Se le ville non permettono il libero accesso al mare: che fare in mancanza di una legge?
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giovedì 18 novembre 2021
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di Gabriella Mola e Marco Montrone
E se a Fesca l’acqua non è particolarmente attraente, Torre a Mare racchiude al contrario il litorale più bello di tutta Bari, tra i pochi in città caratterizzati da spiaggette di sabbia che si insinuano tra capi rocciosi. Arenili che sono “conquistabili” però unicamente percorrendo a piedi centinaia di metri sotto il sole estivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questo perché qui, come a Fesca, negli anni 70 e 80 è stato dato il permesso di costruire a due passi dal mare senza prevedere passaggi tra i fabbricati: quelli che avrebbero dato la possibilità ai comuni cittadini di arrivare facilmente sull’Adriatico. In realtà in alcuni casi le strade ci sarebbero, ma risultano perennemente chiuse da cancelli che si spalancano solo per i proprietari delle strutture.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Privati, lo sottolineiamo, che sono in perfetta regola. Il Comune infatti all’epoca non fece nulla per impedire loro di “chiudersi”. Del resto si trattava di anni in cui la “libera fruizione del mare” era un concetto non ancora entrato nel dibattito politico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma oggi invece, se l’amministrazione municipale dovesse consentire di realizzare edifici vicino alla costa, come dovrebbe comportarsi? È stata in sostanza creata una legge che stabilisca che tutti, ma proprio tutti, hanno il diritto di avere facile accesso alla battigia?
La risposta è no. Le norme sono state sì emanate, ma limitatamente a lidi e strutture turistico-ricreative. La legge regionale n.17 del 10/4/2015 afferma infatti come in mancanza di passaggi alternativi tali stabilimenti debbano permettere l’ingresso libero e gratuito per far sì che ognuno possa raggiungere il litorale. Diversamente per le abitazioni nulla è stato scritto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure secondo alcuni esperti il principio che ha portato a regolamentare il “diritto al mare” per quanto concerne i lidi potrebbe essere trasferito anche alle proprietà private.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La normativa riguardante gli stabilimenti balneari – spiega Pierpaolo Petruzzelli, avvocato esperto di diritto marittimo – deriva da una serie di principi generali definiti da altre leggi. In primis l’art. 1161 del codice della Navigazione, che addirittura considera reato l’impedire all’uso pubblico il demanio marittimo. Un concetto questo ribadito dall’articolo 11 della legge n.217 del 2011 che ricorda “l’assoluto diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione”. Sono state poi le Regioni a regolamentare il tutto. In Puglia la legge n.17 del 10/4/2015 stabilisce in particolare che i lidi devono permettere l’ingresso nel caso in cui non ci siano passaggi alternativi al mare nel raggio di 150 metri a sinistra o a destra rispetto all’ingresso dello stabilimento. È un comma importantissimo, perché fissa il concetto per cui la battigia deve essere raggiunta “facilmente” dai bagnanti, che non devono essere costretti a camminare per chilometri per arrivare sul litorale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi secondo l’avvocato, se esiste un principio per cui il cittadino ha il diritto di arrivare comodamente sul litorale, questo deve valere sia se l’eventuale “ostacolo” è rappresentato da una struttura turistico-creativa, sia se si è davanti a delle ville.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Di fatto - afferma Petruzzelli - nel momento in cui oggi il Comune dovesse dare il permesso di costruire ai privati, dovrebbe anche prevedere la realizzazione di un passaggio che consenta chiunque di transitare all’interno della proprietà così da raggiungere il mare. E per farlo non ci sarebbe bisogno nemmeno di un’ordinanza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«In realtà un’ordinanza dovrebbe comunque essere emanata – precisa Leonardo Massa, ex funzionario del Demanio Marittimo -. Vero che il principio normativo c’è, ma non esiste una legge ad hoc che costringa i privati a facilitare l’accesso alla battigia. Il Comune di Bari dovrebbe quindi “imporlo” tramite uno specifico provvedimento in sede di pianificazione urbanistica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In conclusione, se oggi in Puglia dovessero sorgere nuovi edifici a ridosso della costa, i cittadini avrebbero tutte le ragioni per pretendere che i privilegi di pochi non vadano a ostacolare il “loro” diritto alla fruizione della litoranea.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A Bari nel giro di pochi anni, grazie allo spostamento della ferrovia, verrà completamente riqualificato il lungomare sud: una zona in cui è già stata programmata l’edificazione di alcuni palazzi. Non ci sarà quindi da aspettare molto tempo per capire se il capoluogo pugliese ha veramente voglia di ridiventare una città “di mare e sul mare”. Questa volta aperta a tutti.
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- saverio - tra Santo Spirito e Giovinazzo praticamente impossibile l' accesso al mare