Ecco la spiaggia più "nascosta" del barese: il suo accesso è vietato, nonostante la legge
Letto: 101891 volte
venerdì 28 luglio 2017
Letto: 101891 volte
di Ilaria Palumbo
Ma allora perché è così sconosciuta? Semplice: è praticamente impossibile arrivarci, tranne se non si è soci di una delle strutture di villeggiatura che l’hanno di fatto “privatizzata".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’arenile fa parte della baia di San Giovanni, situata nell’omonima frazione di Polignano a Mare, tra Pietra Egea e San Vito. Questa insenatura ospita per i suoi due terzi un lido e per l’altro terzo la spiaggia di cui parliamo. (Vedi foto galleria)
Bene, la storia è che tutto quel tratto di costa è stato "occupato" da una serie di residence che bloccano l’accesso al litorale. E questo in barba alla legge regionale n.17 del 10/4/2015, che afferma come in mancanza di passaggi alternativi al mare, le strutture turistico-ricreative debbano permettere l’ingresso libero e gratuito, per far sì che ognuno possa raggiungere la costa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma tutto ciò a San Giovanni non avviene. E così questa spiaggia è diventata “patrimonio” di privati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il modo più diretto per arrivarci sarebbe infatti quello di introdursi nel residence “Capri Club”, il cui cancello verde è posto sulla complanare della statale 16 che collega Cozze a San Vito, a un chilometro di distanza da quest’ultima frazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma quando arriviamo davanti alla cancellata chiusa e dopo aver citofonato per farci aprire, veniamo fermati dal guardiano che ci dice: «Di questo complesso e di conseguenza della spiaggia possono usufruire solo i residenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In realtà l’uomo dovrebbe farci entrare. La legge predetta, confermata dall’ordinanza balneare regionale 2017, parla chiaro: le strutture presenti sul litorale devono garantire l’accesso alla battigia qualora non vi siano altri varchi nel raggio di 150 metri a sinistra o a destra rispetto all’ingresso. E qui tali strade libere non ce ne sono, anche per colpa del Comune di Polignano che non ha promosso l’attività amministrativa finalizzata alla realizzazione degli accessi, come prevede testualmente l’ordinanza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A questo punto lasciamo il sorvegliante e ci dirigiamo verso il villaggio attiguo: il “Club Adriatico”, la cui entrata è situata a 80 metri più a nord. Sappiamo di per certo che anche questo residence presenta una strada diretta alla famosa spiaggia. Chiediamo anche qui di passare, ma il custode ce lo vieta e risponde: «Sì il mare è di tutti, ma da qui possono transitare solo i soci o al massimo gli amici dei soci, perché è un centro privato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma anche in questo caso siamo di fronte a una violazione della legge, perché è vero che ancora più a nord si trova un sentiero che porta al mare, ma è situato a 400 metri dal club e non a 150.
Decidiamo comunque di intraprendere questa strada. Percorriamo i 400 metri predetti e arriviamo all’imbocco situato sempre sulla complanare. A quel punto proseguiamo sul viottolo che ci conduce dopo 450 metri sugli scogli. Da lì costeggiamo il muro posteriore del villaggio e continuiamo sulla costa rocciosa per altri 600 metri fino ad arrivare su un altro breve percorso dissestato ricoperto da terra e grosse pietre che ci porta finalmente sulla spiaggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma per raggiungere questo lembo di costa è necessario camminare per più di un chilometro e mezzo, magari con borse, pinne e ombrelloni. Chiaro che non lo fa nessuno. Tanto che quando arriviamo sull’arenile, pur essendo una domenica di luglio, troviamo solo pochissimi bagnanti, tutti soci dei residence. A regnare silenzio e pace.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo con qualcuno di questi eletti. «Qua ci conosciamo tutti, è sempre tranquillo, per niente affollato, un vero e proprio paradiso – ammettono -. Speriamo non facciamo mai entrare persone esterne al villaggio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Respiriamo profondamente per non risponder loro male e a quel punto andiamo a esplorare “l’esclusiva” spiaggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo su una mezzaluna di sabbia che si stempera in un brillante mare verde-azzurro, il cui fondale è anch’esso sabbioso per parecchi metri per poi aprirsi completamente all’Adriatico. La spiaggia è circondata da bassi scogli e ad accrescere la particolarità del luogo contribuiscono i numerosi alti fusti delle canne che spuntano selvagge sullo sfondo. Qui insomma non si sta per niente male.
