Autori, libri, distribuzione e grandi eventi: è il mondo delle 23 case editrici baresi
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lunedì 19 ottobre 2020
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di Gaia Caprini
Nel capoluogo pugliese se ne contano ben 23: Adda, Cacucci, Dedalo, Di Marsico, Edipuglia, Edizioni di Pagina, Falvision, Fasi di Luna, Florestano, Gagliano, Gelsorosso, Giuseppe Laterza, L’arco e la corte, Laterza, LB, Les Flâneurs, Levante, Liberaria, Nuova Palomar, Progedit, Quorum, Stilo, Wip.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E se un mese fa vi raccontammo dell'affascinante epopea di Laterza, Cacucci, Adda e Dedalo, le più antiche case editrici della città , oggi invece ci siamo chiesti: come nasce un libro? E soprattutto in base a quali criteri si decide di accogliere uno scrittore nella propria "famiglia"?
Il primo passo è forse il più delicato: capire se l'opera merita di essere pubblicata. «Noi siamo molto selettivi nella scelta dei testi - spiega il 70enne Gino Dato, direttore di Progedit -. Prediligiamo autori che abbiano già un minimo di notorietà e soprattutto rientrino nei "rami" in cui siamo da sempre impegnati: la saggistica accademica e la narrativa per bambini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Più elastico è l'approccio del 56enne Stefano Ruocco, patron di Wip edizioni. «Respingo la visione dell'editore come persona saccente, in grado di poter giudicare l'idoneità di un volume o di una "penna" - sottolinea Stefano - . Ecco perchè, nonostante la nostra propensione per i racconti esoterici, cerchiamo spesso l'aiuto di esperti per esplorare nuovi generi: il tutto ci permette di avere un catalogo sempre vario, con circa 600 prodotti diversi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Per noi invece quel che conta è il rapporto che si viene a creare con lo scrittore - evidenzia invece il 36enne Luigi Bramato, leader di LB edizioni -. Deve quasi nascere un'amicizia, visto che il durante il "parto" del libro bisogna tenersi costantemente in contatto: un legame che per noi è vitale, dato che ci focalizziamo sulla ripubblicazione delle grandi opere del passato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E se lo scrittore fosse disposto a pagare pur di vedere la sua creatura esposta nelle librerie? «La qualità viene prima del profitto - sentenzia la 43enne Veronica Vuoto, capo redattrice di Gelsorosso (nella foto)-. Riceviamo diverse proposte da autori pugliesi e rifiutiamo quelle scadenti, pur nella consapevolezza che con l'editoria non si fanno grandi guadagni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Meno intransigente sembra essere la linea di Progedit. «Alla passione per la scrittura è necessario affiancare uno spirito imprenditoriale - precisa infatti Gino Dato -. Se qualcuno chiede una pubblicazione a pagamento, studiamo le previsioni di vendita e di conseguenza elaboriamo un preventivo da sottoporre al cliente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A salvaguardare i bilanci degli editori baresi c'è però la specializzazione di quasi tutte le case: ciascuna si dedica infatti a un settore specifico e raramente "invade" quelli altrui, evitando così di "mangiare" i ricavi della concorrenza. «Ognuno ha il suo "regno" - conferma in tal senso Marianna Caradellese, redattrice di Stilo -. Un'eventuale competizione però non ci spaventerebbe, anzi sarebbe stimolante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad ogni modo, esaurita la fase di scelta del contenuto, si apre quella dell'intervento sul testo pervenuto in azienda. «Correggere le bozze che ci inviano è fondamentale - puntualizza Bramato -. A livello grammaticale e di chiarezza il prodotto deve essere impeccabile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il correttore può notare alcuni dettagli che allo scrittore possono sfuggire - aggiunge Marianna -. Ed è la cura di queste sfumature a far sì che si realizzi un buon libro. A volte però lasciamo che questo lavoro venga svolto da traduttori ed esperti esterni alla casa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Segue poi lo studio della copertina più adatta, indispensabile per rendere l'opera accattivante. «Deve colpire il lettore e allo stesso tempo essere coerente con i contenuti proposti - afferma Marianna -. Per i saggi di solito ne usiamo una monocromatica che sia in contrasto con il colore del titolo, mentre con la narrativa preferiamo ricorrere a fotografie e grafiche particolari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E infine si giunge al momento della stampa. «La maggior parte delle case si affida a una tipografia esterna - illustra Gino -. Averne una all'interno della società richiederebbe energie che verrebbero sottratte all'editoria vera e propria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Importante è la scelta dei materiali - sostiene però Veronica -. C'è chi vuole risparmiare sui costi di stampa e finisce per dar vita a prodotti destinati a deteriorarsi velocemente. Noi invece preferiamo carta non trattata chimicamente, in modo tale da evitare la comparsa di brutte macchie gialle sulle pagine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A quel punto non resta che procedere alla distribuzione e alla promozione del volume. Sul primo aspetto influiscono i rapporti con le librerie e soprattutto la capacità di vendita online. «É il metodo più veloce - incalza il direttore di Progedit - e ci ha aiutato a sopravvivere durante l'emergenza sanitaria dovuta al Covid. Inoltre, sfruttando i social network, l'editore può diventare promotore in prima persona delle opere appena sfornate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quanto alla pubblicità invece, bisogna stare attenti a "non esagerare". «Presentazioni, eventi e tour sono ottimi mezzi per attirare i lettori - avverte Luigi - ma occhio a non cadere nell'eccessiva spettacolarizzazione: si rischia di sminuire il prodotto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E anche se ogni azienda ha la sua nicchia di clienti, c'è chi sogna di unire le forze per allestire un importante appuntamento periodico. «Credo che tra di noi bisognerebbe collaborare - sottolinea Stefano –: sarebbe bello ad esempio riuscire a organizzare una vera e propria fiera del libro di Bari, con la partecipazione di tutte le case editrici del capoluogo. Ne potrebbe venir fuori una grande festa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Gaia Caprini
Gaia Caprini
I commenti
- francesco quarto - di grande interesse, che denota che la professione di editore è tuttaltro che obsoleta. certo vi sono grandi differenze, sia per quanto riguarda i generi praticati dai vari editori, sia per quant, ovviamente, le dimensioni e la capacità di far conoscere i propri prodotti. accanto a laterza vi sono sicuramente piccole realtà che sono addirittura ignorate anche dagli addetti ai lavori (i media in questo caso). sono a conoscenza di una piccooa, minuscola editrice, che ha rilasciato pochi titoli, che sono di estrema eleganza, sia dei testi che della costruzione del libro (grafica, imaginazione ecc). la editrice si chiama Dilemma, e vale la pena conoscerla.