di Valeria Quarto

Pretty Woman non insegna: nei negozi di Bari l'abito fa sempre il monaco
BARI - «Non sono mai gentili con i clienti, sono gentili con le carte di credito». La frase è quella detta da Edward, il protagonista del film “Pretty Woman”, a Vivian, offesa dal comportamento delle commesse di una boutique che nell’osservare l’abbigliamento “troppo casual” della ragazza l’avevano invitata a lasciare il loro negozio, sicure che una persona vestita male non si sarebbe mai potuta permettere grossi acquisti. Le scene successive dimostreranno poi che le commesse si sbagliavano, visto che Vivian, grazie al denaro di Edward, si comprerà mezza Beverly Hills.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono passati più di 20 anni da questo film campione di incassi, eppure i commessi dei negozi sembrano ancora non aver imparato la lezione: i clienti continuano a subire un trattamento diverso a seconda dell’immagine che danno di sé stessi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per confermare questo assioma siamo entrati in alcuni dei negozi più eleganti del centro di Bari vestiti in maniera diciamo “casual” (vedi foto galleria). Uno di noi indossava una t-shirt del gruppo metal degli Iron Maiden, bermuda e infradito, con zainetto nero di Star Wars sulle spalle, un’altra portava in testa una frontiera di strass argentati, con orecchini anni 80 molto vistosi e magliettina gialla canarino con su stampato il faccione di Heidi, la terza infine si caratterizzava per una pinza viola nei capelli, occhiali da sole a forma di cuore con montatura color verde evidenziatore, una maglietta militare con sovrapposta canotta fiorata, pantaloni della tuta e infradito con piedi in attesa del pedicure.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti all’apparenza non sembravano clienti dotati di buon gusto nel vestire, né con i soldi sufficienti per fare un acquisto di diverse centinaia di euro. All’apparenza però, perché noi il denaro per comprare almeno una magliettina firmata l’avevamo e speravamo di incontrare una commessa gentile che ci aiutasse nel nostro acquisto. Cosa che però nella maggior parte dei casi non è purtroppo avvenuta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo negozio dove ci siamo recati è stato Liu Jo. Varcata la soglia le tre commesse ci hanno immediatamente squadrato, senza nascondere il loro sconcerto. Non c’erano altri clienti nel negozio, ma nonostante questo nessuna ci è venuto incontro chiedendo se avessimo bisogno di aiuto. A quel punto abbiamo cominciato liberamente a girovagare per il locale e quando con un «scusi, signorina, quanto costa questo?», abbiamo osato domandare il prezzo di un vestito con tono necessariamente alto per farci sentire (sembrava che le ragazze volessero tenersi a debita distanza), una commessa si è avvicinata, ha afferrato il cartellino dell’abito, ha letto il prezzo senza neanche guardarci negli occhi ed è scappata via a velocità supersonica. Eppure non puzzavamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La tappa successiva è stata la boutique Dante5, ma qui non abbiamo potuto completare la verifica: avendoci visto dall’interno della vetrina, il commesso, un uomo sulla cinquantina, è uscito dal negozio piazzandosi con mani sui fianchi e sguardo quasi minatorio sulla porta. Un cartello con la nostra foto e la scritta “Io non posso entrare” sarebbe stato meno eloquente. Questa tecnica intimidatoria ha funzionato e ci siamo allontanati celermente verso la sede più chic di Mimma Ninni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui dopo cinque minuti abbondanti che eravamo nel negozio senza che nessuno ci degnasse di attenzione, una commessa si è avvicinata dicendoci: «Ora io e le mie colleghe siamo tutte impegnate, perché non andate nel negozio all’angolo? Ci sono degli altri modelli…». (Il negozio all’angolo è sempre di Mimma Ninni, ma vende abiti di un altro tipo, meno eleganti e soprattutto economicamente più accessibili). Indecisi se offenderci o complimentarci perché è da ritenere una nobile arte riuscire a cacciarti senza sembrare palesemente scortese, siamo passati a Prada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oltre agli insistenti sguardi rivolti verso le nostre infradito, il giovane commesso qui è stato sintetico ma efficace. Alla nostra richiesta di vedere una borsa si è armato di guantino  (mentre l’altro commesso continuava a fissare le nostre calzature), ha afferrato come se fosse una preziosa reliquia l’oggetto prescelto, ci ha riferito il prezzo e ha aggiunto: «Facciamo così, vi preparo una busta con tutti i cataloghi, andate a casa e ve li guardate con calma». Siamo stati nuovamente “allontanati gentilmente”?

Da Armani e Gucci, invece i commessi si sono mostrati pazienti e gentili e hanno lasciato che fossimo noi ad andarcene, senza spingerci loro a farlo. Addirittura nella seconda boutique un commesso dall’accento milanese ha avuto il coraggio di chiedere «se vuole, può provare la borsa, per vedere come le sta addosso”. Evidentemente aveva rivisto recentemente Pretty Woman.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a parte questi casi di commessi dotati di “tatto”, il nostro giro non ha fatto altro che confermarlo: l’abito fa sempre il monaco nelle boutique. Però in fondo, come potrebbe essere altrimenti?

* con la collaborazione di Bianca Cataldi


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il look molto casual
Davanti al negozio di Prada
Gli occhiali stravaganti
Le infradito ai piedi
Il look trasandato
Con un look trasandato, prima di entrare nel negozio di Gucci
Prima di entrare nel negozio di Prada



Scritto da

Lascia un commento
  • Francesco - Articolo splendido. Io mi sarei spinto "oltre", mostrando di voler comprare e di riferire del comportamento assunto dalle commesse alla titolare del negozio o alla Casa Madre!
  • viviana - Continuate il giro !
  • Maria Beatrice Ungaro - Bell'articolo. Abbiamo avuto la conferma che l'abito fa sempre il monaco.
  • Marco - Divertente, ma dovreste rifare lo stesso giro vestiti alla moda.
  • mara - anche io a liu jo e dante 5 stesso trattamento :( per quanto riguarda da gucci non sono stata per niente considerata solo perchè ero in infradito ! pero per quanto riguarda Prada sono stata servita anche io dal ragazzo molto giovane e invece devo ammettere che è stato davvero molto educato , professionale nel usare il guanto e disponibile . è stato anche molto cortese nel lasciarmi i cataloghi in modo tale da vedere tutti i modelli e mi ha accompagnata alla porta aprendomela.Sono rimasta soddisfatta da Prada e Armani !
  • Luciana - Bravi ragazzi! Ma Bari e' e sara' solo un piccolo paese borghese di pezzentii
  • Manu - Troppo vero! Manco fossero i proprietari -.- Ridicoli... La gentilezza sempre al primo posto!!!!!
  • angela - anch'io posso riferire della gentilezza del commesso di gucci di milano anche se non ho comprato nulla, mente nella stessa giornata esperienza negativissima con le commesse di nuccia costantino in via argiro nonostante io e la mia amica fossimo vestite in maniera normale e dotate di borse griffate. gridavano al telefono come delle cafone non curanti della nostra presenza!
  • Giulia - BRAVI!! Io l'altro giorno dopo la piscina,quindi in abbiagliamento poco elegante, sono andata da Motivi alla corte lombarda.. Avevo visto un abito in vetrina ma quando mi sono avvicinata ad una commessa dall'accento meridionale per chiedere di vederlo mi ha proprio snobbata e guardata male! Grandissima cafona!
  • Michele - Se quelle commesse non avessero un posto di lavoro sicuro, credo che la Gentilezza la servirebbero su un piatto d'argento a chiunque entri in negozio
  • Valentino - E' un articolo penoso, sicuramente gli altri commenti sono di conoscenti o amici. Non è di nessuna informazione, sembra soltanto un patetico "mettersi in mostra" da parte dell'autore e amichetti in cerca di popolarità... Per quanto io a priori non comprerei NIENTE da negozi i quali per uno straccetto firmato fanno pagare un occhio della testa, l'artico non ha comunque nessun senso: voglio vedere voi a far entrare ragazzini rumorosi che potrebbero rovinare e/o rubare roba dal vostro negozio (che non essendo appunto i proprietari ci ripagano di tasca loro)... Se volete solo condividere le vostre commentabili foto pubblicate su tumbrl o cose simili invece di scrivere insignificanti articoli di pseudo giornalismo dilettante.
  • iole - Spero che questo commento lo legga i proprietari dei negozi citati: quando selezionate il personale che deve rappresentare il vostro negozio fate attenzione non solo all'aspetto fisico delle commesse o commessi, ma sopratutto alla loro educazione
  • claudia - Purtroppo Bari è e resterà sempre un paesotto...altro che "città metropolitana"...................
  • Hector - Anche io esco sempre con stracci presi a caso, e un rolex...tutti mi guardano strano!! ahuhauahuah Troppo stupidi!!


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)