Bari, la vita dei 203 gattari "tesserati" dal Comune: «Spese per i mici tutte a nostro carico»
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giovedì 18 febbraio 2021
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di Gaia Agnelli e Marianna Colasanto
Gattari che da qualche anno sono stati anche “riconosciuti” dal Comune di Bari. Nel 2012 l’amministrazione municipale ha infatti emanato un regolamento di “tutela dei diritti degli animali”, predisponendo nel titolo dedicato ai felini un censimento delle colonie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Rilevazione che, partita nel 2016, ha sinora portato alla luce 233 “famiglie” amministrate da 203 gattari. Un provvedimento doveroso, perché spesso la realtà ci mostra colonie abbandonate a loro stesse, sporche e maleodoranti, abitate da esemplari non sterilizzati e nutriti con avanzi di cibo magari lasciati poi a marcire per terra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il punto cruciale del regolamento è quindi “l’ufficializzazione” dei volontari, a cui viene rilasciato un tesserino che dà il diritto e il dovere di occuparsi del sostentamento della comunità. Il loro compito è quello di dare da mangiare ai mici due volte al giorno, lasciare l’acqua 24 ore su 24, pulire l’area dai peli e dai resti alimentari, predisporre le cuccette, provvedere anche alle cure veterinarie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per ricevere questa “carica” va inviata un’istanza alla ripartizione Tutela dell’Ambiente del Comune, specificando la colonia di cui ci si vuole prendere cura. Sarà poi la Lav (Lega Anti Vivisezione) a fare il sopralluogo e a geolocalizzare il sito, assegnando un codice identificativo associato al richiedente che a quel punto riceve il “patentino”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma non è oro tutto quello che luccica. La stragrande maggioranza delle colonie risulta ancora senza “padrone”: in poche hanno infatti avuto la fortuna di essere “adottate” da un responsabile. Una situazione che difficilmente potrà migliorare, visto che ai gattari non conviene avere una “famiglia” in più da accudire. Il motivo? La gestione economica, che è tutta a loro carico: dall’acquisto dei croccantini e delle ciotoline sino alle cure mediche e alla pulizia dell’ambiente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Conseguire il “patentino” è più una gratificazione morale che un supporto concreto: provvedo infatti a tutte le spese di tasca mia – conferma la 52enne Paola Felicini, responsabile di un gruppo presente all’interno del Campus -. Sarebbe auspicabile invece ricevere un aiuto dal Comune di Bari, così come avviene a Roma dove si hanno sconti nei negozi e in alcune città del Nord dove è l’amministrazione municipale a provvedere alle cucce».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’unico costo che i gattari non devono sostenere è quello per la sterilizzazione, anche se spesso i volontari preferiscono pagare loro l’intervento. «Le liste d’attesa dell’Asl sono lunghissime - spiega la 52enne Flora Armenio, “mamma” di 40 quattrozampe di Palese – e il rischio è che nel frattempo la colonia proliferi, vista la facilità con cui i suoi abitanti si accoppiano. Così spesso ci facciamo carico noi del ricovero presso le cliniche private: una premura che ci costa anche 150 euro a felino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non solo – aggiunge la 52enne Dina Cuzzi, volontaria del San Paolo - ammesso che si riesca a rispettare la data di prenotazione stabilita dall’Asl, bisogna poi organizzarsi per prelevare il gatto “in lista”: cosa non facile. Perché non è sicuro che l’animale si faccia trovare proprio quel giorno. E poi, se tutto va a buon fine, bisogna comunque occuparsi del post intervento fatto di antibiotici e degenza a casa: spese che l’Asl non rimborsa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L’unico vantaggio del riconoscimento è che ci legittima agli occhi degli altri condomini - interviene la 50enne Anna Curci, responsabile di una colonia in via Fieramosca -. Prima di conseguire questo titolo venivo insultata e minacciata dai vicini che non apprezzavano il mio operato. Ora invece hanno capito che ho la legge dalla mia parte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nonostante tutte queste difficoltà, i gattari continuano però a portare avanti la loro “missione”. «Merito dell’amore sconfinato che abbiamo per i felini – ammette Anna -. Per me tutto è nato qualche anno fa, quando mio marito portò a casa una micia. Rimasi incantata dal suo carattere, sensibile e indipendente e da allora iniziai a “vedere” animali dappertutto. Adesso vivo con sette gatti ai quali si aggiungono quelli della colonia di cui mi occupo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Storia simile a quella di Paola. «Da bambina sognavo di fare la veterinaria – ci racconta -: amavo prendermi cura di pesci, topi, uccelli e cani. Ma poi arrivarono i gatti: ne rimasi affascinata e iniziai a sterilizzarli con l’aiuto di altri volontari. Oggi in casa ne ho cinque e non potrei più farne a meno: mi affascina la loro eleganza e libertà di spirito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proprio Paola ci conduce in visita alla colonia ospitata all’interno del Campus Universitario di Bari, che complessivamente conta ben cento animali. La prima tappa è il giardino del Dipartimento di Matematica, dove vivono una ventina di esemplari gestiti da Elena Del Zotti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Troviamo un bel gruppetto di pelosi tutti di colore bianco e nero intenti a consumare il proprio pranzo all’interno di piatti di plastica. Un piccolo è invece appartato nei pressi delle cuccette coperte da teli di plastica per impedire alla pioggia di filtrare. E mentre un micione scuro ci fissa e non sembra spaventato dalla nostra presenza, altri oziano all’ombra dei pini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo ora i gatti “matematici” e andiamo alla volta degli abitanti dell’Istituto Botanico dove, sotto un arco a sinistra, sono sistemate le casette. «Questa è la mia colonia – afferma Paola -. Mi prendo quotidianamente cura di venti quattrozampe che vivono tra le aiuole e l’orto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è l’ora della pappa e la gattara deve preparare i croccantini. Così in men che non si dica viene raggiunta dai suoi pelosi amici. Ci sono anche Birba, Camillo, Elma e Sandrino, che tra fusa e miagolii divorano il pasto “gentilmente offerto” dalla loro amorevole e paziente mamma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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I commenti
- Dionisio - Dall'età di 6 anni, ho fatto volontariato assieme a mia Madre. Poi le strade si son divise. Ma il volontario quello vero non ha mai avuto fine, Anzi!! Attualmente curo all'Interno della Colonia del Cimitero fissi 5 ed altri 2/3 che mi aspettano ogni mattina all'apertura dei cancelli su un viale che porta dove si sono sistemati. Per dirne una in questi giorni caldissimi preparo sera e quando torno 5 bottiglie di acqua più che fresca , mattina umido pomeriggio croccantini. Se potete contattarmi nel caso ci fosse bisogno di aiuto o altro. Vi Auguro una serena giornata. Dionisio