di Rachele Vaccaro

Università, l'Erasmus? Prima del sogno c'è l'incubo burocratico
BARI - Sono tanti gli studenti che sognano di poter partire in Erasmus, il progetto che permette di trascorrere all'estero un periodo di studio che viene riconosciuto dalla propria Università di appartenenza. Ma a Bari raggiungere questo obiettivo è molto più difficile rispetto ad altre città italiane: un’infinita mole di documenti da compilare, ritardi nelle risposte, poca informazione e nessun tipo di orientamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Conoscere un’altra lingua, fare amicizia con ragazzi di diverse culture, scoprire nuove città, rappresenta non solo un desiderio, ma anche una necessità per uno studente. E gli universitari baresi non si tirano indietro: solo quest’anno quasi 700 di loro, tramite le loro facoltà di appartenenza, partiranno per Paesi stranieri. Ma non è tutto così semplice come sembra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ogni studente è lasciato completamente solo sin da quando deve inviare i suoi documenti all’estero e cercare i programmi degli esami da sostenere - spiega Mariapia, studentessa in Erasmus a Louvain (Belgio) -. Inoltre a Bari i crediti di ogni materia sono sproporzionati rispetto a quelli esteri, con il risultato che quasi tutti gli esami devono essere integrati al nostro ritorno. Questo quando si è fortunati – sottolinea - perchè capita che i nostri professori minaccino di non convalidare gli esami già prima della partenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di partire, gli studenti Erasmus devono compilare il "learning agreement", un modulo in cui sono contenuti gli esami che dovranno sostenere, che deve essere approvato sia dall’Università di Bari sia dall’università estera . Ma invece di far chiarezza sul programma di studio, il modulo risulta spesso un impiccio burocratico a causa delle lungaggini accademiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La mia coordinatrice me l'ha firmato tre mesi dopo la mia richiesta, nonostante le avessi inviato più di una mail per sollecitarla. E l'ha fatto solo dopo che ho contattato la segreteria per addossare a lei ogni responsabilità dovuta ai ritardi», aggiunge Mariapia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«E’ avvenuto che alcuni professori abbiano sottoscritto la dichiarazione di conformità poche ore prima che scadesse il termine di consegna e solo sotto le pressioni di altri docenti, delegati Erasmus - racconta Stefania, in partenza per Bordeaux (Francia) -. Oltre al fatto che i coordinatori rispondono tardi alle nostre mail, rendendo vane le nostre iniziative a causa dei tempi di consegna strettissimi. E spesso non sanno nemmeno cosa risponderci, se non di guardare il sito dell’università».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Un altro problema è quello riguardante la borsa di studio Erasmus, che viene erogata senza rispettare le effettive partenze degli studenti stabilite dalla stessa università. A gennaio vengono erogate quelle per gli studenti partiti a settembre e a febbraio quelle per chi partirà nel secondo semestre, con la conseguenza che parte degli studenti sono costretti ad autofinanziarsi per mesi. Quest’anno poi il bando di assegnazione è stato pubblicato con un forte ritardo rispetto al passato e non sono stati eseguiti i dovuti controlli preventivi sulle domande di ammissione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ogni facoltà ha delle convenzioni con mete specifiche e ogni studente deve scegliere fra tre destinazioni di preferenza, di cui una sarà la destinazione assegnatagli nel caso risulti idoneo. Ma nel concorso 2012-2013 alcuni universitari hanno erroneamente indicato come preferenza mete non convenzionate con la propria facoltà e questo senza che la Commissione di valutazione muovesse un dito. Le conseguenze sono state graduatorie sballate e un ritardo di un altro mese per attendere le giuste e definitive assegnazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci sono una disorganizzazione e una disinformazione paurose: la mia prima scelta sarebbe stata Bruxelles, se la mia coordinatrice non mi avesse detto che lì avrebbero mandato solo quegli studenti che avessero ottenuto il massimo del punteggio al test in lingua - conclude Stefania - Ho dovuto così cambiare destinazione, salvo poi scoprire che era un’informazione sbagliata e che lì sarebbero andati anche ragazzi con un punteggio più basso. E dire che questo dovrebbe essere uno dei progetti migliori che l’università offre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per fare chiarezza abbiamo contattato l’ufficio Erasmus di Bari. «Spesso i problemi con gli esami - ammette il coordinatore istituzionale Francesco Tritto - nascono perchè quando lo studente sceglie un determinato piano didattico, i programmi sia dell’Università di Bari sia esteri non sono ancora definitivi. Quando si va a firmare il learning agreement, poi, si scopre che sono cambiati e bisogna ricominciare tutta la trafila. Coordinare i programmi di studio di centinaia di studenti è un’operazione complessa che richiede tempo e precisione, ma noi facciamo del nostro meglio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sulla cattiva gestione e sui ritardi della procedura burocratica che porta all’ammissione in Erasmus, Tritto però scarica le responsabilità sui professori: «Noi non c’entriamo nulla. Sono le commissioni che devono valutare gli studenti e i docenti coordinatori che tardano a rispondere. Queste cose non riguardano il nostro ufficio».


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