La storia del cane Fiorino: attraversò l'Italia per tornare a Bari dal suo padrone
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lunedì 5 marzo 2018
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di Silvia Giorgi
Corre il gennaio del 1954 e il 50enne Francesco Paladino lavora come lustrascarpe nel centro del capoluogo pugliese. E’ un mestiere duro, ma la fatica viene alleviata dalla costante presenza di un cane bianco meticcio che gli fa compagnia per tutta la giornata. Il suo nome è Fiorino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un giorno però quel legame appare destinato a spezzarsi: un autista bolognese, a Bari per lavoro, va a farsi lustrare le scarpe da Francesco e quando vede quella fedele bestiola se ne innamora e decide di comprarlo per portarlo con sé al Nord.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Paladino all’inizio rifiuta categoricamente: non vuole assolutamente separarsi dal suo amico a quattro zampe. Ma deve desistere quando l’autotrasportatore gli infila in tasca una banconota da mille lire, una cifra davvero considerevole agli inizi degli anni 50. L’uomo non può rifiutare tutti quei soldi che gli permetterebbero di aiutare la propria famiglia e così anche se a malincuore accetta di separarsi dal suo “bastardino”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Passano tre mesi e arriva il 16 marzo del 1954. Francesco è sempre nella sua bottega, chinato sui piedi di un cliente, quando all'improvviso avverte un debole guaìto provenire alle sue spalle e sente una lingua accarezzargli le mani. Si gira e con suo grande stupore lo riconosce: è sporco, scarno ed esausto, ma è proprio lui, il suo Fiorino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il lustrascarpe non riesce a credere ai suoi occhi, ma la gioia vince lo stupore: l’uomo abbraccia il suo amico e urla di felicità. L’intero vicinato viene richiamato dalle esternazioni dell’uomo e per un giorno il cagnolino diventa la “mascotte” del rione: c'è chi lo coccola, chi lo pulisce dal fango e chi lo rifocilla con le migliori zuppe casalinghe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fiorino insomma era tornato dal suo padrone, scappato da una casa che non sentiva sua. E per farlo aveva percorso chissà quanta strada affrontando notti al freddo e mancanza di cibo. Come ci sia riuscito non è dato sapersi, in realtà non sappiamo neanche se il cane abbia mai raggiunto effettivamente Bologna. Anche se nel febbraio precedente un amico aveva riferito a Francesco di aver avvistato la bestiola nel Foggiano, comunque a notevole distanza da Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La notizia fa comunque il giro della città e a ricordare questa specie di “miracolo” viene addirittura posta nei giorni successivi una targa, proprio all’angolo fra via Andrea da Bari e corso Vittorio Emanuele, lì dove si trovava la bottega di Francesco.
L’insegna (nel 2007 sostituita con una più nuova), recitava così: «Si chiamava Fiorino, era un povero cane che amava il padrone e che un giorno portarono via. Ma dopo tre mesi “cammina, cammina” zoppicando fece ritorno da solo, da Bologna, dopo 700 chilometri, guidato da una bussola che si chiama CUORE».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Silvia Giorgi
Silvia Giorgi