Rutigliano, l'avventura del 20enne Giuseppe: in bici per 800 km sulla via Francigena
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lunedì 11 aprile 2016
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di Claudio Laforgia
«È stata una decisione presa nel giro di pochissimi giorni - racconta il ragazzo -. Gli ultimi mesi di scuola erano stati parecchio stressanti e avevo un gran bisogno di cambiare aria: così ho cominciato a navigare su internet alla ricerca di idee per "evadere" e sono rimasto affascinato da questa rotta battuta dai pellegrini sin dal Medioevo. Dopo aver chiesto alcuni consigli al mio parroco ho scelto di partire senza cercare alcuna compagnia: muoversi da soli aiuta infatti la riflessione interiore e la riscoperta di sé stessi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È il 15 luglio: Giuseppe atterra nella Città eterna, dove carica sulla sua biciletta rossa due vistosi borsoni colmi di vestiti e di tutto ciò che può risultare utile per affrontare una distanza così lunga. Custodisce nei bagagli anche la “credenziale”, una tessera ordinata online e ideata per essere timbrata di volta in volta dai gestori degli ostelli designati per le soste: una sorta di certificazione da parte dell'autorità religiosa dell'avvenuto pellegrinaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il primo giorno è stato quello più difficile - spiega il giovane -. Per giungere a Roma ho dovuto prendere un aereo, cosa che non avevo mai fatto e un po' mi spaventava. I momenti peggiori però li ho passati mentre cercavo di addormentarmi in un alloggio della Storta, quartiere periferico della Capitale dove stavo riposando al termine della tappa iniziale. Lì ho pianto pensando a quanto potessero essere preoccupati i miei genitori: avevo la sensazione di aver sbagliato a sobbarcarmi un impegno del genere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è troppo presto per arrendersi. Nelle tappe successive il ventenne semina i suoi timori pedalata dopo pedalata: del resto attraversa paesaggi stupendi in totale libertà e dà sfogo alla sua più grande passione, quella del ciclismo, quasi una seconda religione. Con una media di 40 chilometri al giorno risale la Penisola toccando Bolsena e il suo lago, Siena, Firenze, Fidenza, Milano ed entra nel Piemonte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gradualmente effettua nel verso opposto un tragitto simile a quello compiuto in Italia nel 990 dall'arcivescovo di Canterbury Sigerico. Il prelato britannico, partito dall'Inghilterra, scavalcò le montagne della Valle D'Aosta e scarpinò fino a Roma per incontrare Papa Giovanni XV. Raccolse i dettagli del cammino in un documento dettagliato che oggi costituisce la più antica relazione di viaggio conosciuta in riferimento alla via Francigena, l'insieme di strade per il pellegrinaggio che collegavano l'Europa centrale a Roma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho fatto tutto senza fretta, non era mica una gara - evidenzia il ciclista -. La mattina partivo alle 6 e procedevo con calma, tenendo conto che non sempre si presentavano arterie asfaltate e pianeggianti. Per risparmiare sul cibo ricorrevo ai supermercati e ai fast food: in tutto il viaggio ho speso qualche centinaio di euro. Sullo smartphone consultavo le mappe e prenotavo l'ostello per la sera, dove lavavo a mano i vestiti sporchi e prendevo sonno leggendo i racconti di Julio Verne e Ambrogio Fogar. È stato entusiasmante dormire ogni giorno sotto stelle diverse».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il ragazzo rutiglianese si muove da solo ma inevitabilmente fa amicizia con molti dei pellegrini che incrocia. «Ne ho viste di tutti i colori: da un folle olandese che ambiva a raggiungere a piedi Brindisi partendo da Amsterdam - ricorda lo studente - a una vera e propria "truppa" di 64 spagnoli diretti a Roma. Ho trovato persino atei in marcia alla ricerca della pace interiore. Anche negli ostelli ho avuto modo di sorprendermi: in quello di Abbadia Isola, vicino Siena, i gestori hanno lavato i piedi agli ospiti proprio come fece Gesù nell'Ultima Cena».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo 20 giorni in bici l'intreccio di storie curiose e panorami mozzafiato giunge al suo epilogo in Valle D'Aosta. Il 5 agosto Giuseppe scala i 2.473 metri del Colle San Bernardo, la prima località italiana in cui si fermò Sigerico e riceve l'ultimo timbro della sua avventura: ad apporlo sono i canonici che gestiscono l'unico ospizio presente sul valico. Qui nota un bivio particolare, quello per Santiago di Compostela. «Da lì partirà il mio prossimo viaggio - conclude deciso il giovane - e stavolta intendo condividerlo con un compagno d'avventura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Claudio Laforgia
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