di Alessandra Anaclerio

Lungomare: una giornata con i pescatori amatoriali, tra un ''mo' ven'' e un ''tir tir''
BARI - Se sul Lungomare di Bari sentite gridare "mo’ ven" aprite bene gli occhi: all'amo della canna da pesca di Giuseppe, Francesco o Antonio avrà sicuramente abboccato qualcosa. Loro sono solo tre dei tanti pescatori amatoriali che, per passione, da sempre colorano il tratto di costa barese che da "N derr a la lanz" arriva fino alla spiaggia di "Pane e pomodoro" (vedi foto galleria)

Hanno tutti un’età superiore ai 50 anni e soprattutto sono dotati di tanta pazienza. Passano ore ed ore davanti al mare, dalla mattina al pomeriggio, spesso senza tornare a casa all'ora di pranzo. Sempre nell’attesa di riuscire a catturare la “preda della vita”. Anche se a volte basta riuscire a prendere un pesce un po’ più grande di quello acchiappato dal proprio “vicino”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Noi ci sfottiamo ed è anche questo il bello di venire a pescare»,  racconta Antonio, conosciuto con il soprannome di "leggenda" perchè fu il primo a utilizzare a Bari l'esca finta per pescare. «Quando parliamo tra di noi – ci confida - ognuno gonfia sempre il quantitativo di quello che è stato il pescato giornaliero. Affermiamo di aver preso un anguilla di tre metri quando invece non sfiora neanche i 50 centimetri. Poi ci divertiamo a dire " tir tir" al nostro vicino quando non sta prendendo niente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo è il periodo dell’anno ideale per tirar su cefali e soprattutto “gusci”, le deliziose mormore.  «Per i cefali - svela Francesco, l’unico del gruppo che da sempre viene affiancato da una donna, la moglie Angela - noi facciamo una poltiglia di pane e formaggio da attaccare come esca all’amo, ma c'è un ingrediente segreto che in pochi utilizzano: l’aglio». Per le mormore invece l’esca ideale è un verme (l'arenicola) o ancora meglio il paguro. In questo caso si rompe il guscio con il martello e dopodichè s’infila l’animaletto nell'amo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Anche se questo non sembra essere un anno ricco di pescate. «Il nostro mare non è più quello di una volta – afferma sconsolato Giuseppe - c'è crisi anche sott'acqua a quanto pare. Comunque si pesca meno da quando ci furono i Giochi del Mediterraneo, nel 1997 – afferma -. In quell’occasione per permettere le gare in acqua smossero il fondale e qualcosa cambiò, in neegativo. Prima portavo a casa decine e decine di pesci, adesso invece sempre meno. Guarda oggi, sono le 16.30 e non ho preso ancora nulla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è proprio mentre il pescatore ci sta confidando tutta la sua delusione, tutto a un tratto sentiamo gridare  "mo' ven": proprio Giuseppe ha preso una mormora. La giornata per lui ha preso un'altra piega, adesso è di buon umore. Non ci resta che augurargli "buona pesca" (perché lui non è superstizioso) e sperare che anche domani per questi amanti del mare sia un giorno da ricordare.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il pescatore Francesco si prepara al lancio dell'esca
Francesco, subito dopo il lancio
Francesco con la moglie Angela: è quasi sempre al suo fianco
Esca verme arenicola infilzato nell'amo
Paguri, esca ideale per i gusci (le mormore)
Uso del martello per rompere il guscio dei paguri al fine di utilizzarli come esca
Mormora pescata da Giuseppe
Al pesce viene tolto l'amo e poi è messo nel secchiello



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)