Mille oggetti e colorate creazioni: la storia di Simone, il rigattiere-artista di San Cataldo
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martedì 11 febbraio 2020
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di Gaia Agnelli - foto Valentina Rosati
Di lui ve ne parlammo anni fa, anche se molto di sfuggita. Per questo abbiamo deciso di ritornare nel suo regno, per rendere il giusto omaggio a uno dei personaggi più particolari di tutta la città. (Vedi foto galleria)
Per incontrarlo percorriamo il lungomare Starita e, giunti nei pressi del Molo San Cataldo, giriamo a sinistra per imboccare Via Massaua. Qui, accanto al “Mandir”, il tempio induista di Bari, si trova la bottega a cielo aperto di Simone: di fatto un cortile posto dietro un muro in tufo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad accoglierci, prima ancora dell’uomo, è la sua colorata arte. Vicino all’entrata fanno bella mostra di sé una stramba motocicletta costruita con materiale riciclato, una lattina gigante della Coca-Cola e la riproduzione di Bing (il coniglietto nero amato dai bambini), poggiato su un orologio realizzato con il timone di una barca.
Ed ecco che Simone, un signore grande dai capelli neri e ricci, ci viene incontro, invitandoci ad entrare in quella che da qualche tempo è diventata anche la sua casa. «Ogni giorno ricevo visite – ci dice -, ma solo in pochi sono davvero interessati a quello che faccio. Ci vorrebbe un cartello con su scritto “no alla gente con la puzza sotto il naso”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi nel frattempo ammiriamo una Fiat 500 sospesa nel cielo con alla “guida” una Peppa Pig ricavata dal cofano della macchina stessa. Sotto la creazione spicca la scritta a caratteri cubitali “Simone” con il suo numero di telefono.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi tutt’intorno teste di manichini, presepi, bici di ogni genere, mezzi busti, una Tour Eiffel realizzata con i cavi dei computer e un topo Gigio seduto su un ventilatore. Ancora: una barca, un elicottero sospeso a mezz’aria, un modellino del Faro e un enorme orsacchiotto di plastica blu.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A primo impatto sembrerebbe solo un insieme confusionario di vecchia roba, eppure dietro ad ogni oggetto si nasconde tanto lavoro. «Non ho orari – afferma Ciliberti mentre ci fa notare le sue mani consumate -. Appena mi sveglio comincio a smanettare e se ho la luna per il verso giusto continuo a fino a sera. Fare il rigattiere del resto è un hobby che coltivo sin da ragazzo: viaggiando in altri Paesi ho compreso il concetto di riciclo, che ho fatto mio quando ho trasformato questo cantiere edile in una bottega».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma, non buttare via niente sembra essere il suo credo. «Sono contro lo spreco- dichiara-. Vado in giro per il quartiere alla ricerca di cose abbandonate vicino ai cassonetti e le reinvento in tutti i modi possibili. E questo mi regala la gioia di vivere. Ho provato a fare anche altro: il buttafuori, il pugile, il bagnino, ma niente mi rende felice quanto il creare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo si toglie il giubbotto e continua il suo racconto mettendosi all’opera nella sua officina all’aperto, lì dove sono situati un incredibile numero di strumenti. «È stato mio padre a trasmettermi l’amore per questo mestiere», ammette mentre salda lo specchietto di una macchina.
Lui è infatti il figlio di un altro inventore di San Cataldo, di cui vi abbiamo raccontato in precedenza: il 90enne Rocco Ciliberti, la cui casa-laboratorio si trova nella vicina via Saseno. Simone ci mostra quindi la foto di quell’avveniristica auto ecologica che il padre costruì negli anni 70: un prototipo che fu acquistato e riprodotto addirittura dalla Volvo.
«Anch’io sono riuscito a vendere alcune delle mie creazioni – sottolinea -. Ad esempio una mia moto è stata battuta a un’asta di Monaco di Baviera. Molte gallerie d’arte hanno poi comprato qui: ce n’è una in via Dei Mille che è piena zeppa di miei lavori. Anche se questa occupazione per me rimane solo un hobby, lo faccio per passione, non certo per vendere: ogni opera è parte di me».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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