di Salvatore Schirone

Bari città divisa in due: Nord e Sud. Il nuovo ponte unirà i quartieri?
BARI - La ferrovia come il muro di Berlino, ma anziché abbatterlo, da decenni i baresi cercano di oltrepassarlo con sottopassi e ponti. Perché Bari di fatto è due città insieme: c’è la parte Sud e quella Nord, zone realmente divise tra loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Difficile infatti che un residente di San Pasquale vada a farsi una passeggiata alla Pineta di San Francesco e che al contrario un abitante di San Girolamo vada a portare i bambini a Largo Due Giugno. E’ chiaro che chi abita a Sud, come chi vive a Carrassi o Japigia il gelato lo andrà a prendere a Torre a Mare. Al contrario chi vive al Nord, come un residente al San Paolo o di Libertà per andare a mangiarsi una pizza preferirà Palese e Santo Spirito. E di sicuro se “Pane Pomodoro” è la spiaggia di Bari Sud, il “Canalone” è quella di Bari Nord.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Esempi che servono a far capire come la ferrovia continui a rappresentare un limite per la viabilità all’interno della città. Oggi per andare da Sud a Nord (e viceversa), evitando la circonvallazione, il barese ha pochissime strade a sua disposizione. Il lungomare (che è appunto come dice il nome molto lungo), gli storici sottopassi carrabili di via Quintino Sella e Luigi di Savoia, il sottopasso di via Pasteur, il ponte che collega corso Cavour a via Unità d’Italia e infine via Cifarelli, il proseguimento di via Capruzzi, dove fino a qualche anno fa sorgeva addirittura un passaggio a livello. Tutte vie molto strette e congestionate dal traffico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se ora è in procinto di essere terminato il megaponte all'altezza di via Crispi che sorvolerà per 625 metri, a oltre dieci metri dal suolo, il fascio dei binari. Due corsie per ciascun senso di marcia costeggiate da piste ciclopedonali congiungeranno via Naziarantz (nei pressi del cimitero) all'asse Nord-Sud: un’autostrada urbana che dalla rotatoria di Carbonara, intersecandosi con via Colletta, giungerà nel cuore del quartiere Libertà. L'opera da 32 milioni di euro (31 di fondi regionali e uno comunale) affidata alla Cimolai di Pordenone, tra rinvii, contestazioni, autorizzazioni e varianti di progetto, dovrebbe vedere la luce tra meno di un anno (Vedi foto galleria).

Nell'intento di decongestionare il traffico, cresciuto esponenzialmente nel tempo ed eliminare le strozzature di sottopassi e passaggi a livello, i ponti scavalcano la ferrovia e cercano affannosamente di collegare alcune arterie strategiche della città. Ma i ponti sorvolano, appunto, senza tuttavia unire i quartieri che, nati e cresciuti in modo autonomo e disorganico dal punto urbanistico e culturale, continuano a vivere isolati e distanti tra loro. E quindi la domanda è: l'ennesimo ponte, per quanto imponente, potrà mai davvero riallacciare in verticale il lato nord della costa, il centro e il porto con i quartieri extramurali? Abbiamo chiesto il parere di Francesco Rotondo, professore di tecnica urbanistica del Politecnico di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cos'è l'asse Nord-Sud e come si colloca quest'opera nel quadro urbanistico complessivo?

Il nuovo ponte costituisce l'opera necessaria per il completamento del secondo tratto del prolungamento dell'attuale via Tatarella fino al lungomare: un importante pezzo di quell'autostrada cittadina, denominata asse Nord-Sud, prevista nel piano urbanistico Quaroni a metà anni 70. Nell'intento di fare di Bari la "città regione", il fulcro cioè di tutte le attività sociali, economiche e culturali della Puglia, l’urbanista Ludovico Quaroni aveva previsto una grossa arteria cittadina che avrebbe congiunto il porto di Bari a quello di Taranto, mettendo in diretto collegamento il porto militare e commerciale con il porto passeggeri. La strada avrebbe attraversato tutta la città proseguendo verso sud fino almeno ad Adelfia, per poi ricongiungersi con la statale 100. 


