Il midollo osseo: «Si dona senza rischi e si rigenera come il sangue»
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lunedģ 10 novembre 2014
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di Valeria Quarto
Il midollo osseo è un tessuto che si trova all’interno delle ossa cave ed è la sede principale della produzione delle cellule del sangue, come i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine, ma anche delle cellule staminali, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo, tutte essenziali per la sopravvivenza dell’organismo umano. Ecco perché per malattie quali leucemia, tumori, anemia mediterranea e alcuni casi di Sla e Aids, che impediscono o compromettono la produzione di queste importanti cellule, la donazione del midollo osseo può essere l’ultima àncora di salvezza per chi non sembri avere altre speranze a cui aggrapparsi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per ricevere chiarimenti in merito al mondo del midollo osseo, ci siamo rivolti a Carmela Lopez, responsabile Admo (Associazione donatori di midollo osseo) della sezione di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è il vostro ruolo?
Tramite l’associazione cerchiamo di far capire in che cosa consiste la donazione del midollo osseo, nella speranza di raccogliere nuovi donatori. L'Admo nazionale è nata nel 1990 per il volere di un ragazzo, Rossano, che necessitava di un trapianto di midollo, ma che non è riuscito a salvarsi perché purtroppo all’epoca ancora non esisteva il Registro italiano dei donatori di midollo osseo e nessuno dei suoi familiari era idoneo alla donazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come ha contribuito questo ragazzo?
Rossano aveva 21 anni quando gli fu diagnosticata una leucemia. Il 2 ottobre 1989 gli dissero che non gli rimaneva ancora molto tempo da vivere, perciò decise di scrivere quello che poi sarebbe diventato il suo testamento. Oltre a destinare a parenti e amici i beni che aveva, mise a disposizione della sua famiglia i suoi soldi per impiegarli nella promozione della donazione di midollo osseo. Il 9 ottobre Rossano morì e una volta letta la lettera, suo padre, assieme al genitore di un altro ragazzino con la stessa malattia del figlio, cominciò a rendere concreta la sua volontà. Di lì a qualche mese comunque, per volontà di alcuni medici genovesi, venne istituito il registro dei donatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è oggi la situazione in Puglia per quanto riguarda la donazione del midollo?
Sono 18mila i pugliesi iscritti al registro: la scorsa settimana siamo arrivati all'86esima donazione effettiva (in più di vent’anni) da parte di cittadini della regione. Sembrano pochi, ma in realtà è un buon numero considerando che mediamente su 100mila pazienti solo uno riesce a trovare una persona “compatibile” per il trapianto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che cosa si intende per compatibilità?
Il donatore deve condividere con il ricevente lo stesso patrimonio genetico, per questo viene chiamato “gemello genetico”. La compatibilità minima deve essere del 70%. Più alta è questa percentuale, minori sono i rischi che il paziente rigetti il midollo trapiantato. Tra familiari ci potrebbe essere una maggiore compatibilità, ma non sempre questo è vero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se decidessi di donare come dovrei procedere?
Una persona di età compresa tra i 18 e i 40 anni, che pesi più di 50 chili e che, ovviamente, sia sano deve recarsi presso la Tipizzazione tessutale (a Bari si trova nel Policlinico) ed effettuare appunto una “tipizzazione”. Gli viene prelevato del sangue e gli si chiede di compilare un questionario. I dati rilevati vengono inseriti nel registro dei donatori di midollo. Quando viene trovato il proprio gemello genetico, il donatore viene chiamato dalla Tipizzazione tessutale che gli propone di continuare la donazione. Il donatore però può sempre tirarsi indietro, anche all’ultimo istante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se accetta si sottopone poi a un’operazione. Come avviene?
In ospedale il donatore viene addormentato con anestesia totale e, una volta steso con la pancia rivolta verso il basso, gli si fa penetrare all’interno del suo corpo un ago aspirato, bucando le creste, che sono delle ossa del bacino e aspirando il midollo che si trova all’interno della ossa cave. Il tutto dura circa 40 minuti e il paziente dovrà soggiornare in ospedale per le successive 24 ore. Inoltre, da qualche anno il prelievo (solo delle cellule staminali) avviene anche tramite “aferesi”: cioè viene prelevato del sangue, ma il donatore dovrà prima seguire una cura ormonale per 7–10 giorni. E’ il donatore a decidere con quale metodo procedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono le controindicazioni insite nella donazione del midollo?
Non ce ne sono. Il midollo, come il sangue, si rigenera da solo. Se ce ne fosse bisogno il donatore potrebbe ridonare anche già dopo 3-4 mesi di tempo. E nulla può andare male in questa operazione, visto che è il midollo osseo a venire toccato, non il midollo spinale. E quindi non si rischiano ad esempio delle paralisi. Non bisogna confondere i due termini. Il secondo si trova all’interno della colonna vertebrale ed è collegato al sistema nervoso, mentre il midollo osseo è situato all’interno delle ossa. Tra l’altro non si trova solo nel bacino ma in tutte le ossa cave. Viene aspirato da lì per una questione di comodità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Molti temono che il prelievo possa essere doloroso…
Tutto è svolto sotto anestesia, per questo motivo non si sente nulla. Una volta svegliato il paziente può avvertire qualche dolore (come se “si sbattesse contro uno spigolo”) nel punto dove è avvenuta la donazione, dove compare un livido che può causare qualche problema nel sedersi all’incirca per una settimana. Tutto qui. Con l’aferesi invece si ha una leggera febbriciattola durante il periodo dell’assunzione degli ormoni. Cose da poco insomma. Nulla in confronto a ciò che passa il ricevente, che dopo l’operazione deve trascorrere un mese in una camera sterilizzata, perché il nuovo midollo e le cellule staminali devono cercare di ricostruire il sistema immunitario distrutto senza “ingerenze” esterne. Un bambino che ha appena ricevuto un trapianto se viene baciato dalla mamma che cova un raffreddore rischia la vita. L’intero anno successivo deve passarlo un po’ come se fosse in una campana di vetro, anche quando esce dall’ospedale, perché è molto più fragile rispetto a una “persona normale”. Ci vuole tempo affinchè l’organismo si rimetta in sesto. Quindi una settimana di febbre o di mal di schiena che vive il donatore non è paragonabile a questo anno che dovrà affrontare il ricevente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ possibile conoscere la persona a cui si è donato?
Per una questione di privacy si può venire a conoscenza solo dell’età, del sesso e della malattia di cui soffre. Il nome non è possibile saperlo. E’ anche possibile conoscere il Paese di appartenenza. Infatti essendo il registro internazionale, il proprio midollo potrebbe essere emigrato, che ne so, fino in Texas. Perché è difficile trovare un ricevente “vicino di casa”, visto il discorso sulla difficile compatibilità di cui abbiamo parlato prima. Insomma io posso essere una donna, bianca, nata in Italia, ma la persona che riceve il mio midollo può essere un uomo, nero, nato in Africa. Credo che questa sia la dimostrazione che siamo veramente fratelli nel mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma purtroppo non gemelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui il sito dell’Admo www.admopuglia.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Valeria Quarto
Valeria Quarto
I commenti
- Carmela Lopez - Grazie per la magnifica occasione che ci avete dato! Ed ora a te Valeria: è stato bello conoscerti e respirare l'entusiasmo che metti in ciò che fai, spero di rivederti presto.
- Raffaele - Vorrei donare il midollo osseo