di Nicola Imperiale

Spinazzola, maestoso e dimenticato: è l'ottocentesco "Ponte dei 21 archi"
SPINAZZOLA – Un antico ponte “fantasma” che si erge maestoso su una valle verde e incontaminata. Parliamo dell’ottocentesco “Ponte dei 21 archi”: seppur in disuso da otto anni continua ad arricchire l’agro di Spinazzola con il suo profilo in pietra, solenne e armonioso. (Vedi foto galleria)

Il viadotto, eretto fra il 1888 e il 1891 in Contrada Macchia, permetteva ai binari della tratta Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio di passare dalla Murgia all’Appennino Meridionale. Questo fino al 2011, quando la Rete Ferroviaria Italiana ha deciso di sospendere il collegamento perchè considerato antieconomico. E così il ponte è rimasto di punto in bianco inutilizzato, trasformandosi però in meta turistica per gli amanti della bicicletta e della natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per visitarlo, imbocchiamo da Spinazzola prima la sp230, strada che porta a Poggiorsini e Gravina e poi la provinciale 7. Ci basta percorrere pochi chilometri per scorgere davanti ai nostri occhi la costruzione in muratura, che è raggiungibile però solo a piedi, passando sui terreni arati dell’avanfossa bradanica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo un cammino di qualche minuto ci ritroviamo all’ombra di questo colosso lungo 250 metri e alto 15, costituito da 21 arcate a tutto sesto e sorretto da monumentali pilastri in pietra. Il ponte s’integra perfettamente con il paesaggio: il verde dei campi e lo sfondo montuoso sono infatti impreziositi dalle sue forme geometriche e regolari, che donano al panorama un senso di dinamismo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Torniamo ora indietro sui nostri passi per raggiungere un piccolo cavalcavia stradale che ci permette di scendere sui binari situati sul “21 archi”. Con circospezione attraversiamo così il viadotto per tutta la sua lunghezza, fermandoci a osservare i campi smeraldini che si perdono romanticamente all’orizzonte, punteggiati da piccole case bianche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Binari che però a un certo punto si interrompono: nel marzo scorso ignoti hanno infatti sottratto quasi 300 metri di rotaie, depredando la tratta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto parliamo di un’opera completamente dimenticata. Associazioni e istituzioni hanno in realtà proposto varie volte alla Fondazione FS Italiane di riconvertire la ferrovia in percorso turistico, magari sfruttando la vicinanza con Matera, Capitale europea della cultura 2019, ma al momento nulla è stato ancora fatto. E mentre progetti e discussioni proseguono, il grandioso ponte attende paziente, dall’alto della valle, di conoscere il suo destino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Nicola Imperiale)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Per visitarlo, imbocchiamo da Spinazzola prima la sp230 e poi la provinciale 7, strada che porta a Poggiorsini e Gravina
Dopo pochi chilometri scorgiamo profilarsi davanti ai nostri occhi la costruzione in muratura...
...che è raggiungibile però solo a piedi, passando sui terreni arati dell’avanfossa bradanica
Dopo un cammino di qualche minuto ci ritroviamo all'ombra di questo colosso lungo 250 metri e alto 15, costituito da 21 arcate a tutto sesto...
...e sorretto da monumentali pilastri in pietra
Il ponte s’integra perfettamente con il paesaggio: il verde dei campi e lo sfondo montuoso sono infatti impreziositi dalle sue forme geometriche e regolari, che donano al panorama un senso di dinamismo
Torniamo ora indietro sui nostri passi per raggiungere un piccolo cavalcavia stradale che ci permette di scendere sui binari situati sul ponte
Con circospezione attraversiamo così il viadotto per tutta la sua lunghezza...
...fermandoci a osservare i campi smeraldini che si perdono romanticamente all’orizzonte...
...punteggiati da piccole case bianche
Binari che però a un certo punto si interrompono: nel marzo scorso ignoti hanno infatti sottratto quasi 300 metri di rotaie, depredando la tratta



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  • antonio arky - ancora non capisco queste "spaccature" italiote: qui in Emilia e in particolare in Romagna hanno ripristinato binari e treni a vapore che vanno, x es., da Forlì a Firenze o da Imola a Premilcuore, quindi sul versante toscano. Vecchie locomotive a carbone, carrozze bellissime. D'inverno con l'appennino innevato, in estate col fresco dei boschi e la tipica brezza, andarci con i bimbi diventa un tuffo nel passato x noi ed un'esperienza indimenticabile x i pargoletti.Basta vedere poi i compitini e i disegnini che fanno a scuola come a casa da cui si evince l'entusiasmo del "nuovo"! A Spinazzola non è possibile? Come mai? han rubato i binari? Ma no!!! Grazie FS privatizzate a costo zero...
  • giuseppe prosperi - Anch'io in un recente viaggio ho visto l'abbandono di quella ferrovia fermandomi anche alla stazione di Venosa. Una linea da ripristinare a scopo turistico e non solo che si integrerebbe con la linea di Rocchetta per Avellino recentemente riaperta. Essendo romagnolo devo correggere qualcosa del commento precedente. Lq linea cui si riferisce è la Ravenna-Faenza-Firenze che risale la valle del Lamone e scende nel Mugello sempre usata, dopo le distruzioni belliche, per il traffico normale e per treni turistici a vapore. Non passa né da Imola, né da Premilcuore, ma da Marradi e Borgo San Lorenzo. Molti treni a vapore la percorrono soprattutto in ottobre in occasione della Sagra delle castagne di Marardi, provenendo da Firenze, da Rimini o da Bologna.


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