La storia di Donato: da 60 anni vende sulla costa barese il gelato, quello al limone
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mercoledì 31 agosto 2016
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di Eva Signorile
Il suo è un lavoro speciale: dura il tempo di una stagione, la più bella, la più effimera e abbraccia lo spazio di un litorale, quello dell’ultimo lembo costiero a nord di Bari, anche se spesso si concede qualche incursione fra i condomìni e i mercati rionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho iniziato quando avevo 8 anni e mezzo, lavorando con mio padre che a sua volta aveva imparato l’arte di fare e vendere i gelati da mio nonno. All’epoca il carretto che guidavo andava a pedali», ci racconta Donato, che incontriamo sul lungomare di Santo Spirito mentre serve i suoi coni da un euro ai bagnanti. «Dovevo prima andare a Bari città – continua - dove acquistavo i blocchi di ghiaccio: si vendevano nella zona in cui ora sorge la Biblioteca nazionale. Poi tornavo, prendevo il gelato da casa e cominciavo il mio giro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da allora, dopo quasi sessant’anni, Donato non si è più fermato, anche se ultimamente è sempre più suo figlio trentenne ad andare avanti e indietro sulla costa. Il gelato però continua a farlo lui, seguendo la ricetta “segreta” ereditata dalla sua famiglia e producendo sempre un solo gusto: quello al limone.
Del resto il carretto che aveva prima di quello attuale non era refrigerante e le normative sanitarie vietavano la vendita di altri gelati che non fossero al limone, a causa della facile deperibilità degli ingredienti. Ma anche ora che il vecchio e amato tre ruote bianco e azzurro con cui per anni è andato su e giù tra Santo Spirito e Palese è stato sostituito con un più moderno carro frigorifero giallo e rosso (sempre su tre ruote), Donato non ha diversificato la sua offerta. «Non scherziamo – ci dice quasi risentito - il gelato al limone è il marchio di famiglia: continueremo a vendere solo quello».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma si riesce a campare con la vendita dei coni? «Diciamo che non è più come prima – ci risponde l’uomo – quando si riuscivano a vendere ogni giorno dai 30 ai 40 chili di gelato. Ora ci fermiamo al massimo a 15. Il motivo? I bambini sono di meno e comunque spesso preferiscono farsi comprare i prodotti industriali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non sanno però cosa si perdono, il gelato è buonissimo – ci dice il 30enne Alessio, mentre acquista un cono davanti ai nostri occhi –. E poi Donato è un’istituzione: lui ha visto crescere me, i miei fratelli più grandi e i miei cugini. Si ricorda i nostri vizi e persino le nostre monellerie. Conosce tutti e ha una battuta precisa per ognuno di noi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo anche l’ultimo bagnante è stato servito: per l’uomo dei gelati è tempo di spostarsi alla spiaggia più vicina. Prima di congedarci però gli facciamo un ultima domanda: che cosa combina una volta finita l’estate, per tutto il tempo in cui nessuno lo vede in giro? Donato ci guarda con aria sorniona, poi fa un sorriso enigmatico, quindi salta sul suo tre ruote e scompare. A noi quindi non resta che mangiarci di fronte al mare un cono fresco e dal sapore antico. Naturalmente al limone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Nicola - Non sapevo vendesse ancora gelati, lo rivedo dopo cinquant'anni. Era un ragazzo come noi ed era sempre davanti alla scuola, credo il Panetti , davvero un amico che spesso il gelato lo regalava.