Il resto della baia come detto è occupato dal lido privato San Giovanni con i suoi verdi alberi che si affacciano sul mare e gli ombrelloni bianchi e gialli. Ci chiediamo se esiste un modo per raggiungere almeno questa cala. Proviamo a darci una risposta.
Torniamo così indietro, superiamo i residence precedenti fino a incontrare un grande cancello che fa da guardia a un campo incolto. Se fosse aperto sarebbe possibile arrivare sull’insenatura. Ma purtroppo è chiuso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Accanto però si trova la struttura “Hotel Castellinaria”: sappiamo che ha un accesso diretto al lido che occupa in parte con i suoi ombrelloni. Ma anche qui ci negano l’entrata, pur non essendoci intorno altre strade libere che portano sul mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A questo punto proseguiamo ancora sulla complanare per trovarci davanti alle indicazioni per la località San Giovanni. Svoltiamo a sinistra in un viale alberato e superate alcune ville ecco che arriviamo al lido. Qui per poter accedere ci chiedono di pagare l’ingresso, anche se in realtà i gestori sono in regola, visto che più o meno a 150 metri dall’entrata si apre un sentiero che porta finalmente al mare (il primo dopo un chilometro e mezzo di camminata).
Lo percorriamo e arriviamo sulla costa. Ci dirigiamo così a sinistra fino ad affacciarci sulla “nostra” baia. Siamo praticamente affianco al lido e di fronte a noi, in lontananza, scorgiamo l’ambita spiaggia “libera”, lì dove beati, in questa afosa domenica di luglio, sono sistemati come dei pascià pochi “fortunati”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Angelo Iacovazzi - Brava Ilaria Palumbo Una inchiesta ben fatta e descritta che merita una indagine della magistratura ... ù
- Valerio - Chiediamo al comune di Polignano di applicare la legge
- Carla - Ad ogni modo, mi sembra che in questo articolo tu stia guardando il dito che indica la luna. Sono d’accordo con te che la spiaggetta di San Giovanni vada resa accessibile e PUBBLICA. E per farlo, basterebbe fare una strada ed un accesso pubblico, et voilà! La gente di quei villaggi ha ripulito proprio quella spiaggia tanti anni fa, quando San Giovanni era una palude e Polignano non faceva gola al grande business del turismo di massa. Per far riscoprire questo segreto nascosto, ripeto, basta fare una strada che apra alla complanare. La campagna per levare di torno i piccoli villaggi che sono lì da oltre 40 anni non restituirà le coste e le spiagge alla gente. Bensì servirà a creare resort di lusso, tante strutture private e costose, in stile Briatore. Articoli come questo non fanno che lanciare messaggi fuorvianti che porteranno alla privatizzazione e alla distruzione vera della nostra bellissima costa barese. Pensaci meglio.
- Gialluisi Giuseppe Sante - Complimenti per l'interessante pezzo e per i vari abusi descritti -anche prepotenti, tollerati da una intera classe dirigente locale e non solo-. Per tua e vostra informazione: Da anni mi batto affinchè Polignano tuteli e renda accessibile a tutti i magnifici 13 km di costa e grotte -insenatura come quella descritta compresa-. Il tutto realizzando "IL PARCO COSTIERO E MARINO, TIPO: PARCO DELLE 5 TERRE! P.S. Sig.ra I. Palumbo, mi piacerebbe, se lei lo ritiene utile e possibile, incontrarla e parlargliene in modo esaustivo e chiaro.
- NICOLA FIORE - Carissima carla,noto molto sarcasmo e prosopopea nel tuo intervento, ti ricordo che esistono delle leggi e queste vanno rispettate,se le leggi non ti piacciono, hai due scelte, emigri all'estero oppure cerchi di cambiarle e la previsione futura fatta con i se ed i ma ha senso solo per quelli che credono ancora agli asini volanti
- Alessandra - Signora Carla quindi che facciamo, lasciamo l'uso solo ai suoi ospiti? Oppure informiamo le autorità che non rispettate la legge? Che significa "l'abbiamo ripulita"? Vuol dire che è sua/vostra?
