Ecopoli, il grande parco abbandonato da baresi e istituzioni
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martedì 3 novembre 2015
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di Marianna Colasanto
La storia dell'area verde, inaugurata nel 1999, è particolare: fu infatti edificato sulla cosiddetta “montagnola dei rifiuti”, una discarica a cielo aperto presente in quella zona, che negli anni si era così tanto estesa in altezza da diventare una vera e propria collina di immondizia. A un certo punto la discarica fu chiusa ma i rifiuti rimasero lì e furono ricoperti da verde e alberi. Nacque così Ecopoli, uno dei pochi grandi parchi cittadini presenti ancora oggi Bari, finanziato con soldi della Comunità Europea.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nonostante la penuria di verde pubblico in città, il parco però non ha avuto mai successo e oggi, a distanza di 16 anni dalla sua inaugurazione, appare abbandonato a se stesso, vittima anche di ladri che frequentemente lo depredano di piante e piccoli alberi. Noi ci siamo entrati in un caldo sabato mattina di ottobre (e successivamente in un pomeriggio infrasettimanale) e non abbiamo visto anima viva, se non dei ragazzi intenti a giocare a carte. Nessuno a fare jogging, a giocare a un qualsiasi tipo di sport, a portare a spasso il cane o il proprio bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come mai? Eppure il parco, seppur situato in un rione periferico si trova comunque a due passi dalla tangenziale (e quindi facilmente raggiungibile) oltre a trovarsi in uno dei quartieri più popolosi di Bari. Oltretutto la vicinanza del Polivalente (e dei campi da calcio che sorgono lì vicino), potrebbe garantirgli l’afflusso di tanti giovani. Ma niente, non ci va nessuno. E a quanto pare è sempre stato così.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ecopoli è sempre stato poco frequentato – ci spiega Fiorella Mastromarino, che fa parte dell’associazione Acet, impegnata da anni nel quartiere - . Si è permesso da subito che fosse preso d’assalto dai delinquenti della zona 45 e non si è fatto nulla per preservarlo. Ad esempio all’epoca furono costruite delle giostrine: durarono pochissimo, furono distrutte dopo qualche settimana dall’inaugurazione. Ma le istituzioni non batterono ciglio, anzi, se prima perlomeno c’era un guardiano a vigilare, poi a un certo punto anche quest’ultimo fu sollevato dall’incarico e così il parco venne abbandonato a se stesso. Oggi neanche la manutenzione del verde viene curata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In più il parco è stato pensato male: essendo una specie di collina, è tutto in salita, non proprio il massimo per persone che hanno una mobilità limitata, come anziani, disabili o mamme con i carrozzini. Considerando che la parte più bella, con il grande prato, i viali per passeggiare e piazzali con le panchine, si colloca proprio in alto. Poi, cosa abbastanza assurda, nonostante ci siano tre ingressi, solo uno risulta aperto (in via Giustina Rocca), peraltro proprio quello più lontano dalle scuole e dai campi di calcetto. E infine: i bagni ci sono, ma sono chiusi. Sembra quasi che non si voglia che questo parco viva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entrando, la prima cosa che balza agli occhi è un cartello colorato con la mappa del parco e le indicazioni sul dove trovare il punto ristoro, il centro medicazione, il laghetto e le fontanelle. Tutti servizi questi, inutile anche dirlo, che non ci sono mai stati. Proseguendo, dietro i bagni (come detto chiusi), troviamo un’arena, con tanto di spiazzo e gradoni. E’ stata probabilmente pensata per allestire spettacoli, che però non hanno mai avuto luogo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il parco si presenta ricco di alberi, anche se il prato non è curato, l’erba è alta e ricopre anche i viali, inoltre rifiuti di ogni genere come cartacce, lattine e bottiglie sono gettati qui e là. Per salire come detto ci sono delle scalinate, di cui una completamente senza corrimano. Arrivati su troviamo l’area un tempo adibita alla giostrine, di cui è rimasto soltanto uno spiazzo vuoto. In cima c’è anche una croce di legno. Scendendo notiamo alcuni alberi bruciati, una rete protettiva divelta e i resti di un lampione per terra. Nel parco d’altronde, come sottolinea Fiorella, «non c’è illuminazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma Ecopoli è di fatto abbandonato: probabilmente le istituzioni, nella fattispecie il Comune di Bari, visti anche i pochi ingressi, ha deciso che non conviene investirci soldi per rimetterlo a nuovo e renderlo più vivibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’unica zona del parco che mantiene una certa dignità è quella della pista di pattinaggio (a destra dell’ingresso), che da qualche tempo è gestita dall’A.S.D. Rollin’ Skate che qui ci tiene i suoi corsi di pattinaggio e anche hockey sul cemento. «Siamo qui da cinque anni – ci dice l’istruttore Nicola De Stefano - e l’accordo con il Comune è quello di poter tenere i corsi in cambio di un aiuto nella gestione dell'area: ad esempio quando ci sono le attività i bagni sono aperti e vengono puliti. Sono io che ho le chiavi».
C’è da dire che i corsi sono privati e si tengono solo di pomeriggio e dal lunedì al venerdì: troppo poco per incentivare i cittadini a frequentare il parco. Se non altro però quando l’associazione è presente c’è un po’ più di vita da queste parti. «Sì perché a parte i bambini del corso, spesso vengono ad aiutarmi alcuni ragazzi del quartiere – sottolinea De Stefano -. Inizialmente davo loro un pacco di sigarette o 10 euro di tasca mia per darmi una mano, ad esempio per mettere una piastrella. Ora però non gli regalo più nulla, loro vengono qui spontaneamente, visto che non hanno nient’altro da fare. Si comportano bene e si sono guadagnati anche la fiducia dei genitori dei bambini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È quasi sera quando finiamo di parlare con l’istruttore: è arrivato il momento di lasciare il parco-collina, sul quale campeggiano ancora i resti arruginiti della struttura che, in stile hollywoodiano, reggeva la scritta “Ecopoli”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
I commenti
- Anton Petrov - Ci si chiede perché la gente non vada in questo monumento eretto alla mafia cittadina: 2 miliardi e 650 milioni di vecchie lire spesi non per bonificare l'area dai rifiuti e farne un parco, ma per ricoprirli! Lì sotto, insomma, vi è una montagna di sostanze tossiche e certamente insalubri: come si può pretendere che una madre accompagni il proprio bambino a giocare, che dei ragazzi vadano lì a studiare o che una persona anziana si senta attratta dal passeggiare su... dei rifiuti?! Senza calcolare l'immondizia morale relativa al ladrocinio che ha comportato e di cui è stata lauta occasione, che quel "parco" rappresenta... Si è fatto tanto chiasso, e giustamente, su punta Perotti, mentre su questa realtà di Japigia si tace la vergogna di un'amministrazione corrotta... e poi si fa finta di fare persino gli ecologisti dell'ultima ora!!