Bari, riproduce in miniatura il guardaroba di una donna vissuta all'inizio del 900: la storia
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lunedì 21 giugno 2021
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di Eloisa Diomede
La storia è questa. Tutto inizia il 19 febbraio scorso, quando Titti riceve una email inaspettata. A scriverla non è una fan pugliese o un’affezionata follower, ma un’americana dell’Illinois. Si tratta della 65enne pittrice e illustratrice (nonché blogger dell’“Huffington Post”) Sue Shanahan, le cui opere sono conservate anche da personalità del calibro di Hillary Clinton e Oprah Winfrey.
Sue afferma di aver scorto tra le immagini pubblicate su Instagram una bambola che le ricorda la sua amatissima nonna ormai defunta: Loretta Ragen. E proprio questa incredibile somiglianza le ha fatto balenare un’idea in mente. Quale? Chiedere alla doll maker barese di confezionarne una ancor più simile alla parente scomparsa: con i suoi stessi occhi azzurri e soprattutto arricchita da un intero corredo ispirato ai suoi veri abiti.
«La richiesta non si preannunciava facile - ricorda Titti -. Bisognava studiare molti dettagli, realizzare cartamodelli e prototipi: c’era da dedicare tantissimo tempo a questo lavoro. Ma più ci pensavo, più mi innamoravo del progetto: si trattava di creare qualcosa che in un certo senso immortalava un legame affettivo unico come quello tra nonna e nipote».
La donna accetta quindi la proposta e così la Shanahan inizia a inviarle foto della “modella”: una serie di scatti che la ritraggono con gli indumenti da riprodurre. C’è l’abito bianco del matrimonio nel 1926, la camicia da notte preferita, la tenuta da casa col grembiulino coordinato, il cappotto azzurro in maglia, il “completo buono” per uscire, quello alla marinaretta e uno scamiciato. E persino alcuni accessori: il cappellino “cloche” con fiore laterale, la sciarpa, le scarpette e la giarrettiera delle nozze, la mantellina.
L’artista si mette al lavoro, costruendo persino un set fotografico con armadietto e appendini per la “Loretta in miniatura”, alta solo 25 centimetri. E inizia dal pezzo più difficile: il vestito da sposa confezionato col nastro di organdis che aveva adornato il bouquet originale della nonna quasi un secolo prima. Un tessuto, questo, inviato da Sue direttamente dagli Stati Uniti.
«È stata una grande emozione usare una stoffa di cent’anni fa – ci racconta oggi Titti –: ho avvertito il senso della vita che l’aveva attraversato».
Belle sensazioni ma anche grosse difficoltà, visto che il guardaroba della bambola è fatto di dettagli minuscoli. «Un particolare vestito ha richiesto cartamodelli così piccoli che continuavano a sfuggirmi di mano – rammenta sorridendo la donna -. Provate a immaginare la fatica nell’applicare i merletti alla camicia da notte».
Altro compito impegnativo è quello poi rappresentato dalla trapuntina matrimoniale di Loretta, per la quale Titti decide di ricreare otto riquadri (dei 18 originali) dipingendo i decori con una penna cancellabile a caldo prima di ricamarli a mano. Il risultato è così certosino da entusiasmare la committente che dichiara in una missiva: «Che fortuna incredibile è stata quella di averti trovata».
Ad aiutare la donna ci sono per fortuna due valide collaboratrici: la sorella e la mamma, abili nella maglia e nell’uncinetto, necessari per riprodurre almeno cappottino, sciarpa e cappello. E nel frattempo ogni passo dell’impresa viene documentato sul profilo social, con foto e video che coinvolgono i follower in una specie di storia a puntate chiamata “Loretta e il suo guardaroba”.
E finalmente, dopo tre mesi di lavoro, nel maggio scorso bambola e vestiti vengono completati e spediti nell’Illinois.
Fine dell’avventura? Sembrerebbe di no. Perché Sue ha deciso di scrivere un libro per bambini: riprenderà la vita della sua compianta nonna e sarà illustrato, naturalmente, con le immagini delle piccole e preziose creazioni di Titti.
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Donato Pandolfi - Bravissima! Mi piacerebbe collaborare... Io costruisco case di bambole in miniatura stile vittoriano