Alimentazione, i miti da sfatare: «Mangiate ciliegie non bacche di goji»
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lunedģ 26 maggio 2014
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di Micaela Ricci
Tra l’altro proprio durante lo scorso weekend si è tenuta a Bari la Giornata Nazionale del Biologo nutrizionista, che ha avuto come obiettivo quello di far conoscere il ruolo del biologo nutrizionista e di offrire consulenze in materia alimentare, in appostiti stand aperti al pubblico in piazza del Ferrarese (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Allora vediamo insieme quali sono le mode e i miti da sfatare in materia di alimentazione. «Partirei dalla paura che il consumo della frutta a fine pasto rallenti la digestione - risponde la Micunco – che è una cosa vera solo per chi ha problemi gastroenterici. O ancora la convinzione di chi pensa che le carote possano essere mangiate in quantità industriale, senza considerare il notevole apporto di carboidrati di questo alimento. Come le fave e i piselli freschi, che danno certo colore alla tavola ma hanno un apporto calorico notevole. Meglio mangiare finocchi e sedano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi ci sono le mode. Tra i nomi apparsi recentemente che vengono indicati come “panacee di tutti i mali” ci sono le “mitiche” bacche di goji. «Sono chiamate le perle della giovinezza - afferma Elisabetta Cavalcanti, biologo nutrizionista e tra gli organizzatori della Giornata dello scorso weekend -. Stimolano in effetti il sistema immunitario, ma che senso ha mangiare cibo che non è originario della nostra terra? Noi abbiamo le ciliegie che apportano gli stessi benefici. Mangiamoci quelle».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ancora – continua l’esperta - pochi sanno che oltre al grano di kamut americano che sta andando di moda negli ultimi anni, noi abbiamo una farina locale che ha le stesse proprietà nutritive, contraddistinta da un indice di glicemia basso e da un grande apporto proteico: il grano Saragolla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per la Cavalcanti bisognerebbe ritornare alla dieta mediterranea, quella fondata su alimenti che «i nostri nonni comprerebbero ancora e metterebbero sulla loro tavola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sì – conferma la Micunco - . Pensiamo ad esempio a mandorle e noci, che forniscono gli importanti acidi grassi omega 3 e omega 6. E poi c’è il limone, che fa smaltire i radicali liberi e ha un’azione depurativa, antiossidante e persino antitumorale. Sono esempi di alimenti sani, “contadini”, che è possibile procurarsi facilmente, senza per forza recarsi nei negozi bio».
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Micaela Ricci
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