La storia di Mino Balestra: «La radio, così come l'abbiamo fatta noi, non tornerà mai più»
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mercoledì 29 aprile 2020
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di Gaia Agnelli
Partiamo dal principio: come e quando ha cominciato?
Era il 1976, ricordo che la sera mi sintonizzavo sempre sulla neonata “Bari Radio Uno” per ascoltare il programma di quiz condotto da Sandro Milella ed Erio Fumai. Avevo 26 anni e qualche volta chiamavo e rispondevo alle domande per vincere i premi in palio. All’epoca lavoravo nelle discoteche come deejay e così un bel giorno ricevetti la telefonata di Erio che mi chiese di prestare la voce e la mia conoscenza musicale alla stazione. Colsi al volo l’occasione e partii con una trasmissione dedicato interamente all’arte del dj-set. Il suo nome era “Disco Bru”, laddove l’acronimo “Bru” stava per “Bari Radio Uno”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da lì in poi ha spiccato il volo nel mondo delle stazioni baresi.
Sì. Avevo degli amici che lavoravano per “Bari Canale 100”, così feci richiesta per collaborare con loro. Era sempre il 1976 e l’emittente di Emilio Laricchia, Mimmo Loperfido, Nino Di Marzo e Pino Baldassarre era ancora ai suoi albori. Condussi il primo programma dedicato al mondo femminile: “Il Domestico”. Le donne chiamavano per raccontare le loro esperienze amorose, svelavano i propri segreti in cucina e davano consigli per la cura dell’aspetto estetico. Questa interazione con l’ascoltatore era talmente nuova che alcune di loro credevano che io le potessi addirittura vedere, così mi divertivo a prenderle in giro dicendo cose del tipo “aggiustati i capelli” o “che bella casa che hai”. Tra i miei primi format ci furono anche quello di dediche (“Angeli della notte” con Vito Pinto) e “Se ti svegli ti rompo” che veniva trasmesso alle 6: tenevamo compagnia ai tantissimi cittadini che si alzavano presto la mattina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli anni a seguire si è però spostato ancora, arrivando a collaborare per circa una decina di emittenti del capoluogo pugliese.
Non mi è mai piaciuto restare fermo in uno stesso posto: volevo essere libero di sperimentare, di provare sempre nuove esperienze. Dopo Bari Canale 100 iniziò la mia esperienza da direttore per “Radio Levante”. Lì il successo arrivò con la conduzione di “Il Diavolo e Rosina”, assieme al mio collega Gianni Pesola. In onda dalle 21 a tarda notte, le nostre gag divennero un mito. Rosina, personaggio interpretato da Gianni, era una popolana barese a cui io facevo da spalla. E poi ci divertivamo sempre con scherzi al deejay Palasano: quando lui annunciava una canzone, noi cambiavamo il disco inserito. Annunciava Gianni Morandi? In onda andavano i Beatles. Nel 1977 però io e il mio collega Enzo Zambetta ci separammo dalle sue frequenze e fondammo “Radio Luna”. Qui trasmettevamo degli audio erotici che ci inviava la pornostar del momento: Cicciolina. Li mandavamo la notte. E capitava spesso che gli ascoltatori bussassero alla porta del nostro studio convinti che l’attrice fosse da noi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le tante esperienze ci fu quella di “Canale 88”.
Dopo il ritorno a Bari Canale 100 e la parentesi di “Radio Trullo”, approdai a “Canale88”, dove rimasi tre anni. Nel 1980 condussi “Buona giornata”, in cui si affrontavano svariati temi d’attualità in modo ironico e leggero. Ebbe così tanto successo che si classificò nono nella lista dei programmi più seguiti in tutta Italia, pur trasmettendo solo in Puglia. La domenica invece conducevo “Buona giornata in quiz”. Avevamo dagli sponsor dieci premi, tra i quali pacchetti di sigarette e lattine di bibite: scoprimmo che qualche furbo chiamava più volte con nomi diversi per vincere tutti i regali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Infine l’approdo a RadioNorba.
Passate le breve esperienze a “Radio Play” nel 1983, a “Radio Antenna 1” e a “Radio Tagi One”, nel 1986 ricevetti una chiamata dalla stazione di Conversano. Collaborai con loro per quattro anni, conducendo ogni mattina dalle 7.15 alle 8.30 la mia trasmissione di maggior successo: “Di buon’ora con buonumore”, un format utile a iniziare la giornata allegramente sdrammatizzando fatti e difetti delle persone. Era un continuo alternarsi di musica e racconti di vita comune: ricevevo anche 800 telefonate in due ore. Si ascoltava in quasi tutta Italia e molti provarono a imitarlo senza riuscirci. Il segreto era quello di essere preparati su tutto, così da parlare con chiunque di qualsiasi cosa. L’informazione e la parlantina sono del resto alla base di questo lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il successo radiofonico le ha permesso anche di condurre numerosi spettacoli…
C’è stato un periodo in cui, sempre con Enzo Zambetta, eravamo in giro ogni sera: con “CantaPuglia”, “Miss Bari” o “Miss Puglia”. Grazie alla sua amicizia con Pippo Baudo ho anche avuto la possibilità di condurre con il famoso presentatore molte delle serate finali di “Miss Italia”, sempre in Puglia. Ho anche avuto la fortuna di conoscere e affiancare il grande conduttore Gianni Roman, dal quale ho imparato i segreti del mestiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Radionorba è stata la sua ultima esperienza radiofonica?
Nel 1991 feci un altro anno a “Radio Made in Italy”, dopo di che smisi di fare radio per tuffarmi nel mondo televisivo con TeleNorba. Anche se dopo varie esperienze e una parentesi addirittura con Sky sono tornato al mio vecchio amore, collaborando con “L’Altra Radio” e “Canale 100”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cos’ha la radio più della tv?
La televisione non è mai stata “spontanea”: ha sempre messo sul piedistallo i “già arrivati”, come gli opinionisti e gli esperti. La radio invece è nata per dare spazio agli ascoltatori. Se la televisione è riservata a pochi eletti, la radio è sempre stata di tutti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche ora?
Sì, anche se non ha più la stessa magia di prima. Noi entravamo nelle case delle persone, nel vero senso della parola. Eravamo tutti una grande famiglia e spesso con gli ascoltatori andavamo addirittura a cena insieme. Ma “quella” radio, così come l’abbiamo fatta noi, non tornerà mai più.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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