uguali, mantenendo così intatte le preziose decorazioni originarie, uniche sopravvissute al terribile incendio del Petruzzelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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Giancarlo Liuzzi
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