- Valeria - Condivido e sottoscrivo quanto detto nell'articolo. 😀😀
- Antonio - Tutto falso, a partire dal titolo: "accesso vietato" alla spiaggia, che, al contrario, risulta libera e raggiungibile da chiunque. Tant'è che la stessa articolista la raggiunge e fotografa. Pertanto, il suo stesso racconto smentisce il titolo. Descrive, inoltre, la presenza di pochissimi bagnanti nei weekend di luglio ed agosto (agosto? Dono di profezia?) Poi, però, non pubblica foto delle ore di punta (quando, invece, non si riesce a trovare neanche un fazzoletto di sabbia libero, neanche a pagarlo), ma pubblica foto fatte al tramonto (vedi le ombre) o fuori stagione (vedi la presenza di alghe e tronchi a riva). Poi scrive "impossibile arrivarci", descrive pascià eletti e fortunati e un km e mezzo per arrivare alla spiaggia. Per fortuna, abbiamo oggigiorno la tecnologia per verificare (ma siamo troppo pigri per farlo). Quindi, mi armo di app che sfrutta il GPS e calcolo le distanze. Vien fuori che un residente del Capri deve percorrere mediamente 430 metri per raggiungere la spiaggetta dalla propria piazzola. Un residente dell'Adriatico percorre mediamente 660 metri. Mentre, una persona qualsiasi, che entra dall'accesso pubblico, percorre 670 metri da dove parcheggia l'auto. Quindi, tutta questa differenza di tragitto, di fatto non c'è. Poi cita la Legge Regionale n° 17/2015. La vado a leggere e trovo che l'obbligo dei 150 metri è per le strutture che hanno una concessione demaniale per uso turistico-ricreativo. Ma, né il Capri, né l'Adriatico hanno tale concessione: infatti, la spiaggetta è libera e non vi è alcun lido, proprio per l'assenza di concessioni. Quindi, anche la Legge è citata a vanvera. Da una persona, fra l'altro, che, letti anche altri articoli fatti in precedenza, non ha molto rispetto per la proprietà privata altrui e che ha ammesso di aver cercato di "introdursi" nel Capri e poi essere stata fermata perché, evidentemente, pretendeva di farlo automunita. Presentati al massimo in bicicletta, possibilmente in modo educato, e magari ti faranno anche la gentilezza di passare per risparmiare qualche metro di salutare passeggiata nella natura. Come sempre accade, l'articolo disinformativo avrà ormai fatto i suoi danni. E questo fact checking non servirà ormai a molto. Inventarsi scandali e suscitare indignazione premia sempre con numerose condivisioni e visualizzazioni. I fatti veri, invece, non interessano alle masse.
- Augusto - L'accesso al mare e' un diritto di tutilizzare ed i trasgressori della legge vanno pesantemente sanzionati. Questo bell'articolo di cronaca andrebbe inviato alla Procura della Repubblica.
- Piero - Evidentemete il signor Antonio nella stregua di difendere il suo business non riesce proprio ad utilizzare "le app" o qualsiasi altro strumento, visto che o non sa usarlo o crede che la gente come dice lui "pigra" non li sappia usare ... o non ci provi , comunuque ai fatti dice un sacco di frottole. la distanza da percorrere secondo Google maps (che tra l'altro ti conosiglia di passare dalle proprieta private , perchè pensate anche lo strumento ripsetta la legge ) ci dice che si devono percorrere 1.5 KM dallla punta del parcheggio di PIetra Egea (tra l'altro tralasciamo le guerre che sono state intraprese negli anni per quest'utlimo posto, in italia siamo veramente delle capre), quindi riassumendo l'articolo dice il vero . dice che in Italia le leggi anche se ci sono sono calpestate da gente capra e prevaricatrice come il sig Antonio...
- giorgio mandelas - questi signorotti rovinano bari e cio' avviene in tutti i campi mafiosi che non siete altro - delinquenti !!
- Antonio - Evidentemente, il "signor" Piero ancora non riesce né a capire le Leggi, né a chiedere lumi ad un avvocato. Infatti, la Legge non consente di passare da una proprietà privata, a meno che non ci sia una servitù, la quale ultima, nella fattispecie, non c'è. Neanche si capisce per quale motivo calcoli il tragitto fin da Pietra Egea, visto che la stessa autrice dell'articolo ammette l'esistenza di una strada a lato dell'Adriatico e che, giunta al mare, occorrano 600 metri per arrivare alla spiaggetta. Letto e capito ciò, appare chiaro chi sia la vera capra.
