Treni regionali, un'odissea: ritardi cronici e nessuna possibilità di rimborso
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mercoledì 19 dicembre 2012
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di Vincenzo Drago
I viaggiatori protestano per i ritardi cronici e per la cattiva organizzazione del servizio. «Oltre alla scarsa puntualità, è assurdo far correre vetture poco capienti nelle fasce più frequentate e allo stesso tempo creare buchi nell'orario: ad esempio passate le 9.15, non posso recarmi a Bari prima delle 11.23, a mattinata quasi conclusa», denuncia il molfettese Vincenzo, che frequenta una delle tratte più affollate: la linea Foggia - Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli fa eco un altro giovane di Molfetta, Antonio, che a Bari ha il suo ufficio. Lo scorso 28 novembre, dopo la soppressione del treno precedente, salì su quello delle 7.07 che però fece un capolinea forzato alla fermata di Bari zona industriale, a causa di un masso che danneggiò una vettura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Trenitalia non aveva colpe in quel caso, ma Antonio si lamenta di come fu gestito l'incidente. «Un guasto? Un uccello ha rotto un vetro? Nessun controllore ci diede soddisfazione, se ne lavarono le mani. In compenso rimanemmo un'ora fermi e per arrivare in città facemmo ricorso alle Ferrovie del nord barese, quelle che collegano Bari ai paesi dell'entroterra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure, stando ai dati di Trenitalia Puglia, il 95,5% dei treni regionali giungerebbe a destinazione con un ritardo massimo di sette minuti, a meno di "scioperi o eventi eccezionali". Ma sette minuti non sono pochi, specie se rapportati a viaggi che durano un'ora o poco più e poi resta da capire cosa intende l'azienda per "evento eccezionale": può essere un guasto, ma in questo caso a pagare non dovrebbe essere il cliente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il rimborso in caso di ritardo è comunque un miraggio. Il viaggiatore può richiedere un’indennità pari al 25% del prezzo del biglietto per ritardi compresi tra i 60 e 119 minuti, ma solo se il tagliando è costato almeno 16 euro e del 50% per ritardi pari o superiori a 120 minuti, se ha speso un minimo di otto euro. In ogni caso non vengono restituite cifre inferiori ai quattro euro e sono esclusi i tagliandi che non riportino origine e destinazione del viaggio (presumibilmente quelli chilometrici).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma il rimborso c’è solo per lunghe tratte e per ritardi clamorosi. Per i pendolari che percorrono tragitti brevi e che ogni giorno hanno a che fare con “normali” ritardi, non ci sarà quindi mai possibilità di ricevere un “contentino” per il disagio subito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma Trenitalia che dice? Contattata, non ha mai risposto alle nostre domande.
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