Via Sparano sempre meno "barese": si trasferisce l'antico negozio di tessuti Pallante
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sabato 28 dicembre 2019
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di Gaia Agnelli
Non si tratta però di una chiusura definitiva ma di un trasferimento. «Ci ridimensioniamo – afferma Mariella Pallante, figlia del titolare Carmine e nipote del fondatore Iginio -. L’obiettivo è quello di spostarci entro il 2020, con comodo, in una sede più piccola, sempre in centro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fatto sta che via Sparano, la via per eccellenza dello shopping barese, perde un altro suo “pezzo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nell’aprile di quest’anno aveva chiuso la gioielleria Trizio Caiati, attiva per più di cinquant’anni e rimpiazzata dalla corporation dell’abbigliamento Ralph Lauren. Nel 2017 era invece toccato all’antica rivendita di strumenti musicali Giannini, fondata nel 1874. Per non parlare della libreria Laterza, che nel 2013 aveva ceduto il suo ingresso principale a Prada. O di Mincuzzi, che già nel 2001 disse addio al suo splendido edificio in stile liberty, “occupato” oggi dalla catena dei vestiti Benetton.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché questi sono ormai i nomi che ricorrono passeggiando su questa via in perenne trasformazione: Ralph Lauren, Prada, Benetton, Gucci, Louis Vitton, Desigual, Sephora, Pandora, Zara, H&M (ospitata nello storico palazzo della ormai ex Rinascente). Grandi multinazionali che hanno preso il posto di piccoli ma negozi “made in Bari”, spesso gestiti per decenni dalla stessa famiglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Bari ormai si sta trasformando - afferma rammaricata la 70enne Antonietta, ferma a guardare la vetrina sempre più spoglia di Pallante -. I nostri negozi, la nostra moda tradizionale e il nostro stile stanno scomparendo, per lasciare spazio a tutti questi marchi che vengono da lontano, non legati storicamente a questa città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sì è vero - ribatte la 55enne Giulia – ma bisogna considerare che Bari sta diventando sempre più turistica: ospitare queste griffe multinazionali è come parlare la stessa lingua degli stranieri che vengono a visitarci. Insomma non possiamo che guardare avanti per adeguarci al cambiamento dei tempi e della moda».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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I commenti
- francesco - la chiusura se non il trasferimento, quando questo va bene, e' anche colpa della crisi economica che c'e' in giro e che investe oramai tutt'italia e non solo bari: via sparano e corso Cavour erano le vie di eccellenza dello shopping barese e non solo queste vie ma anche altre, non ci sono più negozi di biancheria seria come ad esempio perrini, in quel negozio nato da una piccola merceria mia madre fece il suo corredo che ora non si usa piu' adesso le tovaglie da 6 da 12 non sono più usate ora si vive con l'usa e getta che puo andare bene da una parte ma non dall'altra civera ad esempio era un altro negozio storico e serio di bari betta mia madre sempre fece l'abito da sposa per non parlare di giove ambrosini il bottegone rene' Ramirez dove io prendevo sempre le scarpe estive e anche invernali era un negozio bellissimo; adesso tutti questi negozi con musica alta che ti intontiscono la testa e' una vera caciara a volte ti scoraggiano ad entrare anche perché ci sono anche commessi e commesse che rasentano la volgarita' vera e propria prendendosi una tale confidenza cosi' gratuita e va be le mode cambiano cambiano gli italiani e sono cambiati anche i baresi prima per esempio si andava con la mamma a comprare qualcosa per vestirsi adesso e' in disuso ricordo sempre ad esempio sant'agostino c'era serieta e rispetto nel servire e presentare la merce altro ricordo di un negozio storico di quando ero bambino e' filmoda, ho mia zia sarta che ormai non cuce più i famosi bottoni grogrin che si prendeva da filmoda poi nelle mercerie, che ancora erano serie e non con tutta roba cinese cosiddetta di battaglia il famoso elastico tubolare l'impastito e il gesso ne compravo tantissimo con mia zia, allora ragazza, che mi guardava dal balcone in via sagarriga visconti dove c'era il panificio san rocco e la bellissima chiesa di san rocco.... mah ricordi belli di una bari che e' stata
- Paolo Bagnars - Ho letto con piacere e dolore il pezzo su via sparano di cui ricordo con nostalgia il bellissimo negozio di tessuti d’alta moda clamide di proprietá dello sciccso signr olindo tedeschi. Penso non ci sia piu’: qualcuno puo’darmi cortesemente notizie? Grazie.