Accademia di Belle Arti: «Costretti a studiare a turno in aule minuscole»
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venerdì 30 gennaio 2015
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di Mariangela Dicillo
Niente a che vedere con i luminosi corridoi, le pareti piene di quadri, gli ingressi monumentali, i cancelli imponenti, le ampie aule, le fornite e frequentate biblioteche e gli ampi giardini che si trovano a Roma, a Firenze, a Bergamo e in tutte le altre Accademie d’Italia (19 statali, tra cui quella di Bari e 24 private legalmente riconosciute). Se non fosse per la scritta all’esterno a caratteri cubitali che recita "Accademia di belle arti" su due saracinesche piene di graffiti al civico 189 di via Re David ad angolo con via de Ruggero, nemmeno si capirebbe che quel palazzo nasconde una facoltà universitaria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Di fatto studiamo e lavoriamo in un condominio - afferma il direttore dell’istituto, Giuseppe Sylos Labini -. In aule troppo piccole per ospitare così tanti ragazzi tutti armati di tele, pennelli e materiale necessario a disegnare, dipingere o scolpire». Un condominio che costa alla Provincia di Bari quasi 380mila euro all’anno di affitto, versati a un privato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti basta farsi un giro tra i corridoi dell’Accademia per capire come stanno messi male gli studenti (vedi video). Sulle porte delle aule c’è addirittura scritto il numero massimo di ragazzi che la stanza può contenere. L’aula numero 17 ad esempio ospita al massimo 16 allievi (vedi foto galleria). E gli spazi appaiono veramente inadeguati: il materiale da lavoro (cavalletti da disegno, tele, banchi, apparecchi per produrre luce per le foto, pennelli, tavolozze e proiettori) è tutto ammassato e disposto in maniera disordinata e i ragazzi non riescono neanche a disegnare per quanto debbano stare così vicini gli uni agli altri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lo stesso discorso vale per tutte le aule, da quella di scenografia, dove i costumi fabbricati dagli alunni rischiano di rovinarsi rinchiusi in un armadio che rischia di scoppiare, a quella di fotografia, dove al massimo possono entrare cinque persone per volta (compreso il professore), a quella di anatomia artistica, dove il docente Pietro Romano Matarrese afferma: «Non se ne può più, ogni volta si devono far mettere un paio di alunni alla cattedra per guadagnare spazio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E il docente di plastica ornamentale, Antonio Cicchelli, è d’accordo con il collega. «Noi professori siamo costretti a spiegare due volte al giorno, se ci va bene, o addirittura quattro, per dare la possibilità a tutti gli studenti di seguire le lezioni. Di fatto facciamo i turni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Antonio, uno studente, ci ferma mentre vaghiamo per l’istituto e ci avverte: «Andate a vedere biblioteca, dove non si può entrare in più di tre persone perché sotto c’è il deposito del gasolio del condominio e i vigili del fuoco hanno imposto delle limitazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sarebbe in definitiva necessario per l’Accademia avere una nuova sede. «Sì ma noi ci siamo affidati tante volte al Comune, abbiamo aspettato ma non abbiamo mai avuto risposte concrete – sottolinea Sylos Labini -. Da tre anni si parla della caserma Rossani, ma io non ci credo più, di quella struttura vogliono farne tutto e niente. E poi non sarebbe neanche adatta. Noi abbiamo bisogno di almeno 5mila metri quadrati di spazio e la Rossani aggiungerebbe poco ai 2mila che abbiamo oggi. Siamo stanchi e ora che il contratto per questo edificio sta per scadere (il prossimo dicembre), lotteremo per ottenere una sede adeguata. Provassero a fermarli quasi un migliaio di studenti arrabbiati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma dove trovare un edificio così grande, addirittura da 5mila metri quadri? «Non è difficile – risponde il presidente dell’Accademia, Giancarlo di Paola – basterebbe dedicarci parte della Fiera del Levante, magari l’area nei pressi dell’ingresso monumentale. Bisogna capire che per imparare pittura, scultura, decorazione, effetti speciali per il cinema c’è bisogno di spazio, non è come imparare storia e filosofia. E poi noi siamo un istituto prestigioso e come tale vogliamo un sede prestigiosa. La Fiera sarebbe perfetta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video (di Gianni De Bartolo) la situazione in cui versano gli studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Bari:
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Mariangela Dicillo
Mariangela Dicillo
I commenti
- Mattia Benedetto - Se vi fa piacere, all'accademia di Reggio Calabria, sono sospese le lezioni perchè non abbiamo aule -.-" libere!!!