di Gabriella Quercia

Parco 2 Giugno: «Nel lago tartarughe abbandonate diventano cannibali»
BARI-  Se pensavate che gli unici animali domestici ad essere abbandonati fossero i cani, beh, vi sbagliavate. Nel Parco 2 Giugno di Bari, c’è un laghetto d’acqua dolce che oltre a ospitare numerosissimi pesci accoglie, a occhio e croce, una cinquantina di tartarughe. Fin qui nulla di strano, se non fosse che questi animali per la maggior parte sono stati lasciati lì da persone stanche di averle in casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ormai il parco è diventato una meta fissa per chi vuole abbandonare le tartarughe - afferma Pasquale Salvemini, responsabile del Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta -. Quando le tartarughe diventano troppo grandi per tenerle con sè, i “padroni” vanno lì e le lasciano nel lago. È per questo che ce ne sono così tante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti ora che è arrivata la primavera le testuggini, uscendo dal letargo, hanno “invaso” il laghetto (vedi foto galleria e video). Vederle nuotare e guardare i bambini giocare con loro è uno spettacolo piacevole, ma dietro questa apparente calma ci sono degli aspetti preoccupanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Dobbiamo tener conto di una cosa importante - spiega Salvemini – le tartarughe presenti nel parco sono quasi tutte della specie Trachemys scripta, tartarughe dalle guance sia rosse che gialle. Ebbene, le Trachemys non sono autoctone, ma provengono da ambienti subtropicali o sudamericani. Sono quindi state lasciate lì da qualcuno dopo essere state comprate da negozi di animali, fiere e mercatini. Questi animali una volta abbandonati diventano aggressivi, predatori e iniziano a mangiare le tartarughe “nostrane”, europee (le Emys Orbicularis). E quando non se le pappano, si accoppiano con loro senza alcun criterio, facendo nascere testuggini che non sono né del tutto europee né del tutto sudamericane. Un ibrido insomma».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Tra le tartarughe di Parco 2 Giugno ce ne sono alcune di dimensioni notevoli, il cui guscio (carapace) risplende ai primi raggi di sole primaverile. «Sono grandi perché mangiano a dismisura – afferma l’esperto -  anche a causa degli episodi di “cannibalismo”. Adesso si avvicina il periodo dell’accoppiamento e della schiusa delle uova. Fra circa un mese e mezzo avremo altre tartarughe che si aggiungeranno a quelle esistenti. Quindi anche il loro numero aumenterà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E il parco non sarebbe l’unico posto dove questi animali vengono abbandonati. «Spesso troviamo tartarughe di acqua dolce in mare – spiega Salvemini  -. Qualcuno le abbandona lì pensando di far loro un favore: invece di fatto le uccide. Prima gli animali perdono la vista e poi nel giro di una settimana la salinità del mare corrode il loro corpo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, se proprio non avete spazio in casa, prendetevi un pesce rosso o un criceto. Le tartarughe lasciatele perdere: rischiate solo di fare danni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il video delle tartarughe presenti a Largo 2 Giugno:




 


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Una foto ravvicinata di una tartaruga d'acqua che si trova a Parco 2 Giugno
Le tartarughe vicino a un'aiuola
Raggruppamento delle tartarughe del Parco
Un dettaglio delle tartarughe fuori dall'acqua
Tre grandi tartarughe
L'acqua in cui nuotano pesci e tartarughe
La maggior parte delle tartarughe presenti al Parco
Una visione dall'alto delle tartarughe in acqua
L'insieme delle tartarughe, tutte di grandezze differenti
Foto ravvicinata di una delle tante tartarughe presenti a Parco 2 Giugno



Gabriella Quercia
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  • kowalski - che non prendano nessun animale in casa. ci sono già loro.
  • Antonella - Anche i carassi, ovvero i pesci rossi , e i criceti non sono indigeni e hanno diritto di vivere liberi nel loro ambiente naturale. Il valore di ogni animale non è dato dal suo prezzo , ma dall'essere persona!
  • Giuliano - fate un'altra cosa invece, nn toccate ne pesci ne criceti rimanete voi dove siete andati in vacanza e provate a sopravvivere in quell' habitat ....farete solo un favore a tutto il creato!!!
  • Cristina - Come hanno scritto gli altri commentatori, anche i pesci e i criceti hanno bisogno di spazio, cure ed attenzioni. Le persone irresponsabili e disinformate non dovrebbero prendere nessun animale. Dovrebbe proprio esserne vietata la vendita.
  • Oscar - Io ne ho 4 da 12 anni, dove posso lasciarle?


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