La storia di Andrea, il giovane che parla di omosessualità nelle scuole baresi
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venerdì 2 febbraio 2018
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di Angela Pacucci
Il giovane studia psicologia all'Università del capoluogo pugliese e si definisce "pansessuale", cioè un individuo che ha una potenziale attrazione per le persone indipendentemente dal loro sesso e identità di genere. Tiene le sue lezioni senza presentarsi come membro di associazioni gay: preferisce affrontare da solo dibattiti, domande ed eventuali comportamenti omofobi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Se facessi parte di un'organizzazione - spiega Andrea - gli scolari più intolleranti sarebbero più intimoriti nel manifestare la loro insofferenza verso noi omosessuali. E invece è proprio questo che cerco: far emergere gli atteggiamenti discriminatori, invitare i presenti a rifletterci sopra e provare a convincere l'uditorio che tutti meritano rispetto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una missione non facile da compiere in una terra in cui gay e lesbiche tendono ancora a nascondersi, a volte vengono ripudiati dai propri genitori e soffrono di una segregazione a cui le scuole non cercano di porre rimedio: anzi, capita che chi ha l'ardore di fare outing davanti ai compagni di classe colga impreparati persino i docenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ma io non ho paura - afferma sicuro il 21enne - anche se all'inizio non è stato facile. Ho tenuto i miei primi discorsi quattro anni fa quando ancora frequentavo il liceo Salvemini di Bari, durante le coogestioni: davanti a me c'erano ben 1200 studenti, di cui solo tre gay dichiarati. La situazione si è fatta più semplice dopo il conseguimento della maturità, quando ho continuato a dar vita a incontri in quella scuola da "esterno". In questa condizione è stato più agevole ottenere l'attenzione dei ragazzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da qualche mese Andrea si è spostato al liceo Cartesio di Triggiano. «Ho pensato che agire in un solo istituto fosse inutile - evidenzia il valenzanese -. Mi sono così trasferito da una scuola del capoluogo a un'altra dell'hinterland, dove bisogna fare i conti con un modo di ragionare ancora più conservatore ».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le lezioni però sfociano raramente nel razzismo: merito del suo "metodo" di studio. «Non vado nelle classi per imporre le mie idee - sottolinea il "maestro" - ma per aprire un confronto. Lo faccio in un'atmosfera di allegria, dove mi piace raccontare le mie esperienze e ascoltare quelle di chi mi sta di fronte. Nei miei corsi ci sono anche alunni omosessuali: loro mi vedono come un supporto per farsi accettare dagli altri e spesso mi contattano per dei consigli anche fuori dall'aula».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella parte didattica poi ci sono nozioni abbastanza curiose. «Parlo spesso di come molti personaggi storici famosi siano stati tutt'altro che etero - incalza Andrea -. Per esempio Giulio Cesare ebbe diversi soprannomi legati alla sua bisessualità, il poeta Catullo dedicò alcune sue opere a un giovane di cui si era invaghito e Alan Turing, padre dell'informatica, si suicidò a 41 anni per via delle persecuzioni omofobe subite dalla giustizia britannica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dallo scorso dicembre poi il ragazzo ha avuto a che fare con un piccolo rappresentante di un'altra categoria spesso osteggiata: quella dei transessuali. «Si tratta di un adolescente di 16 anni che ha cominciato il percorso di trasformazione per diventare donna - racconta il giovane -. La fatica con cui sta cercando di evitare il disagio che prova quando gli insegnanti lo chiamano con il nome di battesimo maschile mi ha commosso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma, in un Paese dove chi è gay tende a isolarsi Andrea ci ha messo la faccia, cercando di svolgere il compito educativo che spetterebbe a scuole e istituzioni: in questo è veramente diverso da tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
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Angela Pacucci
Angela Pacucci
I commenti
- filomena palumbo - grazie Andrea per essere riuscito a suscitare un dialogo su argomenti così difficili negli Istituti pugliesi E grazie ai presidi che con la loro apertura mentale hanno permesso questo;senz'altro non è stato facile neanche per loro Come pugliese ,emigrata in toscana da quasi 50 anni,mi riempie d'orgoglio sapere che i giovani pugliesi costruiscono un presente e un futuro reale
- giovanni - Grazie Andrea, sei grande ti ammiro e ti sono vicino