I depuratori baresi: dove sono, come funzionano e in che modo portano le loro acque in mare
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martedì 15 aprile 2025
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di Francesco Sblendorio
Ma che cosa avviene quando, una volta tirato lo scarico e chiusi i rubinetti, i rifiuti finiscono nelle condotte fognarie? Come si realizza il processo di “purificazione” e come influisce con l’ambiente? Dove si trovano i depuratori e in quali punti della costa barese sono presenti le condotte che scaricano in mare?
Per rispondere a queste domande abbiamo parlato con Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dove si trovano i due depuratori baresi?
Quello di Bari Ovest in strada vicinale del Tesoro, poco prima di entrare nel quartiere San Paolo. Quello di Bari Est è invece in viale tre Pile: una strada rurale situata nelle campagne del rione Japigia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Raccolgono esclusivamente i liquami di Bari città?
No. Nel primo confluiscono le acque fognarie di quartieri quali Libertà, San Girolamo, San Paolo ma anche di paesi dell’hinterland come Modugno, Grumo, Binetto, Bitetto, Toritto e Palo. Il secondo serve invece Bari Vecchia, Japigia, Carrassi, San Pasquale, Madonnella, oltre ai comuni di Adelfia, Bitritto, Noicattaro, Rutigliano, Sannicandro, Triggiano, Valenzano, Capurso e Cellamare.
A che anni risale la loro creazione?
Agli anni 80. In realtà un sistema di depurazione in città è stato attivo sin dagli anni 20 del 900. Si basava su serbatoi interrati e su un apparato di pompaggio e sollevamento delle acque di fogna. Un impianto di questo tipo si trovava per esempio all’interno di un piccolo edificio grigio su corso Vittorio Veneto, ancora oggi visibile anche se inutilizzato.
Quando tiriamo lo scarico del wc che tipo di “viaggio” inizia per i nostri liquami?
Nelle fogne va a finire tutto ciò che buttiamo nei wc e nei lavandini delle nostre case, scuole, uffici, industrie. Le condotte fognarie trasportano i liquami fino a confluire con altre nei collettori: tubi che raccolgono le acque reflue di diverse condutture. A quel punto intervengono le pompe di sollevamento che spingono gli scarti verso i punti in cui verranno trattati, ovvero i depuratori. Questi sono composti da un sistema di più vasche “in serie”. In una prima, dove arriva la massa dei liquami, viene operata una prima suddivisione tra la parte solida e quella liquida. Nelle successive vasche di decantazione avviene invece un progressivo filtraggio che ripulisce via via le acque grazie all’azione di microrganismi che scompongono gli scarti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E le acque depurate dove vanno a finire?
Nelle condutture sottomarine, le quali portano le acqua al largo dove poi si vanno a unire al mare. Lo sbocco del depuratore di Bari Ovest si trova nel quartiere Fesca, in corrispondenza della foce di Lama Balice. Quello di Bari Est è invece a circa 300 metri a sud della spiaggia di Torre Quetta, sul lungomare Di Cagno Abbrescia. Quest'ultimo, prima di entrare nel fondale marino, è comunque visibile a occhio nudo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi tutto va a finire tutto in mare: ma in tal modo non si finisce per inquinarlo?
No, perché ciò che arriva nell’Adriatico sono acque reflue ripulite, così incontaminate da poter essere addirittura riutilizzate in agricoltura. C’è infatti un progetto che vorrebbe utilizzare le acque del depuratore di Bari Est per irrigare il futuro Parco Costa Sud che si estenderà sul lungomare di levante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non c’è quindi alcuna possibilità che in mare vengano sversate acque non depurate?
I liquami rischiano di diventare causa di inquinamento solo se qualcosa nel processo di depurazione va storto. E questo avviene generalmente in due casi. Primo, se alle condutture sottomarine si allacciano scarichi abusivi che quindi non passano dal sistema di depurazione. Secondo, se si verifica un surplus di carico che manda in tilt il depuratore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E questo quando può verificarsi?
In caso di piogge molto abbondanti. Quando piove molto l’acqua piovana raggiunge le fogne andando a riempire le vasche dei depuratori. Nel momento in cui il carico diventa troppo abbondante, superato un certo livello di sicurezza predefinito, le acque vengono quindi fatte entrare in apposite condutture: quelle del “troppo pieno”. Si attivano cioè delle aperture “di riserva” che portano i liquami (non trattati, quindi sporchi) in mare, vicino alla costa. Quando ciò avviene scatta il temporaneo divieto di balneazione. I bocchettoni per lo scarico del troppo pieno si trovano ad esempio nei pressi della spiaggia di Pane e Pomodoro.
Ma in questi casi non si rischia di inquinare il mare in maniera permanente?
Gli scarichi del troppo pieno si attivano raramente. E comunque le acque marine vengono controllate mensilmente dall’Arpa e una volta all’anno anche da noi di Legambiente. Possiamo quindi affermare con certezza che il mare di Bari non è inquinato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I depuratori baresi in sostanza funzionano.
Sì, è un sistema che funziona. Va solo sempre tenuto al passo con l’aumento della popolazione. Di certo sono positivi gli interventi iniziati nel 2024 per l’allungamento delle condutture sottomarine e per il potenziamento delle pompe di sollevamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In che cosa consistono precisamente questi lavori?
Le condotte sottomarine attualmente si estendono per 750 metri prima di sfociare in mare. Al termine dei lavori saranno lunghe invece 2850 metri (quella del depuratore di Bari Ovest) e 2250 metri quella di Bari Est. Aumenterà naturalmente anche la profondità del punto di sversamento: nel primo caso a 35 metri sotto il livello del mare (contro i 12 di oggi), nel secondo a 32 metri (ora 17). In questo modo si evita che le correnti ascensionali più vicine alla costa facciano risalire in superficie le acque depurate.
Però poco fa abbiamo detto che le acque reflue quando arrivano in mare sono già pulite. Quindi perché prolungare le condotte sottomarine per portare ancora più al largo lo sversamento?
Per due ragioni. La prima riguarda la balneazione e l’attività di pesca, le quali in via precauzionale sono attualmente interdette nei pressi degli scarichi. Con l’allungamento delle condutture sia i bagnanti che i pescatori avranno una maggiore porzione di mare a disposizione. Il secondo motivo riguarda la tutela della preziosa prateria sottomarina di posidonia oceanica: un Sito di interesse comunitario (Sic) esteso per 65 chilometri tra sviluppata tra San Vito e Barletta. Questa pianta marina è infatti delicatissima e può essere compromessa dal costante contatto con l’acqua dolce scaricata in mare.
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