I bambini di 7/8/9 anni che hanno un cellulare: «Genitori egoisti, c'è il rischio dipendenza»
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martedì 10 settembre 2024
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di Gaia Agnelli
A parlare è la 39enne Fabrizia, uno dei tanti genitori che ha deciso di comprare uno smartphone al proprio figlio. Sono infatti tantissimi i bambini che già nell’età della scuola elementare posseggono un cellulare: piccoli di 7-8-9 anni che hanno quindi un proprio numero di telefono e un proprio profilo whatsapp e che possono accedere liberamente ai social network.
«E non vedo che cosa ci sia di male - afferma la 36enne Valentina -. Mio figlio è stato abituato al telefono sin da piccolo, quando l’unico modo per fargli fare la pappa già a pochi mesi era farlo smanettare su YouTube. Così, giunto a 9 anni, gli ho comprato un cellulare in modo da non rovinare il mio, visto che me lo chiedeva in continuazione. D'altronde ora che sta crescendo ed esce sempre con gli amici al parchetto, sono molto tranquilla sapendo che è reperibile tramite una telefonata o un messaggio. Mi piacerebbe però controllargli il telefono, ma ha impostato un codice per bloccare lo schermo che non vuole fornirmi: sembra quasi abbia dei segreti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«D’altronde la tecnologia fa ormai parte di noi e sarà il futuro dei nostri bimbi - interviene il 40enne Giorgio -. Ho regalato il telefono a mia figlia all’età di 8 anni perché la ritenevo abbastanza matura per utilizzarlo responsabilmente e iniziare ad approcciarsi con disciplina e consapevolezza a questo mondo. Ritengo anche che lo smartphone stimoli la curiosità e la creatività dei piccoli, conferendogli competenze che potranno tornare utili in età adulta: a lei infatti piace molto usare un’applicazione con la quale mappa il cielo e conosce le stelle. Anche giocare online con le coetanee lo trovo un buon modo per socializzare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma che cosa pensano a riguardo gli esperti? È veramente “normale” che bambini così piccoli detengano strumenti utilizzati dagli adulti? Ne abbiamo parlato con lo psicoterapeuta barese Marco Magliozzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È così normale che un bambino abbia un suo smartphone?
Lo smartphone entra nella quotidianità dei bambini sin dai loro primi mesi di vita, come modalità per distrarli dai capricci e per fargli fare la pappa senza interruzioni. Il pensiero comune di madri e padri è “lo usiamo noi perciò lo può usare anche nostro figlio: che male c’è”. Alcuni genitori però, purtroppo, non si rendono conto dei rischi che un bambino con un telefono sempre in mano può correre. Il cellulare infatti può creare una vera e propria dipendenza che conduce al non riuscire mai a stare sereni senza un dispositivo elettronico. Oltre al fatto che lo smartphone può impattare negativamente sullo sviluppo cerebrale e psicologico del minore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In che modo?
Luci, suoni e video “scrollati” ossessivamente producono problemi a livello cerebrale. Uno studio condotto dal Centro per la scoperta di reading e alfabetizzazione del Children’s Hospital di Cincinnati, afferma che i bambini che trascorrono tanto tempo di fronte a uno schermo possono sviluppare difficoltà nella capacità di espressione. L’uso continuo del cellulare in tenera età conduce infatti a un minore sviluppo della materia bianca nel cervello, in particolare per ciò che riguarda le aree legate al linguaggio e all’alfabetizzazione, alla funzione esecutiva, alla capacità di nominare gli oggetti, al processo di controllo e all’autoregolazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I bambini potrebbero quindi riscontrare difficoltà nel parlare o nell’affrontare situazioni quotidiane…
Sì, un utilizzo troppo intenso dei cellulari potrebbe causare un ritardo nello sviluppo del linguaggio, oltre a dimezzare i vocaboli appresi. Crescendo poi, si potrebbero riscontrare disturbi nell’autoregolazione emotiva, quindi la gestione delle emozioni: il bambino tenderà ad arrabbiarsi più spesso e a reagire con scatti d’ira. Stessi deficit che potrebbero presentarsi anche per la “funzione esecutiva” (ossia i modi in cui reagisce agli stimoli esterni) e per il “processo di controllo”, ovvero la capacità di organizzare, trovare soluzioni ai problemi e pianificare strategie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il cellulare può essere invece un veicolo per rafforzare la socializzazione attraverso l’uso di chat o giochi online condivisi? Infatti è sempre più usuale vedere, magari durante le feste, gruppi di bambini giocare insieme con lo smartphone.
Secondo gli psicologi non è quella la strada giusta per educare i figli alla socializzazione. Tra l'altro intorno ai sei anni di età si strutturano la maggior parte delle abitudini e delle risposte comportamentali che porteremo con noi sino all’età adulta. Quindi se veniamo abituati, da piccoli, a passare il tempo “attaccati” a uno smartphone nei momenti di festa o di svago, rischieremo di reiterare questo atteggiamento anche in futuro. Si tratta di un problema di socializzazione che potrebbe emergere soprattutto durante la preadolescenza, quando il nostro istinto ci dirà che sarebbe meglio isolarci nell’angolino invece di parlare con un amico lì vicino a noi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi problemi cerebrali e problemi di socializzazione. E usando liberamente un cellulare non c’è poi anche il serio rischio che il bambino si imbatta in contenuti non appropriati per la sua età?
Certo. È vero che ci sono tante app per il “parental control” che pongono un filtro all’uso che i minori fanno dello smartphone, ma sono limiti aggirabili soprattutto quando si parla di social network. Lì è facile imbattersi in contenuti violenti e anche sessualmente espliciti. I rischi per la salute psicologica, in questo caso, sono tantissimi: traumi, paure e ansie che torneranno a bussare alla porta in età adulta. Bisogna dunque evitare l’“autogestione” dei piccoli dinanzi a uno schermo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
D’altronde però se si regala un cellulare a un bambino risulta poi difficile convincerlo che il telefono non andrebbe usato da solo. Che senso ha a quel punto regalargli uno smartphone?
Infatti, il cellulare non andrebbe regalato: comprare al proprio figlio un telefono è un gesto profondamente egoistico da parte degli adulti. Questi ultimi non fanno altro che delegare a un oggetto il compito che spetta a loro, ovvero quello di affrontare noia e capricci con sorrisi, parole e giochi. Un qualcosa che, certo, comporta “perdita” di tempo: da qui l’egoismo dei genitori che, per evitare di “sprecare” energie, usano la scorciatoia della tecnologia per tenere buoni i propri figli. Tutto ciò a discapito della salute mentale dei bambini che corrono il serio rischio di divenire dipendenti di uno schermo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è un modo per “salvarsi” dal potere imperante della tecnologia?
Bisogna ritornare a dare il giusto valore alla lettura, alla natura, ai viaggi, alla scoperta, alla comunicazione vis à vis. Un passo indietro che deve essere compiuto prima di tutto dagli adulti, sempre più “persi” nel mondo virtuale. È questo l’unico modo per “salvare” la mente dei bambini di oggi e dei grandi di domani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Immagine generata da ChatGPT
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