Ma sono passati quarant'anni e la città è cambiata ... 

In realtà cinquanta. Quaroni ebbe l'incarico nel 1963 e il piano fu approvato nel 1976. Negli anni Sessanta, già prima di lui, si immaginava uno sviluppo demografico di 600mila abitanti, prevedendo lo sviluppo della città verso nord proprio su quest'asse viario, che avrebbe ospitato ampie zone residenziali, attività terziarie direzionali e complanari di servizio che avrebbero servito i nuovi quartieri Picone, Poggiofranco e Santa Fara. Infrastrutture che non si sono mai realizzate perché la crescita demografica fu notevolmente sovrastimata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però sono nati molti quartieri periferici isolati.

Appunti periferici e questo per una nefasta dinamica che si è innescata nel nostro comune. Da un lato l'alto prezzo degli immobili, che consentiva a pochi di realizzarli e avvantaggiava solo dei potenti del mattone, dall'altro i tempi lunghi di lottizzazione (che in media sono di due anni mentre a Bari si parla di 10-15 anni), hanno fatto perdere di interesse gli investimenti. Non avendo attuato le previsioni di sviluppo nei tempi giusti, investitori ed abitanti hanno abbandonato la città per la periferia e i paesi vicini. Conseguenza di questa urbanizzazione a “macchia di leopardo”: l’aumento della mobilità e dell’inquinamento urbano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi questo asse viario con il suo il ponte potrebbe essere insufficiente a decongestionare il traffico verso il centro?

Non riusciamo a immaginare come una strada cosi larga possa proseguire verso l'ansa Marisabella senza subire rallentamenti, strozzature e deviazioni su via Napoli. Per i camion che dalla periferia volessero raggiungere il porto sarebbe una follia. E ovvio che fatto il ponte non abbiamo risolto niente in questo senso. Detto questo, penso tuttavia che l'attuale tratto costituirà un importante collegamento per ricucire per lo meno la zona di Ceglie e Carbonara (e non Loseto che resta tagliata fuori)al resto della città. Potenziando il Park and Ride nei pressi del mercato coperto di via Mazzini, chi viene da Carbonara potrebbe evitare di imbottigliarsi nel traffico. Parliamo tra Ceglie e Carbonara di circa 30mila abitanti. Quindi un beneficio per la mobilità c’è in fondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma i quartieri a nord non resterebbero comunque divisi dal resto della città?

Sì, perché vedo una criticità sul tipo di strada realizzata. Appena fatta avrebbe già bisogno di una riqualificazione, perché è stata costruita oggi, ma con una logica vecchia. Un’arteria ad alto scorrimento dovrebbe essere resa molto più integrata attraverso complanari per l'accessibilità ai quartieri. Se questo tipo di strada fosse stata fatta prima forse avrebbe dato più sviluppo a questi rioni ed evitato la nascita di molte delle nostre periferie.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Lo stato attuale della costruzione del ponte: la struttura che costituirà la rampa di accesso da via Naziarantz
Lavori in via Naziarantz
Preparazione dell'accesso al ponte, lato via Tatarella
I grossi piloni che sorreggono la struttura, lato via Naziarantz
Il cartello che descrive i lavori in corso e mostra un rendering del progetto
Mappa del tracciato dell'asse che collegherà la grande rotatoria di Carbonara con il porto (in verde) e il tratto del ponte (in rosso)



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  • Massimo Iaquinta - A nord di Bari vi è il mare... i quartieri periferici sono a sud di Bari. Scusatemi se mi permetto di segnalare questa svista...!
  • BARINEDITA - Non è svista caro Massimo. Quando si parla di nord e sud a livello cittadino non si intendono i punti cardinali "classici", ma il nord e il sud rispetto al centro della città. Certo, volendo seguire la "geografia" in questo caso di dovrebbe parlare di est e ovest di Bari. La ringraziamo per il suo commento. Saluti


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