Deep web, il lato nascosto di Internet: dove l'occhio di Google non arriva
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venerdì 7 febbraio 2014
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di Salvatore Schirone
Per avere un'idea delle dimensioni del lato oscuro di Internet, basterebbe considerare che Google indicizza solo (si far per dire) 2 miliardi di documenti, rispetto al resto della rete che ne contiene circa 550 miliardi. Uno spazio enorme in continua espansione, notoriamente ricettacolo di compravendita di armi, droghe, password rubate, documenti riservati. Come al solito tutto dipende dall'uso che si fa di queste fonti. E a sbagliare non sono solo e sempre i privati cittadini. Possono essere anche Governi e interi Stati, come ha dimostrato recentemente lo scandalo Datagate e la diffusione di documenti riservati fatta da Wikileaks.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi siamo entrati in questo mondo sommerso e questo è ciò che abbiamo visto (vedi foto galleria).
Per questo tipo di navigazione non possiamo usare il nostro solito browser. Abbiamo bisogno di un "sommergibile speciale". Il suo nome è Tor, acronimo di The Onion Router, il sistema di comunicazione anonima creato da una società americana per scopi militari e ora gestito da The Tor Project, associazione senza scopo di lucro. Dal sito torproject.org scarichiamo il programma, lo installiamo e all'avvio veniamo accolti da un messaggio di benvenuto che ci assicura di essere nella Rete Onion in sicuro anonimato. Nessuno riuscirà mai a risalire al nostro indirizzo.
Da questo momento in poi scordiamoci i soliti indirizzi "www" con nomi più o meno significativi. La rete onion conosce indirizzi abbastanza criptici, formattati da lettere e cifre, seguiti dal suffisso .onion, lo pseudo-dominio di primo livello per la rete nascosta, creato e gestito da Tor dal 2004.
Per poter navigare abbiamo quindi bisogno di una bussola. La prima pagina da visitare è una sorta di wikipedia "nera" che contiene centinaia di indirizzi suddivisi per categorie: http://kpvz7ki2v5agwt35.onion/wiki/index.php/Main_Page. Pagine in lingua inglese prevalentemente. Ma con nostra grande sorpresa troviamo anche link verso forum italiani, Cipolla(http://cipollatnumrrahd.onion/index.php) e Babylon(http://babylonxjrtdyomy.onion).
Attenti a non farci ammaliare dal canto di numerosissime sirene decidiamo di muoverci sui forum italiani, alla ricerca di argomenti che riguardano il nostro Paese. Curiosiamo nella sezione Disinformazione di Cipolla e troviamo moltissime discussioni senza peli sulla lingua. Proviamo a seguire una relativa Movimento 5 stelle e troviamo un link alla pagina "m5sleaks", che riporta nomi e mail riservate di alcuni attivisti. Sta al giornalista distinguere le informazioni di interesse pubblico da quelle private e l'opportunità di utilizzarle in modo adeguato senza commettere reati di diffamazione o di invasione della privacy.
Ed è proprio attingendo a questi abissi, che sono nati alcuni portali informativi di investigazione giornalistica di straordinaria importanza. Citiamo ad esempio Cryptome.org, l'antesignano del più famoso Wikileaks. Al suo interno abbiamo trovato ad esempio formidabili immagini documentarie dei lavori di recupero della Concordia, http://cryptome.org/2012-info/costa-concordia/0041.htm. Oppure MafiaLeaks.org, specializzato nelle divulgazione anonima di informazioni riguardanti la mafia italiana. Ma certamente il più interessante di tutti è Irpileaks, considerato da molti il "wikileaks italiano".
Il funzionamento di questi portali è molto interessante. Attraverso la rete onion e Tor chiunque, in completo anonimato, può inviare documenti e segnalazioni indicando solo se si si è una fonte Whistleblowers (termine che indica un utente che in possesso di materiale riservato decide di renderlo pubblico), una vittima che teme per la sua incolumità o semplicemente una persona che "sa qualcosa".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sarà l'utente stesso nella compilazione del modulo di invio a indicare la persona fidata a cui inviare il materiale. In seguito avrà 20 giorni per interagire con il giornalista indicato per approfondire e comprovare quando afferma, sempre in anonimato e senza che mai nessuno, nemmeno la piattaforma Irpileaks, possa mai risalire all'identità dei dialoganti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nuove frontiere del giornalismo partono da qui. Sarà dagli abissi oscuri del web che verrà la luce della verità?
Un video che mostra il “web invisible”:
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Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone
I commenti
- Paolo Neri - Come rendere un articolo potenzialmente interessante una somma di fuffa, e sviarlo verso cose meno "compromettenti"...