Otto auto, decine di moto e due bici: la grande collezione "d'epoca" del barese Rino
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martedì 28 marzo 2017
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di Bepi De Mario
«Ho ereditato questa stupenda collezione da mio padre Vittorio scomparso nel 2010 - spiega l'appassionato -: fu uno dei fondatori dell'Old car club, l'associazione che organizza ogni anno la rievocazione del Gran premio di Bari. Sin da piccolo mi ha inculcato la "vanità" di distinguersi alla guida di questi veicoli "superati" ma allo stesso tempo originali, grazie alle loro forme sinuose e accattivanti che si contrappongono ai design senza fantasia dei mezzi moderni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sua rimessa, situata non lontano dal Villaggio Trieste, è un enorme spazio di 400 metri quadri colmo di rarità. A farla da padrone sono le auto, in tutto otto. Quella che spicca più di tutte è la Rolls Royce a motore V8, con il suo blu argentato e l'ampio radiatore sormontato dallo "Spirito dell'estasi", l'inconfondibile statuetta che caratterizza i modelli dell'azienda inglese. «Ha una quotazione di 30mila euro e si tratta del mio pezzo più caro - confessa Rino - ma il suo valore è soprattutto affettivo: papà la comprò vent'anni fa da un noleggiatore di Manfredonia e me ne sono sempre occupato con una cura maniacale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il discorso sentimentale è valido anche per la graziosa Fiat Gamine Vignale bianca, decapottabile a due posti con sedili in pelle scovata per puro caso nel 1995. «Fu avvistata dal mio vecchio a Vieste durante una vacanza - ricorda il 45enne - e apparteneva al padrone del villaggio turistico in cui alloggiavamo. Rilevata per un milione e mezzo di lire, ha un prezzo odierno di ben 20mila euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli altri modelli non superano la soglia dei 10mila euro, a cominciare dalla Maserati Quattroporte marrone, caratterizzata da una sagoma piuttosto spigolosa e tipica del suo periodo anni 70/80. Completano il quadro una lunga serie di Fiat: una 500 F bianca con targhe nere del 1970, una 500 turchese con libretto a pagine del 1968, una 1100 R celeste del 1966 ereditata da uno zio, una 500c rossa del 1953 e due Topolino decapottabili, una amaranto del 1953 e una verde oliva del 1950.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Proprio perchè legate indissolubilmente alla memoria del nostro capofamiglia - puntualizza il collezionista - tutte le auto non sono in vendita, ma necessitano costantemente di costosi interventi di manuntenzione. È per questo che periodicamente acquisto altre vetture "vintage", le faccio restaurare da un meccanico esperto e le rivendo a un prezzo superiore. Proprio di recente ho ceduto una Jeep di cilindrata 5000 del 1974 con cambio a tre marce appena rimessa a nuovo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Rino poi ci mostra i due antichi marchingegni a pedali. Il primo è una bicicletta verde oliva in dotazione ai bersaglieri durante la Prima guerra mondiale: ha due gomme piene, un faro anteriore dove accoglieva una candela ed è sorprendentemente pieghevole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il secondo è ancora più antico: si tratta del biciclo, velocipede prodotto fino al 1893 e caratterizzato da due ruote di diverse dimensioni. La più piccola è quella posteriore, mentre quella anteriore, alta circa un metro e mezzo, è sormontata dal sedile. Guidare a questa altezza rendeva eventuali incidenti spesso mortali: per questo motivo fu abbandonato una volta inventata la bicicletta, non a caso chiamata all'epoca "di sicurezza".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'ultima parte della nostra visita è dedicata alle motociclette: sono decine e necessitano tutte di un restyling impegnativo. Una però ci sembra in buone condizioni: è una Vespa V 98 verde acqua, la cosiddetta "faro basso". «In effetti questo scooter della Piaggio è stato riparato - conclude con un sorriso amaro il proprietario - ma chi se ne è occupato ha verniciato la carrozzeria con il colore sbagliato: a causa di questo errore il suo valore è irrimediabilmente crollato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Bepi De Mario
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