La comitiva degli ultra 70enni: come tornare giovani dopo la pensione
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mercoledì 9 luglio 2014
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di Bianca Cataldi
Li incontriamo alla fermata mentre aspettano l'autobus. «Quello lì è un po' sordo, lascia perdere», scherza uno di loro indicando l'amico alla sua sinistra. «Ehi non è vero! Chiedete anche a me», ribatte il secondo che, a quanto pare, ci sente ancora bene. «Fra un po' arriva anche qualcun altro - continua - i soliti ritardatari». E infatti dopo qualche minuto eccoli qui, al completo come ogni giorno. Piove? Infuria la tempesta? Non importa: alle 12 loro sono sempre lì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sono sette contando anche gli amici che salgono alle fermate successive, tutti baresi di origine che, benché vivano in provincia, sentono ancora il "richiamo della foresta". «Noi portiamo San Nicola sulle spalle», esclama Francesco, pensionato di Adelfia. Questo è uno dei motivi che spingono l’allegra comitiva a non impigrirsi nel salotto davanti alla tv e a uscire tutti i giorni per respirare aria fresca e rivedere la città nella quale hanno vissuto da giovani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io sono in pensione ma continuo a lavorare - ci informa Vito, residente a Valenzano - lavoro nel campo della tipografia, a stretto contatto con i giornalisti. Ricordo ancora i vecchi quotidiani cartacei e l’odore dell’inchiostro». Vito è l’unico che ancora lavora e lo si nota a colpo d’occhio dalla valigetta che porta con sé e che contiene un computer portatile. Adesso è lui a porre una domanda: «Tu giochi a Criminal Case su Facebook?». A quanto pare, lo stereotipo dell'anziano che non sa nemmeno come accendere un pc non ha niente a che fare con loro: sanno perfettamente come utilizzare questo strumento e come tenersi al passo coi tempi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La mattina veniamo a Bari, andiamo a fare la spesa e passeggiamo. Ci incontriamo all’andata e al ritorno in pullman. La sera è tutta per le nostre famiglie», continua Vito, mentre Francesco e Arcangelo annuiscono. Parliamo di nipotini, di valori da trasmettere e di aneddoti da raccontare e improvvisamente viene naturale immaginare questo gruppo di amici in veste di nonni affettuosi. «Ho tre nipoti e cerco di trasmettere loro ciò che i miei genitori mi hanno insegnato e che mi è stato utile per arrivare dove sono arrivato», spiega Nico, ex allenatore di calcio che ancora si diletta con sassofono e voce nelle serate pianobar. Sono nonni che portano dentro i ragazzi che sono stati e non hanno dimenticato come si fa a divertirsi. In pullman parlano di politica e di attualità, si punzecchiano, a volte sembra quasi che stiano per litigare ma poi tutto si chiude in una risata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da un sedile all’altro volano battute e scherzi, prese in giro e pacche sulla schiena. Francesco ascolta gli altri con un orecchio solo e ogni tanto gli “cala la palpebra” su una pagina di giornale. Poi il viaggio finisce, loro scendono uno per volta e tornano ognuno alla propria vita. E mentre scriviamo, ecco che su Facebook arriva una richiesta di amicizia da parte di uno di loro. È proprio vero che chi è ragazzo dentro non invecchia mai.
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Scritto da
Bianca Cataldi
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