di Alessandro Cavalera

Martino, l'artista che colora il pavimento di via Sparano: «Disegno l'attualità»
BARI –  Ci sono cantanti improvvisati come il mitico Rinaldo, giovani promesse quali Palko Gonda o chitarristi più anziani come Marcello. Via Sparano è da sempre una sorta di “palcoscenico all’aperto”, arteria prediletta dagli artisti di strada che qui possono contare su un numeroso pubblico attratto dalle vetrine dei negozi. E tra questi “buskers”, oltre ai musicisti, si contano anche i pittori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anni fa vi parlammo del messinese Alessio, mentre oggi vogliamo raccontarvi la storia di Martino, 33enne che si divide tra la sua nuova casa di Berlino e quella natìa di Acquaviva delle Fonti. Ogni volta che torna in Puglia non manca però mai di fare un salto in via Sparano, lì dove disegna sul pavimento della strada, da un paio d’anni tra l’altro oggetto di un importante restyling. (Vedi foto galleria)

Le sue “armi” sono dei colorati gessetti lavabili con i quali dà forma a personaggi che spesso prendono spunto dall’attualità. Il mese scorso ad esempio ha eseguito un ritratto di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo barbaramente ucciso a Colleferro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando lo incontriamo, quasi ad angolo con via Dante, è invece preso dalla realizzazione di un grande volto di bambino dagli occhi verdi che presenta sul cappello la figura di Mafalda. «La mia creazione – ci spiega – è proprio un omaggio a Quino, il celebre fumettista argentino recentemente scomparso, geniale creatore di Mafalda. Mi piace rappresentare la realtà in maniera creativa, cercando di informare e stimolare la riflessione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Martino indossa un cappello alla pescatora blu e occhiali da sole a specchio: è di fatto “mascherato” e ci invita a non fotografarlo in faccia. «Preferisco che i miei lavori parlino al mio posto», afferma. Gli chiediamo comunque di raccontarci la sua storia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Dopo il liceo linguistico – dice - ho interrotto gli studi dedicandomi completamente alla pittura. Mi sono però trasferito a Berlino, dove tuttora vivo, perché avevo voglia di confrontarmi con un nuovo Paese, ricercando forme d’arte che esprimessero al meglio il mio modo di essere. Ma torno spesso in Puglia e non manco mai di disegnare qualcosa sulla via dello shopping barese: questa città del resto mi accoglie sempre con grande partecipazione ed affetto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le sue parole trovano conferma dai tanti curiosi che si avvicinano a lui, chiedendo notizie sul significato del suo lavoro e sui colori che usa. In molto poi lasciano una moneta nel cestino di vimini posto accanto all’opera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre Martino risponde continua però a creare, muovendosi con cura sulla sua “tela” stradale, sostituendo i guanti a ogni cambio di colore. Con i gessetti dà forma ai tratti principali, poi completa distribuendo polvere di gesso mista ad acqua col palmo della mano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spiega che dipinge da circa dieci anni e che negli ultimi due ha cominciato, in parallelo, a sperimentare l’arte di strada, visitando numerose città europee. «La scelta di disegnare sul pavimento – dichiara - mi consente di raggiungere un pubblico vasto, a differenza delle gallerie d’arte, meno accessibili e spesso riservate a una platea limitata. Al centro ci sono spesso grandi volti: il modo migliore per avvicinare i passanti alla mia arte raccontando loro le mie emozioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E nel frattempo il pezzo è ormai completato, firmato con la dicitura “Martino Pitture”. L’artista ci ha messo otto ore per finirlo: un grosso impegno che svanirà via con la prima pioggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Le “armi” di Martino sono dei colorati gessetti lavabili con i quali dà forma a personaggi che spesso prendono spunto dall’attualità
Il mese scorso ad esempio ha eseguito un ritratto di Willy Monteiro Duarte...
...il ragazzo barbaramente ucciso a Colleferro
Quando lo incontriamo, quasi ad angolo con via Dante, è invece preso dalla realizzazione di un grande volto di bambino dagli occhi verdi che presenta sul cappello la figura di Mafalda
«La mia creazione – ci spiega – è proprio un omaggio a Quino, il celebre fumettista argentino recentemente scomparso, geniale creatore di Mafalda. Mi piace rappresentare la realtà in maniera creativa, cercando di informare e stimolare la riflessione»
Martino indossa un cappello alla pescatora blu e occhiali da sole a specchio: è di fatto “mascherato” e ci invita a non fotografarlo in faccia. «Preferisco che i miei lavori parlino al mio posto», afferma
Sono tanti i curiosi che si avvicinano a lui, chiedendo notizie sul significato del suo lavoro e sui colori che usa. In molto poi lasciano una moneta nel cestino di vimini posto accanto all’opera
Mentre Martino continua però a creare, muovendosi con cura sulla sua “tela” stradale, sostituendo i guanti a ogni cambio di colore. Con i gessetti dà forma ai tratti principali, poi completa distribuendo polvere di gesso mista ad acqua col palmo della mano
«La scelta di disegnare sul pavimento – dichiara - mi consente di raggiungere un pubblico vasto, a differenza delle gallerie d’arte, meno accessibili e spesso riservate a una platea limitata. Al centro ci sono spesso grandi volti: il modo migliore per avvicinare i passanti alla mia arte raccontando loro le mie emozioni»
E nel frattempo il pezzo è ormai completato, firmato con la dicitura “Martino Pitture”. L’artista ci ha messo otto ore per finirlo: un grosso impegno che svanirà via con la prima pioggia (foto di Raffaele Torelli)



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