Ruvo, la storia di Minuccio: a 86 anni scolpisce il marmo creando bassorilievi e mosaici
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martedì 25 marzo 2025
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di Francesco Sblendorio - foto Paola Grimaldi
Ad animarlo non è solo il piacere di dare forma al suo talento, ma anche la voglia di offrire un contributo alla formazione dei giovani: la sua “officina” è infatti aperta a tutti e in special modo agli studenti di ogni età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a trovare l’anziano scalpellino (vedi foto galleria).
La bottega di Minuccio si trova in vico Cattedrale, una stradina che si apre al lato del Duomo di Santa Maria Assunta. Qui notiamo subito, poggiati sulle chianche pavimentali, dei bassi cavalletti su cui sono posti in bella mostra dei piccoli bassorilievi. Sono il biglietto da visita dell’anziano artista, che troviamo alla fine del vicolo intento a rifinire con lo scalpello un bel crocifisso a rilievo su marmo bianco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo averci dato il benvenuto, il signor Visicchio ci accompagna verso l’ingresso del suo laboratorio, preceduto da piante e quadri appesi ai muri e ai balconi circostanti. Scendiamo pochi scalini e ci troviamo così all’interno della bottega. (Vedi video)
Nella piccola stanza è tutto un susseguirsi di dipinti alle pareti, macchinari, scatole con i tubetti delle tempere, attrezzi da lavoro lungo i muri e scaffali colmi di libri. Mentre al centro del locale troneggiano quattro mosaici a soggetto mitologico e naturalistico nati dalle sapienti mani di Minuccio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io sono quasi nato qui dentro - afferma lo scalpellino -. Questo “sottano” un tempo era la cucina della mia casa natale, che si trova al piano di sopra e dove ancora oggi abito con mia sorella».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Filomeno in realtà non ha vissuto sempre a Ruvo, anzi, ha avuto una vita piuttosto movimentata. «Eravamo in sette fratelli – spiega - così nel 1957, a soli 17 anni, andai a guadagnarmi da vivere in Venezuela dove lavorai come marmista nelle industrie. Rimasi in Sud America sino alla metà degli anni 70, per poi spostarmi prima a Roma e poi a Genova. Sono infine tornato in Puglia dividendomi tra Ruvo e Trani, prima di andare in pensione a sessant’anni. Ed è stato allora che ho deciso di diventare un artista».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il talento Minuccio dice di averlo sempre avuto, tanto che anche nella sua permanenza sudamericana ogni tanto si dilettava nell’eseguire qualche opera. Un esempio è il modellino di nave in marmo che vediamo in una nicchia della bottega, realizzato in ricordo del piroscafo che lo portò in Venezuela la prima volta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci guardiamo quindi intorno per ammirare alcuni dei suoi lavori. Si tratta soprattutto di bassorilievi, anzi i “quadri in marmo”, come li definisce Minuccio, che ritraggono soggetti religiosi, naturalistici o architettonici. Notiamo un Crocifisso, una copia della “Creazione di Adamo” di Michelangelo, la facciata della Cattedrale di Ruvo e una splendida Via Crucis. «Si parte sempre da un disegno o da un dipinto che poi si riproduce lavorando di scalpello», ci spiega.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma Minuccio è fiero anche dei suoi mosaici e ci tiene a darci una piccola dimostrazione di come si realizzano. Prende una delle strisce in marmo colorato che conserva in apposite scatole in legno e la spezza in tanti piccoli tasselli utilizzando un macchinario chiamato trancia. Per farlo gira a mano una ruota metallica che aziona una lama in grado di tagliare il marmo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il pezzetto così ottenuto è poi passato nella mola, con cui viene levigato o arrotondato a seconda della forma desiderata. Infine il tassello viene inserito accanto agli altri e, una volta completata la composizione, si salda il tutto versando la resina tra una tessera e l’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alcune di queste creazioni hanno ottenuto un notevole successo. «Un turista milanese passeggiava per il centro antico di Ruvo e mi vide lavorare – ricorda l’artista -: entrato in bottega si innamorò di un’opera a soggetto mitologico e la comprò all’istante per oltre 1500 euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alcuni piccoli mosaici sono incorniciati e appesi alle pareti. «Quasi tutti li ho realizzati con un’associazione di ragazzi disabili», sottolinea Minuccio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questa è solo una delle tante attività di volontariato che l’anziano artista svolge con i giovani. Quando si parla di loro il suo volto si illumina. Immediatamente apre un cassetto e ne estrae una serie di piccoli album fotografici, ognuno dei quali dedicato a un gruppo di ragazzi ai quali ha insegnato le basi del mestiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E come un fiume in piena inizia a raccontare del laboratorio organizzato con gli studenti del liceo scientifico “Tedone” di Ruvo e con gli adolescenti della parrocchia di San Domenico e delle scolaresche di ogni età che ancora oggi vanno in visita alla sua bottega. La quale custodisce le prove di tanto impegno profuso dai giovani ruvesi, come per esempio le formelle in marmo con tralci in rilievo conservate in un angolo della stanza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulle nuove generazioni, del resto, Minuccio ha le idee chiare. «Ci lamentiamo tanto dei ragazzi di oggi, ma la verità è che non li educhiamo nel modo giusto – dichiara –. Bisogna formarli alla bellezza dell’arte e dell’artigianato, se no si perdono davanti ai cellulari». Un impegno che lui si è assunto in prima persona e che riassume nella frase con cui ci saluta: «A me piace donare la mia esperienza: non bisogna mai essere gelosi del proprio talento».
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Paola Grimaldi e Gaia Agnelli) la nostra visita alla bottega di Minuccio:
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