Japigia, passano i mesi ma le macerie delle case container sono ancora lì
Letto: 5784 volte
giovedì 3 gennaio 2013
Letto: 5784 volte
di Nicola De Mola
In estate dopo la consegna agli ex residenti dei nuovi alloggi popolari costruiti grazie al piano di riqualificazione delle periferie (Pirp) del Comune, l'intero perimetro fu abbandonato e transennato dalle autorità. Ma le macerie di quelle case fatiscenti (liberate anche a causa della presenza di amianto) e i resti di mobili, sedie, materassi, divani e altre suppellettili che si trovavano al loro interno (vedi galleria fotografica di Nicola Velluso) a distanza di quattro mesi sono ancora lì tra la perplessità e la preoccupazione degli abitanti delle zone circostanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quando mi affaccio e guardo in quella direzione, mi sembra di essere in un villaggio dell’Afghanistan appena bombardato - afferma Pasquale, abitante di un palazzo nelle vicinanze della zona - E dire che siamo a pochi passi da un luogo istituzionale, quale è la sede dei vigili urbani e da un centro commerciale molto frequentato». «Quei detriti sono un'indecenza e chi ci garantisce che non siano anche un pericolo per la salute di noi abitanti?», si chiede allarmata la signora Annamaria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L’eliminazione di quei materiali richiede un determinato procedimento, ma la zona è in totale sicurezza e non ci sono pericoli per la salute dei cittadini - spiega Leonetti - È chiaro però che i cumuli di rifiuti possono creare un certo disagio, visto che inevitabilmente diventano l'habitat ideale per il proliferare dei topi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta completata la bonifica l’intera area sarà riqualificata sempre nell’ambito del Pirp di Japigia attraverso la realizzazione di 126 nuovi alloggi e di una grande piazza pubblica, che sarà collegata con la nuova sede della Regione Puglia, attualmente in costruzione proprio in via Gentile. Un progetto che, quando sarà portato a termine, farà finalmente scorrere i titoli di coda su una storia durata oltre trent’anni. Una storia triste, visto che in quei blocchi grigi quelle famiglie avrebbero dovuto abitarci al massimo per due anni.
E sempre che non abbia ragione il signor Enrico, residente in via Gentile sin dai tempi della loro costruzione, che afferma sconsolato: «Quei container resistono a tutto, avrebbero dovuto essere abbattuti già diverse volte nel corso di questi ultimi trent’anni, ma sono ancora lì: sembra che ci sia quasi una maledizione su di loro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Nicola De Mola
Nicola De Mola
I commenti
- Maria - Orgoglio per essere cresciuta in quel posto chiamato sfrattati gli sfrattati siamo oggi, il degrado lo stiamo vivendo oggi, la vergogna siamo oggi, abbiamo subito perdite di cari per via dell amianto, e nessuno a mai fatto nulla,oggi messi qui in questi blocchi dove ancora una volta chi dovrebbe essere di competenza a riabbandonato tutto, facendo si che ci si ritrova in situazione di decrato giardini porticali, sottoscala, garage,ascensore in stato pietoso, chi è in regola sta subendo danni, siamo nuovamente abbandonati, una persona che vive con una misera pensione nn può pagare un condominio che condominio nn puo essere chiamato, se gli sfrattati erano vergogna qui e degrado FATE QUALCOSA PIU PRESENZA CORDIALI SALUTI