- Angelo - Visto che, come al solito la diatriba si fa sempre incandescente nel momento in cui ci sono le parti in contesa, mi chiedo se, secondo chi usufruisce della batigia in questione, non desideri condividere la zona demaniale con la gente. Si, mi riferisco a quei pochi proprietari di roulotte o case mobili che cmq non accettano "estranei" sulle spiagge di tutti. I vari club distribuiti sulla costa che va da Cozze a San Vito non hanno la legge dalla loro ma finche' il comune di Polignano non rendera' fruibile il passaggio, continueranno ad aggirare le leggi, impossessandosi ufficiosamente dei suddetti servizi. Si noti che di fianco al club Adriatico il comune è stato molto attento a segnalare con indicatori l'impossibilita' di parcheggiare e non rammento che altre indicazioni. Si ricordi anche che una spiaggia naturale c'era. Dico c'era visto che oggi è diventata privata. Mi riferisco a cala fetente. Se ci vuoi andare ...devi pagare. Allora ci chiediamo, è solo questione di soldi??? La famosa Sig.a Palumbo, sono anni che gestisce questa zona e da cio' che si evince è molto rigida alla presenza del popolo. Siamo sicuri che prima o poi si aprino con servitu' prediali l'accesso al mare anche aprendo dei varchi di quella proprieta' del Signorotto di Polignano che forse aspetta qualche cinesino o multinazionale che lo faccia arricchire ancora di piu.
- Piero - Non smetto ancora di ridere ai tentativi di difesa davvero beceri che il simpaticissimo signor Antonio tenta vanamente di imbastire... ma a cosa si sta appendendo per nascondere il suo ABUSO ? ad una servitù? ma sa che indebitamemente preclude l'acecsso a terreno DEMANIALE!! visto che non sa nemmeno dove abiti lei la giurispridenza e tenta di sviare mettendo nelle sue affermazioni termini che a mio avviso non sa nemmeno del loro concetto.. La servitù come lei la chiama, siamo noi , è la collettivita delle persone che pagano le tasse , e lo stato.. e lei non può vantare nessun diritto se non quello di essere perseguito nelle sedi legati dalla gente onesta e non memefreghista come si auspica di trovare... inltre Pietra egea è ancora la denominazione della "strada sul lato dell'adriatico" che beceramente nomina . (per chiarimenti o disegni per chi non vuole capire)
- Antonio - Il signor Piero finge di ridere mentre si rende ridicolo in pubblico grazie a surreali affermazioni come "la servitù siamo noi", infelice variante della più apprezzata "la Bari siamo noi", o "il diritto di essere perseguito" :D Anche "Pietra Egea è la denominazione della strada" è una frase spassosa, da umorismo involontario. Comunque, di qualunque nome il baldo Piero voglia coniare la strada accanto al club Adriatico, è un fatto certo che, giunti al mare, occorrano circa 600 metri di salutare passeggiata a piedi lungo la stupenda e panoramica costa per arrivare all'agognata spiaggetta. Dunque, se, in fondo alla strada da lui denominata "Pietra Egea" (quella adiacente al club Adriatico, per intenderci) giunto alla costa, il nostro eroe Piero usa, come ha scritto, Google Maps per calcolare la distanza dalla spiaggia, non racconti che sono gli altri a non saper utilizzare la tecnologia. Infatti, Google Maps invita a tornare indietro sulla complanare O_o A quel punto, anche ad un ragazzino parrebbe evidente che occorra utilizzare altre app che calcolino, invece, i metri percorsi oppure distanze su mappe senza itinerari scelti dall'applicazione, ma decisi dall'utente. Tra le elucubrazioni del mitico Piero emerge anche la descrizione di un "abuso" che consisterebbe nel "precludere l'accesso a terreno demaniale". Ogni lettore dotato di logica e/o buon senso e/o minimo di conoscenza di diritto ha ormai capito che la preclusione di cui parla è assolutamente inventata. Infatti, la spiaggetta è raggiungibile dall'accesso pubblico in meno di dieci minuti, andando a passo lento. Ovviamente, non è neanche ragionevole pretendere che il Comune, a chilometri fuori dell'abitato