Letto: 2424 volte | Inserita: venerdì 3 maggio 2013
| Visitatore: Luigi
Il defibrillatore è un dispositivo elettronico che, se usato al momento giusto, è in grado di salvare una vita. Un piccolo strumento, del peso di circa 1 kg, che grazie alla scossa elettrica erogata è capace di riavviare il sistema elettrico del cuore fermatosi per una grave aritmia come la fibrillazione o la tachicardia ventricolare.
Da pochi giorni il decreto ministeriale impone alle società sportive dilettantistiche o agoniste di munirsi del defibrillatore semi-automatico. L’80% delle morti improvvise, in ambito sportivo, avviene durante la gara e non nell’allenamento, a dimostrazione del ruolo dello stress da competizione nella genesi delle aritmie pericolose. Una semplice manovra servirebbe a salvare una vita umana, spesso di un giovane atleta che perde improvvisamente conoscenza (sincope). E’ un provvedimento importante per la sicurezza di tutti e non solo degli atleti, un primo passo per rendere il defibrillatore, nel futuro, sempre più presente nei luoghi affollati, dal cinema al supermercato, alle scuole.
Il dispositivo è completamente computerizzato. La semplicità dell’utilizzo nulla toglie alla sicurezza e all’affidabilità. Il software interno analizza autonomamente il ritmo cardiaco del paziente e determina se è necessaria l'erogazione dello shock elettrico che renderà positivo l’esito della catena della sopravvivenza. Dispositivi di alcune marche presentano istruzioni vocali o su schermo che guidano il soccorritore durante l’esecuzione delle procedure di rianimazione cardiaca. Il soccorritore deve solo applicare due elettrodi adesivi sul torace del paziente, uno in alto a destra, l’atro più in basso a sinistra.
La defibrillazione non è un atto esclusivamente eseguito da un medico. Oggi si tende a implementare la formazione di personale laico, cioè estraneo alle professioni sanitarie, addestrato dopo un breve corso di Basic Life Support, il sostegno di base alle funzioni vitali. Allenatori, atleti, forze dell’ordine, volontari, insegnanti si stanno abilitando frequentando i corsi di BLS che le società scientifiche, le istituzioni sanitarie, le associazioni di volontariato cardiologico e i Pronto Soccorso organizzano.
Le dimensioni ridotte e il peso contenuto fanno sì che i dispositivi siano facilmente trasportabili, tanto da prevederne la dotazione in ogni unità di soccorso, pompieri, forze dell’ordine, protezione civile.
Risponde
RICCARDO GUGLIELMI – Medico cardiologo sportivo
Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare e cardioangiochirurgia, è stato Direttore della Cardiologia Ospedaliera “Luigi Colonna” del Policlinico di Bari e docente di cardiologia presso la Scuola di specializzazione in medicina dello Sport dell’Università di Bari.