Ho un bambino di 4 anni e vorrei avviarlo alla pratica sportiva: quale sport sarebbe più adatto?
Praticare sport fin dalla prima infanzia presenta moltissimi aspetti positivi: assicura un adeguato sviluppo dell’apparato scheletrico e muscolare, regola il metabolismo, favorisce la socializzazione e, se svolto nel modo corretto, si rivela anche un’attività molto piacevole e divertente, che contribuisce all’evoluzione della personalità del bambino.
Si tratta di inoltre di un’esperienza che permette di acquisire fin da piccoli un bagaglio di esperienze motorie che resterà prezioso per tutta la vita: chi ha praticato fin da piccolissimo un’attività sportiva si ritrova in età adulta a possedere una più solida struttura muscolare. Questo perché ha esercitato il corpo nella fase in cui si sviluppano le cosiddette capacità coordinative (come l’equilibrio e l’orientamento) e le capacità condizionali, ossia la forza, la resistenza e la velocità.
In realtà, dai 3 ai 6 anni non si può parlare di sport vero e proprio, ma piuttosto di un approccio ludico generico, attraverso il quale il bambino prende contatto con la propria fisicità e sperimenta nuove realtà. Sono invece di norma controindicati prima dei 6 anni gli sport troppo specifici, come il calcio o il tennis, perché il bambino a quell’età non ha ancora acquisito capacità motorie e sviluppo fisico.
Al contrario le pratiche più indicate sono nuoto o ginnastica, che coinvolgono tutto il corpo e ne stimolano uno sviluppo armonico. Sia per il nuoto che per la ginnastica l’attività agonistica è però consigliata solo a partire dagli 8 anni.
In particolare
il nuoto, consigliato fin dai primi mesi di vita, favorisce la coordinazione e rappresenta una fonte preziosa di benessere e di crescita: è uno sport che rafforza la muscolatura nella sua globalità e sollecita in maniera armonica la parte superiore del corpo (i muscoli maggiormente interessati sono trapezi e deltoidi e i pettorali). In più irrobustisce le ossa aiutando a prevenire la scoliosi.
Indicato sia per i maschi che per le femmine, se praticato con una certa costanza il nuoto è in grado di influire positivamente su aspetti essenziali dello sviluppo psicomotorio del bambino, come la resistenza, la forza, la coordinazione, la velocità di reazione e le capacità dell’apparato cardiorespiratorio.
Non sono poi da trascurare i vantaggi che questa pratica comporta per quanto riguarda le capacità cognitive: la concentrazione e perfino l’autostima. Il bambino riesce a muoversi in acqua, a vincere la paura e a esercitarsi con disinvoltura ed autonomia.
Anche la
ginnastica, in quanto sport simmetrico e completo, consente uno sviluppo fisico armonioso per i bambini dai 3 ai 6 anni e favorisce la coordinazione senza pesare eccessivamente sull’apparato locomotore. Sin dai 3-4 anni i bambini possono essere introdotti nei laboratori di psicomotricità, con ottimi risultati nello sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico e delle articolazioni.
Detto questo, va sempre e comunque tenuto presente che, se è vero che il genitore vorrebbe tanto imporre la sua idea e scegliere in prima persona l’attività sportiva, sarebbe meglio che il bimbo sperimentasse più discipline, in modo da poter scegliere in base alle sue preferenze, seguendo l’attività sportiva che più avverte come propria e in cui si sente più in grado di esprimersi e di riconoscersi.