Vincenzo, il tuttofare del Villaggio del Lavoratore di Bari: «Al servizio della comunità che mi ha aiutato»
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lunedì 12 giugno 2023
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di Gaia Agnelli
Da allora infatti Vincenzo ha deciso di “servire” il Villaggio: un luogo che sin dalla sua fondazione nel 1950 è stato caratterizzato per essere abitato da persone che si riconoscono in una comunità. Un sobborgo periferico di 3.500 anime in cui ci si conosce tutti e ci si aiuta, vista anche l’assenza perenne di servizi. (Vedi foto galleria)
Incontriamo Maino nella piazzetta dove si erge la parrocchia Santa Famiglia, punto di riferimento del rione. «Sono nato nel quartiere Libertà, ma in tenera età sono venuto a vivere qua, qualche anno prima che chiudesse la raffineria Stanic di via Bruno Buozzi, che dava lavoro a tutto il quartiere – esordisce –. Sono così cresciuto nel Villaggio, cercando di portare sempre pace e serenità. Già da bambino mi “mettevo in mezzo” quando i compagni litigavano e anche ora, quando c’è un battibecco tra i più piccoli, i genitori mi chiamano per calmare le acque. Lo stesso faccio con gli adulti, perché il mio obiettivo è che tutti siano uniti, come in una grande famiglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un atteggiamento che lo ha portato naturalmente a farsi amare dall'intero Villaggio. E così quando dieci anni è stato operato per un tumore alla gola che gli ha tolto quasi completamente la voce, la comunità si è stretta attorno a lui. E nel momento in cui ha perso l’occupazione a causa del suo handicap (perché non poteva più respirare le vernici con cui aveva a che fare), i suoi vicini hanno trovato il modo per dargli un’altra possibilità.
Da allora infatti se c’è qualcosa da fare nel rione, è lui ad essere chiamato e Vincenzo dal canto suo si mostra sempre pronto a dare una mano. «Quando a mia madre si è rotta la tapparella in casa ad esempio, le è bastato mandare un messaggio al nostro tuttofare che è corso subito a ripararla – racconta la residente Carla –. Per non parlare di tutte quelle volte che dovevo raggiungere un luogo ma non sapevo come arrivarci: è stato sempre lui ad accompagnarmi, ovunque dovessi andare. E se qualche anziano ha bisogno di fare una spesa più pesante, basta uno squillo e Vincenzo in men che non si dica arriva con le buste piene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i suoi vari compiti c’è poi quello di fare da “guardiano” del Villaggio. «Conosco tutte le macchine di chi abita qui – spiega –, perciò quando ne vedo una “straniera” mi accerto subito che si tratti di ospiti. E poi quando vado a passare la serata nello storico bar-pizzeria all’ingresso del quartiere, sto sempre attento a chi esce e chi rientra dal rione: se vedo che qualcuno non sta rincasando, mi preoccupo e lo contatto subito, così da accertarmi che tutto vada bene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché come dice Saverio, il proprietario del bar, «Vincenzo è il “membro involontario” di ogni famiglia, è sempre presente nella nostra vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Maino ha persino abbellito alcuni spazi del Villaggio, come la sala del Comitato che ha verniciato e decorato. «La vena artistica è sempre stata molto viva in me – spiega –: sono bravissimo con le creazioni manuali. Una passione grazie alla quale realizzo anche cornici colorate e decorazioni in occasione delle feste di compleanno dei residenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Party di cui spesso lui è l’organizzatore. Tra le mansioni che più lo divertono c’è infatti proprio quella di pianificare eventi, addirittura matrimoni. «Quando qui si sposa qualcuno – sottolinea con orgoglio – sono sempre il primo a essere invitato perché i fidanzati sanno che possono trovano in me un ottimo “wedding planner” che si adopera per l’allestimento della cerimonia. Mi occupo naturalmente anche dell’animazione, soprattutto per ciò che riguarda i bambini che faccio ballare, giocare e cantare. Inoltre mi piace presentarmi ogni volta in modo diverso: i travestimenti sono infatti il mio forte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A questo proposito ci mostra uno scatto che lo ritrae vestito da faraone egizio durante un compleanno. «Perché lui è sempre stato molto estroso e creativo – afferma la 50enne Marianna, anche lei residente qui –. Si veda la sua passione per i presepi artistici che fa ogni Natale, come quello che ha realizzato riempiendo le statuine di glitter e brillantini colorati sullo sfondo di una bandiera della pace. Una volta ha persino trovato due manichini in un magazzino e li ha trasformati con pennelli e pitture in Giuseppe e Maria, personalizzandoli poi con il trucco sul viso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per tutti questi servizi Vincenzo non riceve chiaramente un compenso vero e proprio, ma solo piccole mance, oltre naturalmente a colazioni e pizze eternamente “pagate”. «D’altronde io non lo faccio certo per i soldi, ma per amore nei confronti di chi mi ha sempre voluto bene ed aiutato – conclude il “tuttofare” prima di salutarci –. Non scorderò mai quando fui dimesso dall’ospedale dopo l’intervento e venni travolto da una festa a sorpresa da parte della comunità. Così come è indelebile il ricordo del party che mi organizzarono in occasione dei miei 50 anni: con una torta stratosferica e tutto a tema “oro”, così come piace a me».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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