«Punizioni e indifferenza»: per educare i cani non bastano le coccole
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martedì 9 settembre 2014
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di Gabriella Quercia
Parola di Antonio Larini, veterinario barese e conduttore di cani da lavoro. Abbiamo sentito lui e altri esperti per rispondere a una domanda: “Come si educa un cane”? E come fare ad evitare che diventi aggressivo, fastidioso o che a un certo punto si metta lui a “comandare” in casa? «Il segreto sta nel punire il suo atteggiamento sbagliato, premiando al contempo l’obbedienza e il comportamento giusto», afferma l’educatrice cinofila biscegliese Nicla De Iudicibus.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi il padrone che sa solo coccolare, che non riesce ad essere duro con il proprio cane, che gli permette in qualsiasi momento di essere libero di sfogare i suoi istinti, che non sa dire “no”, è destinato a soccombere ai voleri del proprio animale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se il cane fa troppe “feste”, esagerando con leccate e salti, bisogna fargli capire che il suo atteggiamento non è gradito. «Io di solito adotto due metodi – afferma Larini - o gli schiaccio una zampa oppure muovo la mia gamba in modo da dargli una lieve ginocchiata. Entrambe le azioni fanno associare all’animale l’alzarsi sulle zampe posteriori come a qualcosa di sbagliato. Questi movimenti devono chiaramente essere compiuti dosando la forza, senza arrecare dolore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Un’alternativa alle “botte” è quella di ignorare, atteggiamento sicuramente più indolore- sostiene l’educatrice cinofila biscegliese Nicla De Iudicibus-. Perché l’esclusione e l’isolamento sono la cosa più grave per un cane. Di conseguenza se io ignoro il suo “alzarsi in piedi”, per esempio girandomi di spalle e non considerandolo, lui percepisce nella mia indifferenza l’errore commesso. Fare finta di niente è un gesto che funziona in tutti i casi in cui il cane sbaglia: per esempio se abbaia in un luogo senza motivo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«In questi casi funziona anche un altro metodo - spiega Luca Polignano, educatore cinofilo barese -. Se il mio cane inizia ad abbaiare anche quando sente semplicemente il vicino che rincasa cerco di distrarlo, facendogli capire che fuori non c’è nessun pericolo. Posso farlo giocare, dargli da mangiare, ma se inizio a rimproverarlo a voce alta è come se abbaiassi con lui e gli dicessi che sta facendo bene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qualche piccolo aiuto può esser dato anche dal modo in cui si impartiscono i comandi. Gli uomini sono soliti modulare la voce a seconda delle occasioni, ma per i cani è sconsigliabile che gli ordini vengano dati con toni diversi. «Quando si impartiscono i comandi è ideale che si stia in piedi di fronte al proprio cane – afferma Larini -. È molto importante che gli ordini e i rimproveri vengano espressi con un tono secco, deciso. Mai dire al cane “resta”, “terra”, “seduto” con un tono di voce indeciso o peggio ancora dolce, perché così lo si confonde non facendogli capire che cosa vogliamo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro momento della quotidianità vissuta in compagnia di un amico quattro zampe è quella del pranzo e della cena, quando il cane gironzola intorno al tavolo in cerca di un boccone in più. In questo caso il suo sguardo di insistenza può indurre a dargli da mangiare, illudendosi che questo possa servire ad allontanarlo. In realtà così facendo lo si incoraggia, andando ad alimentare una cattiva abitudine. E’ necessario quindi non assecondarlo e anzi premiarlo quando se ne sta tranquillamente in un angolo mentre il resto della famiglia mangia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E per allacciare un rapporto saldo con lui? Il segreto non sta nel saziarlo, né nel coccolarlo come se fosse un peluche: bisogna invece giocarci insieme. «Se giochiamo con il nostro animale risolviamo il 90 per cento dei problemi- afferma Larini- più tempo si dedica al gioco e più il cane si legherà a noi in maniera indissolubile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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I commenti
- francesca - Il mio problema è la pipì in casa....ogni giorno trovo la sorpresa nonostante lo portiamo spesso fuori... Non so più che fare....datemi qualche consiglio... Grazie...