Renato, lo speaker del Bari: «Coinvolgo il pubblico con inno e formazioni»
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venerdì 17 ottobre 2014
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di Stefania Buono
Da quanto tempo sei lo speaker del San Nicola?
La mia prima partita da speaker allo stadio è stata Bari-Brescia del 15 settembre 2006, terminata 1 a 1. Questo è il nono campionato consecutivo che seguo e non ho mai saltato nessuna delle 168 partite giocate fino a questo momento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un impegno retribuito?
Assolutamente no, sono un semplice collaboratore del Bari, senza nulla pretendere. Non sono sul libro paga della società. Faccio questo esclusivamente per passione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La passione per il Bari…
Sì, tutto nasce dal mio amore per il Bari calcio, ereditato da mio padre che fin da bambino mi portava allo stadio Della Vittoria per tifare i biancorossi. Nove anni fa ho sentito l’esigenza di dover essere ancora più di appoggio alla mia squadra del cuore e mi sono proposto al Bari per fare lo speaker. E la società per fortuna ha accettato la mia richiesta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Raccontaci del tuo primo giorno, della tua prima partita col microfono in mano…
Fu un battesimo con il fuoco perché io in realtà non avevo mai fatto nulla di simile prima di allora, non ero un commentatore, un radiofonico o quant’altro e non nascondo che ero molto teso. Mi ricordo che ho avuto problemi con il ritorno dell’altoparlante, perché a differenza degli speaker radiofonici quelli dello stadio non hanno a disposizione delle cuffie. Quindi quando parlavo riascoltavo l’eco della mia voce ed era una cosa piuttosto fastidiosa, che ti faceva restare un po’ sulle tue. Poi però ci ho fatto l’abitudine ed oggi sono più spigliato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dove ti posizioni all’interno dello stadio?
La mia postazione è all’interno del “sigaro” ovvero quella cella posta al di sopra della tribuna Ovest dove si posiziona la stampa. Qui vi è una visuale perfetta, tanto che quando un allenatore o un giocatore viene espulso preferisce vedere la partita da qui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono i suoi compiti prima, durante e dopo la partita?
Ne ho diversi. Devo comunicare la formazione della squadra ospite e del Bari, con la partecipazione del pubblico, e contestualmente proiettare le slide delle stesse formazioni sul tabellone dello stadio, annunciare il marcatore per il Bari dopo un gol, sempre con la partecipazione del pubblico, diffondere un audio o un jingle musicale al momento di quella rete, mettere musica d'ascolto nel prepartita con una selezione di brani per la fase di riscaldamento del Bari, far ascoltare l’ inno dei biancorossi con tanto di karaoke sul tabellone principale prima dell'inizio della partita. Poi nell'intervallo devo leggere il programma delle partite del settore giovanile del Bari, i risultati dagli altri campi, le comunicazioni societarie e la presentazione degli sponsor.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A proposito di sponsor, chi ha la tua età ricorderà gli anni in cui lo speaker del Bari annunciava le formazioni esclamando prima “Artel, artel, artel”. Hai conosciuto chi ti ha preceduto?
Purtroppo no, perché un vero e proprio passaggio ufficiale di consegne non è mai avvenuto. So però per certo che prima gli speaker si limitavano esclusivamente a “fare la partita” (cioè la lettura delle formazioni, di alcuni spot pubblicitari, delle sostituzioni e l'annuncio del marcatore) non coinvolgendo il pubblico. Anche l'inno ha una storia recente, che fa parte del mio corso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il coinvolgimento degli spettatori: lo cerchi sempre?
Io ho sempre annunciato le formazioni e i gol, ma quando mi accorgo che ci sono pochi spettatori, capisco che il provare a coinvolgerli non porterebbe a risultati soddisfacenti, perciò evito di farlo. Certe cose vanno fatte se le circostanze lo permettono o si rischia di cadere nel ridicolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Durante l’annuncio delle formazioni o dell’inno fai sempre un piccolo discorso, che varia ad ogni partita. È improvvisato o lo prepari prima?
Le frasi da dire prima dell’inno o delle formazioni me le preparo durante la settimana e variano a seconda della situazione che sta vivendo la squadra, con l’obiettivo di caricare l’ambiente ma mantenendo comunque il rispetto per l’avversario. Una cosa che faccio sempre è quella di invitare il pubblico ad alzare le sciarpe e le bandiere per mettere in risalto i colori della squadra durante l’inno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lo speaker della Roma è famoso anche perchè annuncia ogni giocatore con il suo soprannome. Tu invece?
Non tutti i giocatori del Bari hanno dei soprannomi. Mi ricordo di Paulo Vitor Barreto, detto “Speedy Gonzales” tra quelli di qualche anno fa e di quelli attuali sono da menzionare Cristian Galano, detto “il Robben della Puglia” e Giuseppe De Luca, “la zanzara”. Ma questi nomignoli non li attribuisco io e nemmeno posso permettermi di farlo, perché c’è sempre il rischio di urtare la suscettibilità del calciatore. Al massimo posso utilizzare il soprannome con cui il calciatore è già conosciuto, perché gli è stato attribuito dai media o da altri fattori. Ad esempio durante la premiazione dei giocatori del campionato 2008/2009, quello in cui il Bari conquistò la sere A, mi fu concessa la possibilità di acclamare i giocatori anche con i loro nomignoli. Furono loro stessi a indicarmeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono le partite più belle a cui hai “preso parte”?
In serie A la vittoria per 3 a 1 contro la Juventus durante il primo anno dell’allenatore Giampiero Ventura, in serie B la rimonta contro la Virtus Lanciano per 4 a 3 del campionato 2012/2013 e il Bari-Treviso 4 a 1, ultima partita del campionato 2008/2009 che portò il Bari, all’epoca di Antonio Conte, in serie A. Credo che quest’ultima sia la partita che un po’ tutti i cronisti sognano: quella che alla fine ti porta ad alzare un trofeo. La più brutta partita che io ricordi è invece la umiliante sconfitta col Lecce per 4 a 0 nel dicembre del 2008.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alla fine della stagione scorsa che cosa hai provato nel rivedere il San Nicola riempirsi di nuovo di spettatori?
Il tutto esaurito della partita con il Latina rimarrà indimenticabile. Al di là del risultato finale, vedere 50mila persone indemoniate che gridavano “Forza Bari”, tutte che indossavano qualcosa di bianco e rosso è stato davvero emozionante. Finalmente ammiravo tanti bambini che acclamavano il Bari e non le solite Juve, Inter e Milan, le uniche squadre per cui ho visto il San Nicola riempirsi in questi anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Stefania Buono
Stefania Buono
I commenti
- vito - Ai microfoni Renato MONTINARIIIIIII, Renato MONTINARIIIIIII, Renato MONTINARIIIIIII, Re-na-to MON-TI-NA-RI