Un osservatorio inattivo e due soli "punti di osservazione": nel Barese non si ammirano le stelle
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venerdì 15 dicembre 2023
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di Francesco Sblendorio
L’unico osservatorio pubblico è quello di Acquaviva delle Fonti, chiuso però da cinque anni. Realizzato negli anni 80 lungo la provinciale per Santeramo, nei pressi dell’ospedale Miulli, è stato gestito prima dall’associazione Hertzsprung-Russel e poi dalla Società Astronomica Pugliese (che riuscì a ospitarvi anche astronauti come Luca Parmitano). La notte del 23 dicembre del 2018 fu però vandalizzato e incendiato da ignoti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo i restauri eseguiti negli anni successivi, l’edificio, nel frattempo dotatosi di un telescopio di altissima tecnologia, è stato nuovamente inaugurato nel 2022. Nonostante questo, ad oggi, le attività non sono ancora riprese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una speranza è affidata alla nuova convenzione che il Comune di Acquaviva ha stretto, nel maggio 2023, con la società AncheCinema di Bari, la quale ha avviato un discorso di collaborazione con l’associazione astrofila Andromeda. «Stiamo terminando gli ultimi restauri – dichiara Andrea Costantino, amministratore di AncheCinema -: le porte del centro dovrebbero riaprire nei primi mesi del 2024».
Non considerando i due osservatori privati di Polignano e Cassano, fruibili solo ai membri delle associazioni Adia e Galilei che li gestiscono, agli appassionati dell’Universo non resta quindi che ricorrere ai cosiddetti “punti di osservazione”. Non si tratta di strutture pensate ad hoc per l’osservazione delle stelle, ma di semplici terrazzi ritenuti idonei per disporvi telescopi. Spazi che oltretutto vengono aperti solo saltuariamente per specifici eventi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una realtà del genere la troviamo a Castellana Grotte, che ospita un punto di osservazione inaugurato nel 2000 sulla terrazza panoramica del museo speleologico “Franco Anelli”. La sua fruizione è legata alle proposte dell’associazione astronomica Sirio, che lo gestisce dal 2018. «Siamo convenzionati con l’ente delle Grotte e ci occupiamo di divulgazione, didattica e ricerca scientifica», spiega il presidente Venanzio Laera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel capoluogo pugliese invece l’unica possibilità per ammirare stelle, pianeti e galassie è affidata alla già menzionata associazione Andromeda, che dal luglio 2012 gestisce il punto di osservazione di Villa Framarino, all’interno del Parco Naturale Regionale di Lama Balice.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui, sul terrazzo della masseria del XII secolo che funge da punto di riferimento del parco, è stato installato il telescopio astronomico più potente della Puglia. Quest’ultimo è posizionato ormai stabilmente sulla sommità dell’antica residenza, ma anche in questo caso la sua fruizione è legata alle proposte calendarizzate del sodalizio barese.
In questo quadro, al momento, ci si può solo accontentare di un planetario, ovvero di una struttura nella quale viene riprodotta la volta celeste con un proiettore. A Bari ce n’è uno, il Planetario Sky Scan, situato all’interno della Fiera del Levante: il più grande in Italia dopo quello di Milano. Ha una cupola di 15 metri di diametro e una capienza di 150 persone a cui offre spettacoli grazie a una sofisticata tecnologia. Sempre meglio di niente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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