cittadino, si metta a spendere chissà quali capitali per intentare improbabili cause d'esproprio e realizzare accessi al mare ogni 150 metri, possibilmente con parcheggio auto, giusto per accontentare ogni differente desiderio di chi vuole una specifica spiaggia, di chi degli specifici scogli, chi la grotta, chi la zona nudisti, chi il mare con trulli e capanne o altro ancora. Fra l'altro, i luoghi perderebbero le attuali bellezza e soddisfazione offerte proprio dalla circostanza di essere raggiungibili con un minimo sforzo e non troppo facilmente dalla massa dei casinisti con auto parcheggiate quasi a mare, bivacchi, maleducazione al seguito e sporcizia lasciata ovunque al momento di andarsene. Chi ama il luogo, al punto da fare uno sforzo in più per raggiungerlo, magari ci tiene anche a salvaguardarlo, tenerlo pulito e libero da marmitte che eruttano gas inquinanti. Articolo e commenti si risolvono in un generico invocare di presunte Leggi che sarebbero violate, senza poterne citare neanche una perché, in realtà, queste violazioni non esistono. L'unica normativa citata non si riferisce a terreni di proprietà, ma riguarda lidi a cui viene data concessione della zona demaniale costiera purché lascino un passaggio PEDONALE ogni 150 metri. Tale normativa non si applica nella fattispecie perché i club citati non occupano zone demaniali. Le uniche possibili violazioni di Legge, in questo caso penali, in questa turpe faccenda, potrebbero essere la diffamazione a mezzo stampa, la simulazione di reato ed il falso ideologico. Inoltre, se qualche estraneo, ancor peggio se automunito, venisse beccato nelle proprietà private, potrebbe essere denunciato per violazione di proprietà privata. Questo articolo è una bufala, l'unico sistema che si ha su internet per poter raggiungere grandi numeri di condivisioni e visualizzazioni. In pratica, vengono prese in giro frotte di ingenuotti, pronti a credere a ciò che gli piace credere, pur di guadagnare con i banner pubblicitari. Beoti portati a credere di essere dalla parte della Legge, inconsapevoli di essere loro contro Legge, anche perché partecipi di bullismo mediatico contro chi, invece, la Legge la rispetta.
- ROBERTO - pienamente d'accordo con @Antonio e mi domando leggendo l'articolo: ma come si può concepire un "articolo giornalistico" (che di giornalistico ha veramente poco e niente!!) così superficiale. Sembra un racconto fatto da una persona che non ha voglia di arrivare dove vuole arrivare ma cerca di dare la colpa "al sistema". A me sembra una semplice pigrizia di chi vuole una cosa .. e siccome e difficile da avere grida allo scandalo. A quella spiaggetta si può accedere .. può accedere chiunque ! vuoi valutarne il sacrificio ? quanto tempo o Km. ci sono da percorrere ? ma daaaaaaai !! Ma che pascià e pascià .. informati prima su quello che è stato fatto in questi anni su quella spiaggia abbandonata ovvero chi l'ha ripulita e chi la mantiene pulita, chi ha cercato di creare un accesso più agevole a detta spiaggia. Informati prima di lanciare pietre nello stagno.
- luigi - brava Ilaria questi sono gli articoli che ci interessano, concreti e che fanno indignare.
- antonio arky colavitti - l'oggetto della contesa negli anni '60 era la spiaggi della colonia marina del Comune di Putignano: bei ricordi e tuffi dal versante San Giovanni, dove lo scoglio era più alto e stimolante x noi discoli che sfuggivamo ai controlli delle maestrine x poi essere "messi in castigo"! Ci sono stato qualche anno fa ma non ho trovato difficoltà. Gran bei ricordi mi legano al Sig. Giacomo Calderaro, patron del Lido san Giovanni e Castellinaria Hotel.
- faina4034@gmail.com - Fare in modo che il comune rimuova cancelli e pietrone posti sulle strade Poderali tra ripagnola e pietregea . Questo devono indagare i giornalisti
- Noe - stesso problema sul Gargano, nella spiaggia di Pugnochiuso: o hai una casa dentro il resort oppure puoi raggiungere la spiaggia solo con una barca