Bari, un calcio alla malattia: i piccoli pazienti oncologici si sfidano in un torneo
Letto: 12361 volte
lunedì 26 marzo 2018
Letto: 12361 volte
di Marianna Colasanto - foto Antonio Caradonna
Alla competizione, giunta alla seconda edizione, prenderanno parte 15 team, uno dei quali proveniente addirittura da Parigi. Ciascuno di essi dovrà essere composto da atleti con un’età compresa tra i 14 e i 24 anni, tutti rigorosamente seguiti dai rispettivi medici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La compagine del capoluogo pugliese è stata messa su dall'Apleti, l'Associazione pugliese per la lotta alle emopatie e tumori nell'infanzia: un'organizzazione senza scopo di lucro che dal 1980 permette ai piccoli pazienti del Policlinico di cimentarsi in attività ludiche e sportive.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed è proprio la psicologa e psicoterapeuta di questa realtà, Chiara Rutigliano, a spiegarci la genesi del progetto. «Si tratta di ragazzi che sono riusciti a sconfiggere la malattia o che hanno comunque delle difese immunitarie abbastanza alte per poter permettersi di giocare su un rettangolo verde - sottolinea -. Alcuni però non hanno la forza di disputare un match intero: anche per questo a seguirli c'è sempre uno staff composto da dottori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli allenamenti si svolgono una volta a settimana sul sintetico dell'Olimpic center, all'estremità del quartiere Japigia: siamo andati ad assistere (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È un pomeriggio piovoso, ma non è certo l'acqua a preoccupare questo manipolo di intrepidi ragazzi che si scaldano in attesa della solita partitella. A sorvegliarli c'è la 38enne Rosmara Mesto, preparatrice atletica dell'Apleti. «Vederli in campo è già una vittoria - evidenzia sorridente l'esperta -. Hanno un notevole spirito agonistico e sono convinti che conquisteranno il torneo: essere consapevoli di aver sfidato un tumore li fa sentire invincibili».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Assieme ai pazienti nella squadra gioca anche un componente dell'équipe medica: Rosa Angarano. «Per loro avere accanto la loro dottoressa è una grossa rassicurazione - afferma Rosa -. Per il resto si vede che il calcio li rende felici: durante il trattamento della malattia hanno dovuto rinunciare a gran parte della vita sociale, ma ora possono finalmente riscattarsi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Scambiamo quindi due chiacchiere con il 16enne attaccante Claudio. Ha un fisico snello, indossa un completo del Milan e sfoggia il sorriso gentile di chi ha superato una dura battaglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho scoperto di essere malato in modo insolito - racconta il giovane -. Stavo giocando a softair e a un certo punto ho accusato un dolore all'addome così forte da non riuscire più a correre: dopo gli esami di rito ho così saputo di aver contratto la leucemia linfoblastica acuta. Ho passato dei momenti bui, superati solo grazie all'aiuto dei medici e della mia famiglia. Avrei voluto prendere parte alla Winners cup già l'anno scorso, ma ero troppo debole per questo tipo di sforzi: oggi che il peggio è passato sono pronto alla rivincita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo ora con un difensore vestito con una maglia del Barcellona: è Stefano, veterano del gruppo, reduce dal fondamentale successo su un sarcoma che all'età di 13 anni aveva colpito il suo avambraccio. «Nella mia disavventura ho sempre avuto accanto gli amici e i miei cari - ricorda il 19enne -, tant'è che non ho mai perso la speranza di rimettermi in sesto, anche se entravo e uscivo in modo incessante dall'ospedale per le cure del caso. La scorsa edizione siamo stati eliminati dalla competizione per differenza reti: quest'anno si va a vincere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In campo si allena anche Antonio, ragazzino di 11 anni giunto qui assieme alla madre, la 44enne Rosanna. «Quando un figlio si ammala si ammala anche tutta la sua famiglia - ci spiega la donna -. Per fortuna siamo riusciti a sconfiggere la leucemia linfoblastica acuta che era stata diagnosticata a mio figlio all'età di 4 anni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Avviciniamo quindi il piccolo "guerriero", munito di calzoncini blu, una felpa nera col cappuccio e un paio di occhiali tondi. «Di quel periodo ricordo più cose felici che tristi - ci confida con sorprendente maturità -. Per esempio c'era Rosmara che mi faceva giocare a calcio e a basket in reparto. Oggi ho la fortuna di potermi confrontare in campo con ragazzi più grandi e forti di me, ma non ho nessuna paura. Ed è la stessa cosa che sento di dover dire a chi sta passando la mia stessa esperienza: non tiratevi indietro perchè tutto si può affrontare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna