Letto: 31807 volte | Inserita: sabato 2 febbraio 2013
| Visitatore: giorgio
Il body-building, il culturismo, fa diminuire nei muscoli la massa grassa e permette l’aumento di quella magra per maggiore deposito di proteine e glicogeno. Il grasso corporeo, il colesterolo totale, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa diminuiscono, le fibre muscolari a contrazione lenta aumentano di dimensione. Aumentano anche i mitocondri, cioè le centrali cellulari che producono l’energia chimica, l’ATP.
Il muscolo più importante del corpo è il cuore e come ogni altro muscolo anche il cuore, sottoposto ad allenamento, subisce nel tempo delle modifiche/ADATTAMENTI in base agli stimoli che riceve. Il body-building è un attività fisica a impegno cardio-vascolare prevalentemente anaerobico, in debito di ossigeno, che provoca modificazioni della geometria cardiaca e ipertrofia ventricolare sinistra, ispessimento delle pareti.
In condizioni normali e non patologiche, il cuore ha scarsa massa grassa e non ha depositi adiposi, anzi, per ottenere l’energia necessaria al suo funzionamento, l’ATP, brucia i grassi, a differenza dei muscoli volontari che bruciano il glucosio estratto dai depositi di glicogeno. Il lavoro muscolare condotto in modalità anaerobica determina nel sangue accumulo di corpi chetonici che saranno trasformati, nel fegato, in trigliceridi, i grassi che favoriscono lo sviluppo di aterosclerosi.
L’aumento delle masse muscolari avrà forse un effetto estetico ma sull’apparato cardiovascolare non determina alcun vantaggio. A carico del cuore si osserva aumento del volume e maggiore spessore delle pareti. L’aumento dei volumi causa incremento della contrattilità sino a un certo limite tollerabile, superato il quale si crea la condizione patologica dell’insufficienza cardiaca, il cui sintomo più immediato è l’affanno. L’aumentato consumo di ossigeno può creare problemi alla circolazione coronarica, con conseguente insorgenza di angina pectoris e infarto.
Se si eccede negli allenamenti, oltre i limiti delle proprie capacità e soprattutto se si bara, nella speranza di ottenere rapidi vantaggi estetici, con l’uso di anabolizzanti e dopanti, le conseguenze possono essere anche drammatiche. Possono manifestarsi aritmie gravi e trombosi, quest’ultime secondarie alle alterazioni della coagulazione ematica. In conclusione spreco di lavoro muscolare senza alcun vantaggio pratico, anzi con conseguenze negative, sull’apparato cardiocircolatorio.
Risponde
RICCARDO GUGLIELMI – Medico cardiologo sportivo
Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare e cardioangiochirurgia, è stato Direttore della Cardiologia Ospedaliera “Luigi Colonna” del Policlinico di Bari e docente di cardiologia presso la Scuola di specializzazione in medicina dello Sport dell’Università di Bari.