Lungomare di Mola, addio al magico giardino di Angela: "Occupato il suolo pubblico"
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martedì 19 aprile 2016
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di Ilaria Palumbo
Parliamo al passato perché ora non c’è più nemmeno un fiore a rallegrare il grigiore della strada. Alcuni molesi hanno infatti presentato un esposto, lamentandosi della difficoltà del passaggio causata dall’ingombro delle piante e addirittura dell’ostacolo che queste rappresentavano alla visuale della strada. E così Angela nell’autunno scorso ha dovuto sgombrare il suo giardino per evitare una salatissima multa per “occupazione di suolo pubblico”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a trovare questa donna piccolina dai capelli biondi lunghi e mossi, vestita in modo vivace e colorato. Ci saluta mentre è sul pianerottolo intenta a sistemare due sedie e ci fa accomodare in casa: per entrare attraversiamo una tenda fatta unicamente di foglie sintetiche color porpora davanti a cui scorgiamo i vasi superstiti. All’interno ci accoglie un arredamento fatto di cuscini a forma di fiori e quadretti raffiguranti prati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sediamo e con profonda nostalgia Angela (che ci ha chiesto espressamente di non rivelare la sua età) inizia il suo racconto. «Ho iniziato mettendo due vasi fuori perché l’interno è molto umido e non ho nessuna finestra – ci dice -. Poi le piante hanno iniziato a crescere, le travasavo e nel frattempo ne aggiungevo altre. Ero incoraggiata dagli apprezzamenti dei cittadini, anche se per me era del tutto normale abbellire tutto questo calcestruzzo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Immaginate una vegetazione dai mille colori: fiorellini rossi, rosa, piante bizzarre, rami e tronchi dalle forme più strane, sassi e pietre dalle linee irregolari e singolari raccolte sulla spiaggia o in campagna, il tutto posto a circondare e ravvivare la casetta a piano terra della donna. Insomma, un piccolo ambiente di libertà e di bellezza che era alla portata di tutti. I complimenti di chi era di passaggio facevano sentire “la signora dei fiori” gratificata. «Spesso regalavo piante e anche semi ai più appassionati», ricorda.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci racconta di alcuni episodi in cui uomini da poco vedovi le portavano le piante che avevano in cura le proprie mogli, così da poterle guardare ogni volta che fossero passati da lì. Ma anche di numerosi bambini che amavano fermarsi davanti alla sua casa per imparare i colori dei fiori, per ammirare le bellissime farfalle che vi si posavano sopra e per sentire il gallo posto all’ingresso che canta quando batti le mani. Persino un cane di San Bernardo, conosciuto a Mola come “Beethoven”, gemello della star televisiva, amava stendersi accanto alla sontuosa vegetazione per rifugiarsi dal caldo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il giardino continuava a crescere, a diventare sempre più bello e anche famoso. «Ormai si stava trasformando in un “biglietto da visita” di Mola – sottolinea Angela -. Turisti da ogni dove venivano qui in vacanza e passavano a complimentarsi con me, immortalando l’occasione con numerose fotografie, soprattutto gli americani rimanevano sbalorditi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci fu chi addirittura pensò di proporre al Comune di affidarle la cura dell’ormai desolata aiuola del lungomare, come segno di rispetto e di partecipazione al decoro urbano. Ma questo periodo felice a un certo punto ebbe termine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La cattiveria e l’invidia di poche persone hanno messo fine alla mia passione - ci confessa la donna intristita -. Il mio era solo un modo per rendere più bello questo posto che amo tanto. Ora non potrò più godermi l’alba seduta qui fuori, immersa nei colori e nei profumi delle mie piante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Gioacchino (Jack) DiGiorgio - Essere geloso di un gioiello che davano luce al lungomare e penoso. Il Comune ha fatto il resto. Fuori i nomi di questa gente che non sa apprezzare le bellezze della natura.
- donato - Era l'unica nota di colore in un "MARE DI CEMENTO
- Vitopatruno - Mola non cambiera Mai
- Antonio Eduardo Favale - Persone come i ricorrenti all'esposto andrebbero messe alla pubblica Gogna, altro che. Per mezzo loro, adesso, non c'è più l'abbellimento al Lungomare. Il Comune d'altronde non ne ha voluto fare un bel caso di pubblico arredo, che sarebbe stato oltremodo anche facile e politicamente attivo. Non è la prima volta che un'area pubblica viene abbellita a cura del privato. Succede con molti marciapiedi, aiuole pubbliche e piazze adiacenti a dimore private. Il Comune poteva essere più coraggioso ed istruire una apposita pratica. Quanto ai ricorrenti, spero vi scarichino preso un camion di letame davanti casa. Elegantemente, ma il senso è quello.
- nicola - E' proprio vero riconoscere nel detto che i Molesi sono duri di coccio.